Che posto occupa la cultura a Volterra?

Che posto occupa la cultura a Volterra?

Il 5 maggio a Volterra è crollata una porzione di mura medievali che circondano la città. Questo episodio non è nuovo, infatti, come riporta il Corriere Fiorentino, già il “31 gennaio 2014 era venuto giù un tratto murario di circa 30 metri, a causa di una eccezionale ondata di maltempo. 

L'ottobre successivo, con lavori portati a termine a tempo di record - grazie all'intervento della Regione Toscana e del ministero per i Beni culturali furono finanziati, appaltati e realizzati lavori per 5 milioni -, fu inaugurato il tratto di via Lungo le Mura ricostruito dopo il crollo e tornato fruibile dalla cittadinanza. Seguì poi una seconda fase di interventi con il consolidamento del versante al muro di viale Trento e Trieste”.

Augurandoci che anche questa volta i lavori di recupero siano i più celeri possibili, c’è da domandarsi se questi crolli siano evitabili soprattutto alla luce di quanto dichiarato da diverse testate giornalistiche che parlano di concreto rischio di altri cedimenti.

Il giorno successivo al crollo l’ex sindaco di Volterra, Marco Buselli, ha dichiarato che con il primo crollo furono inseriti dei sistemi di monitoraggio radar, poi eliminati a causa dei costi elevati, troppo elevati per le disponibilità di un comune come il suo.

 Ha ricordato anche come sempre nel 2014 venne chiesta una deroga per le spese di difesa del suolo, monitoraggi, restauro, recupero e manutenzione dei territori. Sia ben chiaro noi siamo da sempre convinti che innumerevoli spese, come ad esempio la manutenzione del territorio e dei beni culturali o la sanità e la istruzione dovrebbero essere esclusi da ogni vincolo di spesa.

Si è tanto parlato di borghi in Italia in questi anni, forse facendo anche troppa retorica. Talvolta si è anche voluto spingere essi ad una forzata vocazione turistica e ricordiamolo, di turismo non si vive ma si muore, ce lo insegnano i cittadini delle grandi città d’arte.

 In quest’ottica c’è da chiederci: le spese per la manutenzione e il monitoraggio dei beni culturali e ambientali siano escluse dai tetti di spesa previsti dai patti di stabilità e le istituzioni locali, il Parlamento deve esprimersi in tal senso. Ma ancora meglio, questi aspetti non sarebbero da considerare una vera e propria priorità? Quindi non un mero capitolo di spesa?

 

CUB sindacato di Base Pisa e Provincia

 


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