"Marchette elettorali " o ci sbagliamo?

 

L’ULTIMA MARCHETTA ELETTORALE DEL GOVERNO?

 Emiliano Gentili e Federico Giusti

 

Una volta tanto non ci sentiamo di contraddire la Cgil che, per bocca del suo Segretario Generale, ha definito la “manovretta” governativa di fine aprile una sorta di marchetta elettorale. Di cosa parliamo, nello specifico? Della revisione del regime impositivo dei redditi delle persone fisiche (Irpef) e delle società e degli enti (Ires).

In attesa di avere la versione finale del Decreto approvato sorgono, spontanee, alcune riflessioni, mutuate da un contesto socio-economico in costante peggioramento con crescenti disuguaglianze salariali e sociali (documentate nell’ultimo rapporto Oxfam[1]) e l’ulteriore crescita del debito pubblico. Proprio l’aumento del debito, del resto, potrebbe farci diventare osservati speciali della Ue entro fine giugno.

Quanto ai Redditi da lavoro dipendente (Irpef), saranno ampliate le componenti reddituali escluse dal computo, ossia quelle che non vanno conteggiate nel calcolo del reddito e sulle quali, pertanto, non vengono pagate tasse.

Questo, se a prima vista potrebbe sembrare un concreto aiuto ai lavoratori dipendenti, segue in realtà la logica secondo cui ridurre la pressione fiscale per le imprese libererebbe risorse da investire in contratti stabili. Ed è così che, ai precedenti e innumerevoli interventi, sgravi fiscali, agevolazioni e detassazioni varie, si aggiungerà ad esempio la detassazione di contributi e premi versati dal datore di lavoro per i familiari a carico del dipendente[2] (in questo caso determinando, tra l’altro, una ricaduta negativa sul welfare e sul Sistema Sanitario Nazionale).

 

La perdita del potere di acquisto dei salari e delle pensioni continua imperterrita e al contempo, invece di agganciare i salari al reale costo della vita, si opta per la erogazione di un’indennità di 100 Euro, ma solo a partire da gennaio 2025. A beneficiarne sarà una esigua platea di lavoratori dipendenti aventi un reddito 2024 inferiore a 28.000 Euro, ma soltanto quando il capofamiglia abbia coniuge e figlio a carico. O meglio… siccome l’Irpef lorda di chi riceverà questo magro sussidio dev’essere inferiore a quello delle detrazioni spettanti, rimarranno esclusi dai beneficiari anche quei lavoratori poverissimi con un reddito minore di 8500 Euro. Tutto qui? No: i 100 Euro sono una cifra lorda (!!), che verrà tassata del 23% ed erogata dalle imprese. Ne verrà fuori un bonus inferiore agli 80 Euro di Renzi, con un’inflazione per altro molto più alta.

Per quanto concerne l’Ires, infine, lo Stato eviterà di applicare tasse su operazioni societarie straordinarie (riguardanti fusioni, conferimenti, trasformazioni, ecc.) e alcuni tipi di relazioni societarie fra associazioni o società semplici. L’intento, probabilmente, è anche quello di facilitare l’avvio di nuove attività imprenditoriali (magari attraverso fusioni tra aziende) o il rinnovamento di imprese preesistenti. Una piccola “spinta” che probabilmente serve anche a rendere più dinamico il sistema imprenditoriale italiano, nella speranza di portare a casa i progetti in cantiere (primo fra tutti, l’utilizzo dei fondi del Pnrr).

Non è dato sapere, invece, se in futuro arriveranno ulteriori tagli ai salari e all’occupazione. Per saperlo dovremo aspettare il responso Ue sul debito italiano ma questo, come detto sopra, arriverà soltanto fra alcuni mesi. E qualora comportasse l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese aprirebbe la strada a una manovra di fine 2024 “lacrime e sangue”.



[1] Secondo questo Rapporto, i dividendi delle major italiane sono cresciuti dell'86% in termini reali, mente i salari reali hanno registrato un calo di quasi il 13%. Mikhail Maslennikov, La disuguaglianza non conosce crisi, Oxfam Italia, Gennaio 2023.

[2] La detassazione riguarderà quelle prestazioni, svolte anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nella vita quotidiana oppure il rischio di gravi patologie.

Commenti