Nuovo accordo tra Italia e Libia...... Cosa si cela dietro le visite del Governo italiano in Algeria e Libia

 Governo Italiano : cooperazione a 360 gradi con la Libia....e intanto l'Eni conclude accordi



La premier Meloni, con folta delegazione a suo seguito, dopo Algeri (" abbiamo bisogno di affrontare una situazione internazionale difficile costruendo ponti che torneranno utili all'Europa intera per l'approvigionamento energetico..") viene ricevuta in pompa magna a Tripoli a cui assicura aiuti a tutto campo dall'Italia concludendo accordi economici importanti come il mega investimento, da 8 miliardi di dollari  da qui al 2026, per  sfruttare un giacimento off shore. E sulla stampa internazionale leggiamo la protesta di manifestanti che hanno protestato questo accordo denunciando il dissanguamento del gas libico in Tripolitania a favore dell'Italia..

La Libia  sotto Gheddafi esercitava un forte controllo sulle proprie risorse energetiche e aveva investito all'estero fondi rilevanti nell'ottica di dare vita a una moneta africana alternativa al dollaro e al Franco CFA. Se questo progetto fosse stato realizzato l'egemonia occidentale sul continente africano sarebbe entrata in una crisi irreversibile, ecco la vera causa della guerra "umanitaria" scatenata dalla Nato. Allora i libici pagavano pochi centesimi la benzina che oggi è schizzata alle stelle.

Le potenze occidentali hanno gestito una operazione economica e finanziaria, il rovesciamento di Gheddafi è avvenuto a seguito di una sanguinosa guerra di aggressione alimentata con utilizzo dell'Isis.

L'Italia contribuì attivamente al rovesciamento dello Stato libico  consentendo alle multinazionali occidentali di accaparrarsi le risorse rilevanti della Libia, una guerra costruita ad arte dalla Nato. Non una parola viene poi spesa sui lager per immigrati in territorio libico sui quali esiste una sterminata bibliografia

Nel 2011, anno della Guerra, Governava Berlusconi ma tanto la Meloni quanto La Russa erano ministri di quell'esecutivo.

Una guerra feroce che ha distrutto la Libia,  guerra ampiamente caldeggiata dal centro sinistra sotto l'egida Nato.

Oggi la Libia è attraversata da una feroce guerra interna ma come si fa a considerare l'attuale governo di quel paese democratico anche in senso occidentale?

L'attuale capo del Governo libico è stato eletto, come dice Manlio Dinucci, dall'Onu che hanno scelto a tavolino i rappresentanti di un paese distrutto da guerra e da un conflitto militare intestino alimentato dalle potenze mondiali che hanno distrutto la stessa identità geografica del paese.

Rinviamo per completezza a quanto scritto da  Manlio Dinucci

MA CON QUALE LIBIA?

La Presidente Meloni, in visita ufficiale a Tripoli, ha impegnato l’Italia a una “cooperazione a 360 gradi con la Libia”. Ma con quale Libia? Il “Governo di Unità Nazionale” libico, “internazionalmente riconosciuto”, presieduto da Abdul Hamid Dbeibah. Esso è stato “eletto” nel 2021 a Ginevra da un Forum di 73 “rappresentanti libici” scelti e diretti dalla rappresentante ONU Stephanie Williams, funzionaria del Dipartimento di Stato USA. 

L’incontro della Meloni con Dbeibah è stato suggellato da un accordo da 8 miliardi di dollari tra l’ENI e la National Oil Corporation libica per lo sfruttamento di un giacimento di gas offshore di fronte alla costa di Tripoli. Tale accordo è stato però subito dopo sconfessato dal Ministro del Gas e del Petrolio dello stesso governo Dbeibah, che lo ha dichiarato “illegale”.  Contemporaneamente, in Tripolitania, manifestanti hanno occupato la sala di controllo del gasdotto Greenstream chiedendo di smettere di pompare gas verso l’Italia.

