6 elettori su 10 stanno a casa
La maggioranza assoluta in Lombardia e Lazio, l'hanno conquistata i non votanti, 6 elettori su 10 sono rimasti a casa (i votanti sono stati il 41,7 per cento degli aventi diritto in Lombardia e il 37,2 per cento in Lazio, solo alle regionali del 2018 i tassi di astensione furono rispettivamente il 26,9 per cento e il 33,5 %, più o meno la metà di oggi ).
La affluenza ai seggi è in costante calo, votazione dopo votazione cresce e il fenomeno accomuna l'Italia ad altri paesi occidentali, del resto quella che si considera la democrazia per eccellenza (gli Usa) elegge i presidenti con meno della metà degli aventi diritto.
La crescente distanza tra amministratori locali ed elettori dovrebbe indurre a molte riflessioni sul ruolo della politica e sul rapporto della stessa con l'elettorato e i problemi reali .
Ma qualche considerazione dovremo farla anche sulla crisi del sistema politico ed elettorale, la crisi della rappresentanza oggi investe il centro sinistra, il Mov 5 Stelle e il Partito democratico (che esulta per avere aumentato i voti di lista nelle 2 Regioni rispetto alle politiche 2022) ma il ragionamento possiamo farlo in ogni ambito e anche a destra, nonostante la maggioranza ottenuta, qualche problema è nascosto sotto la cenere. Il centro non decolla e nel complesso ottiene risultati scoraggianti perdendo il 3 per cento in una Regione e oltre il sei nell'altra, la crisi del 5 Stelle, dimezza i voti, conferma il declino di questa forza politica (molti degli ex elettori sono tra gli astensionisti)
Numerose sono le cause della disaffezione ma pesa anche il sistema elettorale attuale, quello che a detta dei due schieramenti doveva rappresentare la rinascita della democrazia e della partecipazione popolare assegnando al singolo cittadino il potere di scelta dei Sindaci e dei Governatori.
I fatti sono andati diversamente e oggi il ritorno al proporzionale, una testa e un voto senza alchimie maggioritarie e premi vari, dovrebbe essere una battaglia anche della sinistra democratica, con il maggioritario crescono gli astensionisti (ma poi sarà un male?) perchè non si sentono rappresentati.
In sostanza le ragioni dell'astensionismo fotografano
- la crisi della rappresentanza politica
- l'affermazione della democrazia delle elites
- l'affermazione dell'astensionismo come risposta al disinteresse della politica per le istanze sociali o semplicemente per una cesura creatasi tra classe politica ed elettorato
- il fallimento del maggioritario
Parlare di proporzionale o di scala mobile significa attirarsi contro l'intera classe politica con motivazioni fragili se non insignificanti ma del resto abbiamo qualcosa da perdere?
Fatto sta che nel Lazio un terzo degli aventi diritto ha votato e gli altri due terzi sono rimasti a casa e chi continua a presentare liste nella sinistra radicale nel migliore dei casi arriva all'1 per cento dell'elettorato.
I fatti sono questi, per le narrazioni restano intere praterie consolatorie.
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