UN NUOVO “FASCISMO 2.0”?

 

Angelo D'Orsi ha scritto, su Il Fatto Quotidiano, un articolo che farà discutere e gli costerà ulteriori e feroci attacchi dopo quelli ricevuti negli ultimi giorni tra accuse di Putinismo e di vicinanza con "i violenti dei centri sociali"


L'analisi parte da un recente convegno tenutosi alla Sorbona e interamente dedicato a “Neoliberalismi, neofascismi, neopopulismi” 

E lo studio dell'oggi non poteva che partire dalle categorie individuate decenni or sono da Michel Foucault a cui va il merito, sul finire degli anni settanta, di avere analizzato per primo l'avvento del neoliberismo, la paure dello stato, le ideologie che nei vari paesi animavano questi percorsi.


Oggi facciamo i conti con quella ondata reazionaria che ha portato all'egemonia delle classi dominanti nella società, alla perdita di punti di orientamento con i quali muoversi ai nostri giorni.


L'idea che ognuno sia imprenditore di sè stesso ha prodotto danni incredibili, dallo smantellamento del welfare alle misure previdenziali svantaggiose con l'avvento del calcolo contributivo, dal mito della produttività alla erosione del potere di acquisto.


E molte delle teorie liberiste le ritroviamo ai nostri giorni in auge anche nel campo avverso, o meglio tra chi dovrebbe contrastarle come partiti e sindacati "di sinistra"


La cultura del merito, la competizione economica, l'intervento del legislatore o del Governo di turno sui sistemi distributivi (ad esempio il fisco) per favorire alcuni a discapito di altri ci restituiscono innumerevoli esempi di quel mix che vede la centralità del mercato, la fine del liberalismo e l'avvento del neoliberismo dentro cui sguazzano fautori delle detassazioni, reazionari anticomunisti, acerrimi nemici della democrazia, oscurantisti religiosi .


Non è questa la sede per una analisi puntuale di neoliberismo, neofascismo e neo-populismo ma se pensiamo alle ultime settimane  qualche esempio concreto uscirà fuori dall'anonimato. Per delegittimare il ruolo dello stato la destra sostiene la famiglia nel bosco quando 40 anni fa avrebbero bollato la stessa come esempio di morale disordine, di rifiuto delle regole che sorreggono le comunità. O potremmo parlare delle università private e di quelle on line con finanziamenti generosi, soldi sottratti alla università pubblica. O quel mix tra sostegno acritico allo stato di Israele (l'ideologia sionista sbandierata a destra) sminuendo al contempo le responsabilità storiche del Fascismo  (del resto si parla di tifosi israeliani che negli stadi fanno il saluto romano). Questa apparente confusione ha invece una sua logica, se guardiamo la realtà con le lenti errate finiamo in un vicolo cieco


Leggiamo dalla presentazione del Convegno parigino



 È significativo che il progetto neoliberista venga ampliato dalle aspettative di sovranità autoritaria da un lato, dalla crisi della democrazia dall'altro e dalle nuove tecnologie dell'intelligenza artificiale dall'altro. È altrettanto significativo che questa mobilitazione economica venga stabilita tramite l'espulsione, il cui corollario è l'esclusione. Che si tratti negli Stati Uniti, in Argentina, in Italia, in Francia o in Cile, le premesse neoliberiste convivono con il culto del leader e l'estensione dei supernumerari popolari.
Da questa prospettiva, la questione di quale neoliberismo stiamo affrontando è più acuta che mai, così come la questione della rilevanza degli strumenti teorici di Foucault per affrontare la sfida dell'analisi.
Diverse domande guideranno quindi questa conferenza internazionale. Come dovremmo interpretare le pericolose legami tra neoliberismo e neofascismo? In che senso la cassetta degli attrezzi di Foucault può rivelarsi utile in un contesto di alta precarietà indotta dall'estremismo della razionalità di mercato? Quale compito ha l'intellettuale critico di fronte al neoliberismo? Qual è il significato e la rilevanza delle lotte necessarie contro il neoliberismo? Possiamo rischiare un'analisi del nostro presente in termini di fascismo? In che senso le analisi storiche dell'ascesa del fascismo in Italia rendono possibile stabilire questa diagnosi o meno?


Université Sorbonne Nouvelle - Parigi 3 - Neoliberismi, neofascismi e neo-populismi. I fantasmi di Foucault


In attesa della traduzione degli atti di questo convegno possiamo trarre, dai due giorni di discussione dicembrini, qualche idea per affrontare la realtà, riflettere ad esempio sulla cieca obbedienza o sulle silenti masse, sulla costante e continua ricerca del nemico interno ed esterno. Dal rifiuto del pubblico come ambito di parziale uguaglianza all'elogio del mercato, dall'oblio dei nuovi poveri alla esaltazione del blocco sociale dominante. E l'alzarsi dei toni, la voglia di repressione, i continui voltafaccia, i pericolosi equilibrismi giustificati come arte del buon governo, il  controllo sociale, il disprezzo per l'autonomia della scuola o della magistratura, il desiderio di piegare la ricerca a fini duali o di irreggimentare partiti, sindacati, giornali. 


E un fisco diseguale e iniquo, la povertà salariale, insomma tutto questo come pensate di definirlo?

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