Questo è il risultato del fatto che l’Italia non riconosce il vero Governo libico: quello del primo ministro Fathi Bashagha, nominato dal Parlamento regolarmente eletto, che opera in maniera provvisoria dalle città di Sirte e Bengasi dato che le milizie del “governo Dbeibah” gli impediscono di entrare a Tripoli. Il Governo Bashagha, che controlla la maggior parte del territorio e delle risorse energetiche della Libia, offre all’Italia petrolio e gas a bassissimo costo: come ha mostrato Michelangelo Severgnini nel suo reportage su Byoblu, a Bengasi la benzina costa alla pompa 3 centesimi di euro al litro. 

Ossequiente alle direttive NATO e UE, l’Italia rifiuta tale possibilità. Le importazioni italiane di gas libico sono calate da circa 8 miliardi di metri cubi annui prima della guerra NATO del 2011 a circa 2,5 miliardi nel 2022. Anche se l’accordo concluso a Tripoli divenisse operativo, le importazioni di gas libico non potrebbero risalire ai livelli precedenti. 

L’Italia resta così nella tenaglia della “crisi energetica”, volutamente provocata da USA e UE con il blocco delle forniture di gas russo all’Europa, pagata sempre più pesantemente dai cittadini italiani ed europei.

per saperne di piu'

COOPERAZIONE A 360° CON LA LIBIA”. MA CON QUALE LIBIA? (byoblu.com)

 
e sempre Manlio Dinucci sul viaggio del Governo italiano in Algeria....

Tra Italia e Algeria – ha dichiarato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – è stato costruito “uno straordinario ponte che potrà essere utile all’Europa intera soprattutto in tema di approvvigionamento energetico”. C’è però un fatto che il Governo italiano sembra ignorare: l’Algeria ha chiesto ufficialmente di far parte dei BRICS (il raggruppamento di cinque paesi comprendente Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).

I BRICS – la cui popolazione complessiva (3,3 miliardi di abitanti) costituisce oltre il 40% di quella mondiale – stanno non solo rafforzando i reciproci rapporti economici. Essi stanno costruendo un sistema di rapporti economici internazionali alternativo a quello dominato dall’Occidente. Anche Iran e Argentina hanno chiesto di essere ammessi ai BRICS, mentre Egitto, Turchia e altri si stanno muovendo in tal senso. Tutto ciò viene considerato dagli Stati Uniti e dalle potenze europee come una minaccia ai loro interessi fondamentali. Washington teme soprattutto il piano dei BRICS di minare l’egemonia del dollaro, creando per gli scambi internazionali una nuova moneta o un paniere di monete il cui valore è basato sull’oro e altre materie prime.

Le sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea contro la Russia sono in gran parte vanificate dal fatto che la Russia fornisce alla Cina crescenti quantità di gas naturale in base a un contratto trentennale del valore di centinaia di miliardi di dollari. Anche l’India importa crescenti quantità di gas e petrolio dalla Russia. Ad essere danneggiati dalle sanzioni alla Russia sono soprattutto i paesi della UE che, mentre tagliano le importazioni energetiche a basso costo dalla Russia, importano gas russo liquefatto dalla Cina e gasolio estratto da petrolio russo dall’India, il tutto a prezzi estremamente più alti.

Su questo sfondo, l’adesione dell’Algeria ai BRICS è considerata da Stati Uniti e UE come un atto ostile nei loro confronti. Al Congresso USA vengono richieste sanzioni contro l’Algeria, poiché “il suo crescente rapporto con la Russia, dalla quale l’Algeria ha acquistato aerei da combattimento, rappresenta una minaccia per tutte le nazioni del mondo”. Analoga richiesta al Parlamento Europeo parte di eurodeputati che chiedono di rivedere l’Accordo di Associazione UE-Algeria poiché “l’Algeria fornisce sostegno politico, logistico e finanziario alla Russia nella guerra contro l’Ucraina”. Che cosa farà il Governo italiano se l’Algeria sarà ammessa nei BRICS e scatteranno le sanzioni USA-UE per i suoi rapporti con la Russia?

ITALIA-ALGERIA: IL PONTE MINATO | GRANDANGOLO – PANGEA (byoblu.com)

https://www.youtube.com/watch?v=i94FdXFjDmg


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