Chi guadagna e chi ci perde dalla crisi energetica. Riflessioni dopo il sabotaggio di Nord Stream 1 e 2

 Svezia e Danimarca sono convinti che il sabotaggio del gasdotto Nord Stream non sia un fatto occasionale ma  un atto deliberato , studiato a tavolino per provocare, lo diciamo noi, una ulteriore escalation militare tesa ad allargare il conflitto tra Ucraina e Russia.

Due sono i gasdotti, Nord Stream 1 e 2, quest'ultimo non è entrato in funzione causa guerra in Ucraina (e ad essere penalizzata è soprattutto la Germania che si era spesa più di ogni altro paese per questo gasdotto) ma nonostante non risulti attivo è stato riempito con milioni di metri cubi di gas naturale che a seguito del sabotaggio si sta riversando nel Mar Baltico con una, annunciata, catastrofe ecologica.  (rinviamo per completezza al seguente articolo Svezia e Danimarca dicono che le esplosioni del gasdotto Nord Stream sono state attacchi deliberati – POLITICO)

Le sanzioni prima e ora il sabotaggio dei gasdotti sono un atto di guerra verso la Russia ma potremmo, senza timore di smentita, parlare di una guerra economica silenziosamente condotta contro i paesi Ue che pur sostengono l'Ucraina con il rifornimento di armi e le sanzioni contro la Russia.

Perchè a scanso di equivoci la crisi energetica non sarà subita dalla Russia che intanto sta allacciando rapporti commerciali con altri paesi come India e Cina e nazioni a loro vicine ma piuttosto dalla Ue dove il rincaro del gas e del petrolio provocherà uno tsunami economico e sociale tra imprese incapaci di produrre con costi troppo elevati, lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione e il rincaro generalizzato delle bollette.

Ma questa situazione provocherà anche conflitti interni ai paesi Ue che solo in questi giorni sta cercando una linea comune per scongiurare il rincaro generalizzato dei prezzi energetici.

Ma tra le nazioni Ue ci sono differenze abissali tanto che la Germania  ha già annunciato una sorta di mega scudo anti-rincari da 200 miliardi di euro, uno scudo impensabile per altri paesi membri.

Queste misure potrebbero anche determinare  contrasti  dentro la Ue perchè resta innegabile che il paese economicamente più forte assicurando sussidi e aiuti metterebbe le proprie aziende in una situazione di vantaggio rispetto ai concorrenti comunitari. 

In virtu' di questi aiuti il capitalismo tedesco potrebbe avvantaggiarsi guadagnando quote di mercato a danni degli altri paesi europei. Le iniziative intraprese da Berlino dimostrano che la Germania, seguita dall'Italia e più staccata dalla Francia, è il paese maggiormente penalizzato dalle sanzioni e dai mancati rifornimenti del gas russo, una situazione che decisamente avvantaggia gli Usa rispetto ai paesi UE consentendo alla nazione egemone nel mondo di guadagnare nuove aree di mercato a discapito dei suoi stessi alleati. Le misure di sostegno tedesche non sono rivolte ad una riduzione dei consumi ma al contenimento dei prezzi come richiesto dalle loro imprese.

Di fatto Berlino non ha accolto la cosiddetta diversificazione energetica ma agito autonomamente per assicurare alle proprie imprese l'approvigionamento energetico come dimostra l'acquisto, rapidissimo, di 5 navi rigassificatrici. E il conflitto interno ai paesi  capitalismo avanzato è solo agli inizi e chiunque oggi racconti la lieta novella di un'Europa coesa

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