La sirena assordante delle pensioni integrative...

 Il ricatto, perchè tale è, della previdenza integrativa per integrare il futuro assegno pensionistico diventa giorno dopo giorno sempre più forte.



Il crollo della natalità ha aggiunto un ulteriore argomento per favorire la pensione integrativa, nei luoghi di lavoro si racconta che tra 20 anni le casse dell'Inps saranno tanto povere da non potere garantire il pagamento dell'assegno.

La riflessione dovrebbe essere invece ben altra , chiedersi la ragione del crollo delle nascite che poi riguarda ogni paese a capitalismo avanzato. Tra le risposte quella a nostro avviso più ragionevole è legata alla precarietà occupazionale, ai costi eccessivi delle case e agli interessi sui mutui in crescita dopo l'innalzamento dei tassi di interesse, la difficoltà per molti\e di acquisire prestiti dalle Banche non avendo le condizioni minime per accedervi.

E poi altra ragione della bassa natalità è anche rappresentata da un welfare insufficiente ormai incapace di erogare molti servizi dissanguato com'è da continui tagli. Inutile prendersela con le uscite anticipate degli ultimi anni, anche innalzando ulteriormente, come in parte avverrà con la ripresa dell'aspettativa di vita, l'uscita dal lavoro non raggiungeremo gli esiti sperati che potrebbero invece scaturire da una occupazione vasta e stabile. E a chi pensa a vendere gli immobili pubblici per far cassa rispondiamo con una sola proposta: utilizzare queste proprietà per la emergenza abitativa facendo pagare canoni di mercato a quanti , con incarichi dirigenziali e politici, beneficiano, a prezzi stracciati, di case di proprietà pubblica.

Ma a scanso di equivoci pesa anche il modello sociale, il carrierismo, il deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro e l'affermarsi di modelli comportamentali egoisti.

A detta di Milano Finanza la tenuta del sistema previdenziale pubblico è a rischio  se il rapporto tra lavoratore e pensionato scende sotto 1,5% e in Italia siamo arrivati a 1,42. Il numero dei pensionati ormai corrisponde a quello della forza lavoro attiva.

Non si dice tuttavia che le pensioni del futuro, calcolate con il sistema contributivo, saranno già basse, se pensiamo alla scarsa propensione del sistema italico verso la stabilità occupazionale anche i contributi versati potranno essere insufficienti alla tenuta delle casse Inps.

Da qui nasce la campagna per la previdenza integrativa con un messaggio costruito sulla paura di non avere una pensione una volta raggiunti i requisiti per uscire dal mondo del lavoro. E non basta a lor signori la galassia dei fondi pensioni integrativi legati ai contratti nazionali, si propone a buste paga già leggere investimenti di vario genere e talvolta con grossi rischi (il messaggio lanciato è ovviamente quello di investire più soldi in azioni e fondi ad alto rischio con la promessa di ricavarne maggiore guadagno). Nei paesi ove queste soluzioni sono state praticate le conseguenze sono state nefaste e molti lavoratori si sono trovati con i loro risparmi bruciati da operazioni finanziarie finite in maniera tragica.

La soluzione è quindi altra, quella di rafforzare il welfare non solo per la ripresa della natalità, di stabilizzare il lavoro accrescendo il peso dei contributi in rapporto al futuro assegno previdenziale evitando di trasformare anche il sindacato in piazzista dei fondi previdenziali integrativi


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