A pensar male ci si indovina? A proposito di Renzi in Arabia Saudita

 Forse l'opinione pubblica dovrebbe riflettere sulla visita di Renzi in Arabia Saudita e dalla stampa apprendiamo che la sua partecipazione alla Future Investment Initiative, la  cosiddetta Davos del deserto, è stata pagata migliaia di dollari

Qualcuno obietterà che Matteo Renzi abbia tutto il diritto di partecipare a convegni dietro lauti compensi , del resto siamo abituati a ex presidenti americani che vanno in giro per il mondo intervenendo in convegni di varia natura ricevendo compensi milionari. Pensiamo ad un futuro incarico come presidente del Copasir o il Ministero degli Esteri, potremmo dormire forse sonni tranquilli?

Ma la visita in Arabia Saudita non dovrebbe passare inosservata per alcune ragioni:

  • Uno studio internazionale, reperibile anche in rete nella traduzione italiana (https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://freedomhouse.org/&prev=search&pto=aue), ricorda che l'Arabia Saudita è al settimo posto, su 210 paesi, quanto a repressione, violazione dei diritti civili e politici, migliaia di oppositori sono detenuti, senza notizie ai familiari, nelle carceri, le stesse donne non hanno diritti e basterebbe ricordare anche il diveto di guida loro imposto fino all'estate 2018.
  • Potremmo anche ricordare l'uccisione del giornalista dissidente all'interno di un consolato saudita, a Istanbul
  • E mentre un jet privato prelevava Matteo Renzi per portarlo in Arabia Saudita l'Italia revocava le esportazioni di armi ad Emirati Arabi e Arabia Saudita a causa della guerra in Yemen, una decisione comunque tardiva dopo anni di massicce vendite di materiale bellico ai due paesi utilizzati per bombardamenti che hanno ucciso migliaia di civili. Parliamo di crimini di guerra e le stesse Nazioni Unite, di solito assai caute, dichiarano che la vendita di armi a questi paesi puo' costituire un crimine di guerra come leggiamo dal sito Rete pace disarmo
  • La decisione italiana avviene in simultanea con quella Usa che ha bloccato la vendita di aerei da guerra in ARabia Saudita, un segnale apparentemente  di pace ma funzionale ai nuovi scenari geopolitici con alleanze nuove da privilegiare., inclusa la vendita di armi a paesi attraverso i quali designare la nuova politica imperiale

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