Il rapporto tra centro e periferia.

 Ha fatto scalpore la lettera della studentessa universitaria pubblicata sul nostro blog (Basta vittimismo? Ma facciateci il piacere (delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com), del resto ha messo in piazza i bilanci economici di una famiglia media, se tale ormai possiamo definirla, alle prese con figli agli studi, mutui, spesa e un potere di acquisto ridottosi nel corso del tempo.



Continuiamo a pensare e a sostenere che la sola strada possibile sia quella di accrescere il potere di acquisto di salari e pensioni senza ridurre le tasse ma per rivedere invece il sistema di tassazione al fine di renderlo equo e progressivo. Ne ricaveremmo fondi con i quali ampliare le politiche del welfare e i servizi pubblici erogati sempre di non indirizzare queste risorse al contenimento del debito o alle spese militari.

Al contrario le ricette padronali, sindacali e Governative sono rivolte alla contrazione delle tasse delle quali beneficeranno soprattutto imprese e redditi elevati, investimenti (o speculazioni?) immobiliari, finanziarie.

Il tema del caro affitti è presenta soprattutto nelle grandi città e in quelle dove la presenza degli universitari dà vita a processi di speculazione , non possiamo ridurre il problema ad interventi pubblici (sui quali poi dovremmo aprire un dibattito pubblico) che limitano l’accesso alla città e alla cosiddetta governance urbana.

Bisogna riconoscere il merito agli studenti e alle loro tende di avere riaperto il problema. Su un giornale di destra leggiamo che la protesta in corso è strumentale perchè gli stessi non avrebbero protestato contro la imposizione del green pass che ha impedito per due anni l'accesso dei non vaccinati alle residenze per anziani o agli studi. 

E' un tema annoso, noi che eravamo insieme agli studenti No green pass sappiamo quanto sia stata lesiva quella scelta contro la quale ci siamo mobilitati ma la protesta di allora, ignorata dalle liste studentesche e perfino dai collettivi, non può essere cavalcata da quanti invece favoriscono i processi speculativi sugli immobili, va ricordato con estrema chiarezza perchè il Governo Meloni nell'emergenza pandemica probabilmente non avrebbe assunto scelte diverse dall'Esecutivo Conte o Draghi, prova ne sia la continuazione delle politiche economiche in salsa liberista temperata.

Se da anni esiste una cronica carenza di alloggi per gli universitari, forse dovremmo guardare alle migliaia di case sfitte sulle quali i proprietari dovrebbero pagare una super tassa (almeno dal secondo alloggio di proprietà in poi), i fondi provenienti dal  Piano nazionale di ripresa e resilienza sono ben pochi e a farne le spese sono i redditi bassi e quelli medi tra caro affitti e perdita del potere di acquisto

Le città turistiche si sono trasformate in strutture di B&B, i centri storici vanno subendo processi di ristrutturazione sui quali dovremmo aprire almeno una riflessione, si spingono gli abitanti verso periferie nelle quali i servizi sono carenti trasformandole in sterminati dormitori se non addirittura in ghetti.

L'accessibilità ai centri urbani è quindi negata dalle politiche immobiliari e turistiche, prenderne atto significa affrontare il problema. E anche la politica urbana con finalità ecologiche è ad appannaggio dei redditi elevati che si possono permettere un appartamento nella ZTL o vetture di ultima generazione, il rapporto tra centro e periferia dovrebbe essere interamente ripensato.

Se guardiamo alle grandi metropoli europee forse rischiamo di andare fuori strada perchè in quelle città i centri storici definiscono una divisione di classe acuitasi nel corso degli anni. I politici di destra se la prendono con le periferie islamizzate ma alla fine questa ideologia nazionalista serve solo a coprire gli interessi materiali di quanti hanno ridefinito i confini tra centro e periferie (nelle quali si sconta anche la cronica carenza dei fondi destinati alla manutenzione e degli alloggi popolari) a sostegno di interessi economici.

I servizi pubblici che collegano la periferia al centro sono stati nel tempo indeboliti almeno nelle grandi città, anche questi servizi pubblici subiscono la scure dei tagli e la governance ad uso e consumo delle elites. Le politiche sui centri urbani sono state pensate per la valorizzazione degli immobili e anche per espellere i ceti popolari dal centro storico a favore del turismo, di questo non si parla più da decenni.

E allora ben vengano le tendopoli contro il caro affitto perchè almeno ripristineranno un dibattito pubblico sul caro vita, sul caro affitti e anche sui processi speculativi in atto nelle città italiane.

Sindacato di base Cub Pisa


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