Cosa manca alla Pubblica amministrazione?
La Pubblica amministrazione deve fare ancora i conti con i 9 anni di blocco delle assunzioni e delle contrattazioni dai quali deriva la carenza di personale (in 20 anni sono persi quasi 500 mila posti di lavoro) e la caduta del potere di acquisto dei salari.
Che oggi la Pa torni ad assumere è vero ma le assunzioni devono ancora sottostare a tetti e limiti che ne limitano fortemente l'azione e i concorsi banditi sono decisamente inferiori (soprattutto per i numeri delle vere e proprie assunzioni) insufficienti.
Siano sufficienti queste premesse per capire le attuali difficoltà in cui si dibattono i servizi pubblici anche tra appalti e subappalti che condannano migliaia di lavoratrici e lavoratori a salari da fame, alla costante contrazione dei costi delle spese correnti e di personale che determinano anche riduzione di ore, di paga complessiva e in futuro avranno ripercussioni negative sulle pensioni.
Rispetto al passato c'è lo sblocco del turn over e procedure piu' snelle, di questo parla il rapporto Formez appena pubblicato. Ma non facciamoci ingannare dal cosiddetto «rafforzamento amministrativo» del Pnrr, le assunzioni sono spesso a tempo determinato e guardano non tanto alla efficienza del servizio pubblico ma alla realizzazione di progetti a tempo.
I profili professionali ricercati sovente non aiutano il servizio pubblico ma lo subordinano alle esigenze delle imprese e del PNRR.
C'è poi un aspetto significativo , il sorgere di una competizione tra Enti per accaparrarsi, spesso con istituti contrattuali gonfiati che pescano alla fine dal fondo del salario accessorio di tutto il personale, le professionalità migliori.
Il fatto che l'ammontare di alcuni istituti contrattuali sia demandato alla contrattazione decentrata è una sorta di anteprima di quanto potrà accadere con la autonomia differenziata e rappresenta un autentico vulnus a quella idea di contratto nazionale che dovrebbe prevedere tutele reali e uguali in ogni Ente a prescindere dalla virtuosità dei bilanci o dalla collocazione geografica degli stessi
Una delle ipotesi all'orizzonte è quella di favorire la mobilità tra comparti e questa idea stride con l'abc del sindacato secondo il quale il ricorso alla flessibilità dovrebbe essere alquanto limitato.
Poi accade anche che alcuni candidati vincano piu' concorsi e si trovino nella condizione di scegliere il posto migliore, quello maggiormente retribuito o vicino a casa. e in ogni caso si parla di poche figure professionali mentre continuano a mancare medici, personale sanitario, tecnici e altre funzioni essenziali per il servizio pubblico.
E qui subentra la pericolosa mobilità da Ente ad Ente che alla fine pregiudica lo scorrimento delle graduatorie concorsuali.
Mancano poi tecnici statistici e informatici e questa carenza è attribuibile ai numeri chiusi nelle facoltà universitarie come del resto per molte delle figure sanitarie esistenti.
E ultimo aspetto critico riguarda l'età media del personale della Pa che continua ad essere tra le più alte dei paesi Ue perchè i concorsi banditi richiedono specializzazioni ed esperienze guadagnate sul campo senza che nel frattempo la Pa nel suo complesso favorisca le giovani generazioni uscite da università e scuole di specializzazione
Ps il rapporto Formez sopra menzionato è scaricabile on line:
FORMEZ_Rapporto 2022_RECLUT.pdf (24o.it)
CUB PI PISA
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