Dopo un sorriso l’amarezza........

Dopo un sorriso l’amarezza........corrispondenza da Napoli 

 


Ecco lo scudetto al Napoli, il terzo, e scene smisurate di giubilo. Facce colorate, bandiere al vento, caroselli di automobili, cori infiniti, sfottò napoletani a tutti, Maradona in effige imperante, con i giocatori di adesso, presidente di società, allenatore, tutti santi subito. Da 33 anni il Napoli non vinceva lo scudetto ed allora vai con la festa. Che in effetti anche se non così evidente era già in corso da tempo e sarà in corso ancora sino alla fine del campionato di calcio già vinto. Dicevo nel titolo, dopo un sorriso ecco l’amarezza che resterà al posto di quello. Ci si chiede, da parte di un non tifoso, quale sia il senso profondo di tanta gioia. 

Un’intera città, un’intera semi nazione che esplode, il Sud che si fa beffe del Nord. Basta vedere l’elenco degli scudetti vinti, ed era da più di venti anni che non vinceva una squadra diversa dalla triplice del Nord: Juve, Milan, Inter. 

E scorrendo quell’elenco si può anche notare lo scontro anche giudiziario, da tribunale sportivo, che scorre sotto agli scudetti ed alla non assegnazione dello stesso nel 2004/2005. Ora ha vinto il Napoli quasi a recuperare tutto il cammino perso dal gioco più bello del mondo. Si sottolinea così la voglia di rivincita delle classi sociali e delle squadre meno blasonate verso la sudditanza nordica. 

Ma insomma, al di là dell’analisi sulla conduzione di gioco della squadra e sulla sua campagna acquisti, quello che rimane è il senso di rivincita. Certo assieme agli agguati di camorra (1 morto) ed ai vari feriti (3 non gravi). Ed è ancora un bilancio leggero, anche perché l’ucciso lo è stato non per un fatto legato all’esuberanza calcistica. Ma ripeto, quello che rimane è la voglia di gridare la mondo che esiste anche il sud, questo attraverso il pallone da calcio. La voglia di farsi sentire dal potere e dalla società italiana del nord. 

La voglia di potere contare qualcosa. In una città meravigliosamente corrotta da ogni male. In uno scenario da fine delle illusioni, che ritorneranno inevitabilmente passata la buriana. 

Questo scudetto non serve a nulla, se non alla vendita di merce varia e alla momentanea ubriacatura. Non serve alla città di Napoli che deve in ogni caso fare ci conti con i suoi mali atavici. Non serve a nessun reale cambio di passo della mentalità meridionale e non serve a sanare ferite e ritardi che si accumuleranno nel tempo. Ogni politico sarà lì a cercar di mostrarsi come l’artefice, anche lui, di questa vittoria. Insomma, l’Italia del pallone sarà sempre l’Italia nel pallone. 

Ai napoletani si può augurare tante volontà di capirci qualcosa in questo sovvertimento della loro vita con uno scudetto in più. Per una presa di coscienza, passata la festa, che tutto sarà come prima. Da un bel sogno ci si deva pur ridestare. Presto. “Addà passà ‘ a nuttata.”

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