Le sanzioni alla Russia non hanno messo in ginocchio il paese. E la Ue prepara altri 11 miliardi di euro di nuove sanzioni

 Il Parlamento europeo annuncia altri 11 miliardi di euro di sanzioni alla Russia, il decimo pacchetto in 12 mesi, con controlli sempre maggiori per impedire esportazioni tecnologiche verso la Russia.



Ma quale è stato l'impatto delle sanzioni contro la Russia?

In un anno il Pil russo è diminuito di poco più del 2 per cento, chi pensava ad un crollo della Russia deve oggi ricredersi se pensiamo che nei primi due mesi del 2023 l'economia Russa è cresciuta dello 0,3% rispetto allo 0,8% della Germania, il paese che forse nella Ue ha subito i maggiori contraccolpi della guerra.

Se pensiamo che il Pil della Russia veniva dato per il 2022 in crescita del 3%, la perdita resta comunque assai contenuta.

Il pacchetto nuovo di sanzioni, da approvare entro una settimana, riguarda soprattutto materiali tecnologici ed elettronici, altro obiettivo è attaccare le esportazioni del gas e del petrolio russo, queste ulteriori sanzioni sono il risultato delle continue pressioni di Biden sulla Ue.

Nell'ultimo anno la Russia ha diversificato le esportazioni di gas e di petrolio, ad esempio verso i paesi Brics che subiscono da settimane continue pressioni da parte Usa e Ue.

Sono in molti a dubitare ormai sulla reale efficacia delle sanzioni giudicate dagli occidentali sufficienti per mettere in ginocchio la Russia che invece ha inviato ad altri paesi i suoi prodotti energetici, paesi che non possono essere colpiti da sanzioni dirette da parte di Usa e Ue perchè ritenuti strategici per gli interessi occidentali o per ragioni di equilibrio economico e geo politico. 

L'economia capitalistica per sopravvivere non può colpire con sanzioni tutti i paesi in affari con la Russia e poi deve scongiurare la crisi energetica che avrebbe ripercussioni negative sulla tenuta del sistema e dei mercati.

I guadagni della Russia derivanti dalla vendita di petrolio e gas nel 2022 sono stati pari a 100 miliardi di dollari in più di incassi ,pari al 7% del Pil, queste esportazioni hanno di fatto salvato la Russia dal tracollo, da qui l'intervento Ue  e Usa per abbassare i prezzi dei generi energetici.

La scommessa di Ue e Nato è quella di far saltare ora le esportazioni  russe verso altri paesi ottenendo il risultato sperato, la scommessa occidentale è prolungare la durata della guerra per mettere in difficoltà la Russia e per farlo devono minacciare direttamente India e Cina  per ridurre il loro export verso Putin.

10 pacchetti di sanzioni Ue  in un anno sono un atto di guerra vero e proprio, la Ue deve tenere a bada i paesi di Visegrad che chiedono invece sanzioni maggiori nonostante  certi comportamenti ondivaghi, paesi che restano gli alleati Nato più fedeli, disposti ad accogliere basi militari in funzione anti Russa.

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