Uscire dalla emergenza e abrogare il 41 bis
La legge 354\1975 , a proposito dell’Ordinamento penitenziario, all’articolo 1, recita che “il trattamento deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona” riprendendo per altro i dettami costituzionali.
Ma il trattamento auspicato veniva al contempo smentito dall'art 90 dell'Ordinamento penitenziario .
Urge ricordare che il Pci si disse inizialmente contrario all'art 90 ma favorevole invece all' impiego dell'esercito per la sorveglianza esterna delle carceri e in tale caso i soli ad opporsi furono i parlamentari radicali e di democrazia proletaria.
In pochi furono contrari alla nascita delle carceri speciali dove vennero rinchiusi i detenuti politici e da allora la legislazione ha trasformato provvedimenti provvisori in pratiche usuali e non legate ad eventi eccezionali che hanno di per sè una durata temporanea.
Sempre l'art 90, in barba alla Costituzione, prevedeva, nel clima del compromesso storico, la censura sulla posta, colloqui con il contagocce e possibili solo attraverso vetri divisori, la abolizione dei pacchi viveri, la drastica riduzione delle ore di aria e in presenza di ristretti numeri, oltre alla impossibilità di ricevere perfino libri se non scomposti in fascicoli separati.
Una volta terminata la stagione della lotta armata questi provvedimenti sono rimasti al loro posto e rafforzati con il 41 bis la cui durata, come l'art 90, si è protratta nel tempo fino ai nostri giorni.
Leggi eccezionali legate ad un determinato periodo storico sono invece divenute permanenti nel sistema penitenziario e la loro abrogazione non è avvenuta contravvenendo quel principio di umanità e di dignità della persona che dovrebbe invece caratterizzare la detenzione.
Per queste ragioni non siamo mai usciti dalle emergenze che motiverebbero provvedimenti eccezionali.
Ogni qual volta si parla di tutela e valorizzazione della Costituzione dimentichiamo come la Carta sia stata aggirata e stravolta da provvedimenti eccezionali poi trasformati, con una abile manipolazione della pubblica opinione, in decisioni permanenti e ordinarie.
Il 41 bis è stato costruito negli anni delle stragi di Mafia ma oggi è ancora in piedi e include , circa il 25% dei detenuti sottoposti a questo regime, anche quanti sono in carcere per reati politici . Oggi non esistono organizzazioni politiche fuori dal carcere che prendano ordini da detenuti in 41 bis, da lustri è finita la stagione della lotta armata, eppure decine di politici sono ancora sottoposti a questo disumano regime penitenziario.
Chiedere l'uscita dell'anarchico Cospito dal 41 bis, e insieme a lui di tutti i detenuti politici, è una scelta che non determina condivisione delle loro azioni.
I gravi motivi di ordine e sicurezza non sono certo collegabili a manifestazioni di piazza o a semplici scritte sui muri a meno che non sia in ballo anche il diritto al dissenso.
Il 41 bis annienta i detenuti tanto che molti giuristi ne hanno chiesto la abrogazione interpretando i dettami costituzionali e lo stesso art 1 dell'Ordinamento Penitenziario.
E questo vale per quanti sono sottoposti al 41 bis, una battaglia umana e di civiltà che dovrebbe indurre i difensori della Costituzione ad operare scelte conseguenti sottraendosi alla cultura dell'emergenza e alla canea mediatica montata ad arte per costruire una società basta sulla disumanità e sulle disuguaglianze.
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