Per non dimenticare... La Prima Guerra del Golfo: il conflitto del 1991 contro l'Iraq
riceviamo e pubblichiamo la ricerca effettuata da uno studente medio delle scuole pisane
La Prima Guerra del
Golfo: il conflitto del 1991 contro l'Iraq
Primo conflitto post Guerra Fredda che segna il passaggio al nuovo ordine
internazionale unipolare a guida statunitense e la trasformazione della Nato,
sancita dal varo della dottrina strategica: "Il Nuovo concetto strategico
dell'Alleanza".
La Prima
Guerra del Golfo iniziò il 2 agosto 1990 con l’invasione del Kuwait da parte
dell’Iraq di Saddam Hussein. A questo azione militare rispose l'Occidente con l'imposizioni
di sanzioni economiche fatte approvare in sede Onu, con la risoluzione n. 660 che
intimava il ritiro delle truppe irachene e la creazione di una coalizione
internazionale (risoluzione n. 678) che portò all'operazione Desert Storm che,
a seconda delle valutazioni sulla partecipazione dei singoli membri, andava da
31 a 40 stati, nel cui contesto il grosso dello sforzo era sostenuto dagli
Stati Uniti, con settecentomila militari su un totale di quasi un milione di
uomini impiegati.
Le principali cause del conflitto furono le tensioni tra l'Iraq e il Kuwait
per questioni economiche e di rivendicazioni di confine e pure con gli Stati
Uniti, nonché altri paesi occidentali, con i quali i rapporti erano peggiorati negli
anni precedenti alla guerra del 1991, nonostante questi ultimi avessero
sostenuto Saddam nella lunga guerra contro l'Iran (1978-88), poi conclusasi
senza vinti né vincitori.
L'Iraq era un alleato dell'Unione Sovietica durante la Guerra Fredda.
Saddam Hussein, il leader iracheno dell'epoca, aveva stabilito legami politici
ed economici con Mosca, che includevano accordi di assistenza militare e
commerciale. Tuttavia, nel 1990 con la grave crisi in atto, l'URSS non fu in
grado di opporsi in Consiglio di Sicurezza Onu e l'Iraq si trovò privo del
sostegno e della protezione che aveva precedentemente ricevuto, per cui gli Usa
ebbero campo libero per l'intervento militare contro l'Iraq.
L'attacco della coalizione internazionale iniziò il 17 gennaio 1991, con
una massiccia campagna aerea contro le forze irachene. Gli attacchi aerei
miravano alle infrastrutture militari e alle strutture di comando irachene,
nonché alle postazioni di lancio dei missili Scud di fornitura sovietica.
Successivamente, le forze terrestri della coalizione, composte principalmente
da truppe statunitensi, britanniche e francesi, lanciarono un'offensiva
terrestre il 24 febbraio 1991. Le forze della coalizione avanzarono rapidamente
attraverso il territorio iracheno, incontrando relativamente poca resistenza
organizzata. L'offensiva terrestre si concluse con la liberazione del Kuwait e
la sconfitta delle forze irachene. La coalizione internazionale ottenne una
vittoria decisiva, infliggendo pesanti perdite all'esercito iracheno e
costringendo il regime di Saddam Hussein ad accettare un cessate il fuoco,
annunciato dal presidente Usa George Bush (padre) il 24 febbraio
Le conseguenze furono:
1. dopo la guerra, le Nazioni Unite mantennero le sanzioni contro l'Iraq e
avviarono un programma di ispezione delle armi per garantire il disarmo
dell'Iraq (ndr senza una oppositore nella Regione l'espansionismo Usa e Israeliano ha avuto vita facile).
2. nonostante
la vittoria militare della coalizione, la regione del Medio Oriente acuì la sua
instabilità, con conseguenze a lungo termine sulla politica regionale e
globale. La Prima Guerra del Golfo del 1991 rappresentò, infatti, un punto di
svolta nella geopolitica mondiale e nelle dinamiche regionali del Medio
Oriente, segnando l'inizio di un periodo di tumulto e cambiamento nella
regione.
La Guerra del
Golfo del 1991 può essere considerata la prima grande guerra imperialistica
degli Stati Uniti nell'era post-Guerra Fredda. Infatti, dopo la fine della
Guerra Fredda nel 1989 e il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991, gli Stati
Uniti si trovarono nella posizione di unica di superpotenza mondiale senza
rivali. Questo cambiamento geopolitico ha aperto la strada a una maggiore
assertività degli Stati Uniti nel perseguire i propri interessi globali,
compresa l'espansione economica e l'influenza politica attraverso azioni
militari come dichiarò apertamente il presidente Bush padre alla fine della
guerra: "Gli Stati Uniti rimangono il solo Stato con una forza, una
portata e un'influenza in ogni dimensione -politica, economica e militare-
realmente globali. Non esiste alcun sostituto alla leadership americana" (Strategia
della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, agosto 1991). In tal modo la lunga
stagione del Bipolarismo, iniziata ad Yalta nel febbraio del 1945, veniva
definitivamente archiviata.
La Guerra del Golfo del 1991 è stata identificata come un momento cruciale
per l'affermazione del cosiddetto "Nuovo ordine mondiale" basato
sulla leadership unilaterale degli Stati Uniti. Infatti, dopo aver formato una
vasta coalizione internazionale autorizzata dalle Nazioni Uniti per respingere
l'invasione irachena del Kuwait, gli Stati Uniti hanno dimostrato la loro
capacità di proiettare la propria potenza militare su scala globale e di
imporre la loro volontà nelle questioni internazionali. Questo ha segnato un
cambiamento significativo nel panorama geopolitico, con gli Stati Uniti che si
presentavano come la principale forza mondiale che si erse a guida nel nuovo
ordine internazionale. Ciò comportò anche un radicale cambiamento della Nato
che, da organizzazione politico-militare difensiva, nel novembre del 1991 viene
trasformata in strumento di ampliamento della sfera d'influenza statunitense,
con il varo della nuova dottrina strategica denominata "Nuovo concetto
strategico dell'Alleanza".
Gli effetti delle sanzioni, imposte all'Iraq dopo la Guerra del Golfo del
1991, furono devastanti per la popolazione irachena. Esse includevano il
divieto di importare beni essenziali e l'embargo sul petrolio. Milioni di
iracheni, compresi molti bambini e anziani, soffrirono a causa della mancanza
di cibo, medicine e altre forniture essenziali. Le condizioni di vita
peggiorarono drasticamente, e si stima che oltre un milione di iracheni siano
morti a causa delle conseguenze delle sanzioni, tra cui malnutrizione, malattie
curabili e mancanza di cure mediche adeguate.
Le sanzioni hanno contribuito a creare una crisi umanitaria di proporzioni
enormi, suscitando critiche da parte di organizzazioni internazionali per i
diritti umani e sollevando domande etiche sulla moralità e l'efficacia delle
sanzioni come strumento di pressione politica. Mentre gli Stati Uniti e altri
sostenitori delle sanzioni ritenevano che fossero necessarie per costringere il
regime di Saddam Hussein a rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite, i
detrattori argomentavano che fossero inefficaci nel raggiungere i loro
obiettivi politici e causassero sofferenze ingiuste alla popolazione civile,
come in effetti è avvenuto.
Federico Pasquini
Lavoro effettuato nell'ambito del progetto Contemporanea..mente
Fonti consultate:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/cosa-ha-perso-loccidente-vincendo-la-guerra-del-golfo
https://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=battista
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Golfo
https://ilmanifesto.it/trentanni-fa-la-guerra-del-golfo
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