La realtà degli straordinari non pagati e le liberalizzazioni: il Governo Meloni precarizza ulteriormente il lavoro
Prima gli Italiani o prima la precarietà? Bella domanda per altro meritevole di risposta. Il Governo Meloni, passato il Festival di San Remo che da decenni ha effetti catalizzanti sull'opinione pubblica, porterà in Parlamento un decreto sul lavoro.
Alcune anticipazioni le abbiamo avute nei decreti già approvati con il ritorno del voucher, ora con un apposito emendamento al Milleproproghe veniamo a conoscenza della volontà di andare oltre i 24 mesi per gli interinali.
Il Governo Conte aveva avuto almeno il merito, nella prima stagione governativa del grillismo, di introdurre non solo il RdC, pur con mille limiti e imperfezioni che non abbiamo per altro mai occultato, ma aveva anche posto dei paletti per l'utilizzo dei contratti flessibili.
Il principio era di per sè giusto, anzi dovrebbe essere il principio guida dell'azione sindacale, ossia un intervento statale per limitare il ricorso ai contratti precari al fine di favorire il tempo indeterminato.
Il Governo Meloni, dopo anni di accuse alla Ue di volere demolire il lavoro, oggi sposa la classica linea neo liberista che poi è la teoria economica che sorregge il sovranismo.
Si rimuovono tutti i tetti per favorire il ricorso ai contratti precari e si inizia proprio dall'interinale, introdotto in Italia dal centro sinistra con il pacchetto Treu, per poi passare all'assalto del Decreto Dignità che limitava il ricorso reiterato ai contratti a tempo determinato.
Una agenzia interinale, dopo 24 mesi, avrebbe dovuto assumere a tempo indeterminato, se passerà l'ennesima proroga (quasi certo vista la schiacciante maggioranza in Parlamento) sarà invece possibile superare il limite dei 24 mesi con contratti a tempo determinato.
Le proroghe e le deroghe a provvedimenti che limitano il ricorso ai contratti precari sono avvenuti sia per il covid sia per tacere l'opposizione delle associazioni datoriali, ora il Governo inizia il progressivo smantellamento di quelle poche norme che almeno provavano a limitare il ricorso ai contratti precari stabilendo dei limiti temporanei.
E dall'interinale si passerà ai contratti a tempo determinato per poi affondare la lama in altri provvedimenti in materia di lavoro . L'ottica è quella classica del neoliberismo, il lavoro da creare è quello precario che conviene alle imprese ma alimenta la spirale verso il basso dei salari e diminuisce le tutele nel loro complesso.
E perfino i sindacati in questi anni hanno favorito la precarietà senza limiti piegandosi ai dettami delle associazioni datoriali e lo hanno fatto anche sottoscrivendo accordi aziendali indecorosi.
Fin dalla sua nascita il Decreto dignità subì attacchi feroci che portarono alla limitazione dei contratti a tempo determinato a 3 anni rispetto ai due iniziali, poi arrivarono altre deroghe.
Il Governo Meloni mira a distruggere le causali, anzi a cancellarle per i contratti a tempo determinato nei primi due anni e in questo modo acconsentirà ai dettami delle imprese, l'esatto contrario di quanto avviene in alcuni paesi Ue come la Spagna.
E sempre in questi giorni apprendiamo come il ricorso allo straordinario sia sempre più diffuso a conferma che non si costruiscono nuovi posti di lavoro.
Scopriamo poi che una buona parte delle ore eccedenti , straordinarie, non sono pagate, lo si evince da un recente rapporto :
Inapp, Occupazione: Straordinari non retribuiti per un lavoratore su sei. Ma è la punta dell'iceberg: metà degli occupati lavora in orari antisociali
Per completezza si rinvia al Rapporto in questione
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