Torna la Brunetta.....con il beneplacito di Cgil Cisl Uil

Torna la Brunetta...con il beneplacito di CGIL CISL UIL

Quanti avevano asserito che la Riforma Brunetta sarebbe stata archiviata dicevano il falso e lo dimostra anche l'ultimo contratto nazionale, quello scaduto nel 2018 tanto per intenderci, che prevede la cosiddetta valorizzazione  di dirigenti e dipendenti che avranno le valutazioni di performance più elevate.  Niente di diverso da quanto previsto da Brunetta con  il Dlgs 150/2009.

In sede di contrattazione integrativa si devono individuare le percentuali e gli importi di produttività maggiorata da destinare a un certo numero di dipendenti, i cosiddetti super bravi previo accordo con le Rsu sottoposte all'ennesimo ricatto derivante dalla applicazione dei contratti nazionali.

Per chi non credesse a noi vada a leggersi l' articolo 69 del contratto nazionale del 21 maggio 2018 e l' articolo 30, comma 2 del contratto del 17 dicembre 2020 per i dirigenti per capire che la maggiorazione del premio dovrà essere pari ad almeno il 30% del valore medio procapite delle retribuzioni.

Ci sembra evidente che la individuazione di una percentuale di dipendenti ai quali erogare la produttività maggiorata avvenga senza criteri oggettivi e con una logica divisoria e discrezionale, poi si tratta di soldi di tutto il personale, sono i soldi che dovrebbero in realtà essere destinati ad una quattordicesima mai corrisposta al Pubblico impiego. Una scappatoia potrebbe esserci, ossia  trovare i fondi necessari dai "risparmi " derivanti dalle minori erogazioni della produttività, ad esempio per le assenze ma i soldi non sarebbero comunque sufficienti. 

Si demanda alla Rsu il compito, ingrato, di decidere con le amministrazioni pubbliche le modalità con le quali prendere dei soldi destinati a tutto il personale per destinarli a una quota minima di dipendenti in base ad un contratto nazionale che a detta dei sindacati firmatari avrebbe dovuto pensionare la Legge Brunetta salvo invece attuarla .

 

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