Fondi previdenziali e la soppressione di Fondinps
Anche in Italia esisteva una previdenza integrativa interamente soggetta al controllo pubblico ma oggi non esiste piu' . P.arliamo del Fondinps che per compiacere la previdenza integrativa e le polizze assicurative viene smantellato. Non sarebbe propriamente un fondo pensione ma una sorta di parcheggio di liquidità che mantiene intatte tutte le garanzie del Tfr, contrariamente alle falsità, messe in giro ad arte in continuazione come analizza Beppe Scienza.
Fondinps custodiva il TFR dei lavoratori che non avevano scelto la previdenza complementare, ora questo fondo viene smantellato e i soldi dei lavoratori finiranno in Cometa che viene gestito dalle organizzazioni sindacali dei meccanici e da Federmeccanica, associazione datoriale di categoria.
Sempre Beppe Scienza spiega non solo l'operazione finalizzata a depotenziare la Previdenza pubblica ma anche il percorso attuato . Leggiamo testualmente dal Blog di Scienza su il Fatto Quotidiano
Il comparto “Tfr silente” di Cometa non assicura l’1,5% nominale minimo del Tfr e tanto meno un maggiore rendimento in base all’inflazione.
Ma chi vi finisce eviti assolutamente di “manifestare la volontà di adesione esplicita a Cometa” perché altrimenti viene espulso dal comparto, senza potervi rientrare, e in prima istanza finisce nel comparto “Reddito” con rischi maggiori. Però nemmeno il comparto di Cometa col bel nome di “Sicurezza 2020” offre le garanzie del Tfr, ma anzi ammette allegramente una possibile perdita nominale del 15%; e quella reale può essere molto peggiore.
Siamo alle solite: chi vuole la sicurezza, deve tenersi ben stretto il Tfr.
I governi succedutisi si sono tutti mossi nella medesima direzione: favorire la destinazione del Tfr ai fondi pensione e rafforzare il ricorso al welfare aziendale, ora si tratta di capire a chi convenga veramente questa scelta, di sicuro non alla previdenza pubblica , di sicuro non ai lavoratori e alle lavoratrici che si pagano da soli, con quote di salario, quei benefit aziendali che ormai sono parte rilevante del cosiddetto salario di secondo livello.
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