Come la Cina sta trasformando il mercato automobilistico globale
Come
la Cina sta trasformando il mercato automobilistico globale
Negli ultimi anni, la Cina ha assunto un ruolo sempre
più dominante nell’economia globale. Uno dei settori in cui questa influenza è
più evidente è quello dell’industria automobilistica, soprattutto nel segmento
dei veicoli elettrici (EV). Le aziende cinesi stanno crescendo rapidamente,
esportando in tutto il mondo e creando una forte pressione competitiva sui
produttori occidentali tradizionali.
La
forza del mercato cinese
La Cina rappresenta attualmente il più grande mercato
mondiale per le immatricolazioni di nuove auto. Nel 2023, le vendite hanno
sfiorato i 25 milioni di unità, con una proiezione che le porterà a superare i
29 milioni entro il 2027. Questo straordinario volume di vendite si accompagna
a un tasso di motorizzazione per abitante ancora relativamente basso, il che
suggerisce un ampio margine per una futura espansione.
Non si tratta solo di quantità, ma anche di
innovazione: la Cina si è posizionata come leader nella transizione verso
veicoli sostenibili, investendo enormi risorse nel settore dei veicoli
elettrici e delle tecnologie associate.
Il
dominio nei veicoli elettrici
Con circa 10 milioni di veicoli a nuova energia (NEV)
prodotti nel 2023, la Cina è diventata il principale attore globale in questo
mercato in fase di espansione. La domanda interna cinese è altrettanto
impressionante, con oltre il 35% delle auto vendute nel paese che appartiene
alla categoria dei NEV. Questo risultato è stato possibile grazie al sostegno
mirato del governo, che ha incentivato la ricerca e lo sviluppo, la costruzione
di infrastrutture di ricarica e la riduzione dei costi di produzione.
Le case automobilistiche cinesi come BYD, Nio e Geely
sono ormai protagoniste a livello internazionale, distinguendosi per la loro
capacità di combinare prezzi competitivi con prodotti di qualità sempre più
elevata.
L’espansione
internazionale
Le case automobilistiche cinesi non si limitano a
dominare il mercato domestico: nel 2023, la Cina è diventata il primo
esportatore mondiale di veicoli, superando anche il Giappone. Le esportazioni
hanno raggiunto i 4,91 milioni di unità, di cui 1,2 milioni erano veicoli
elettrici, con una crescita annua straordinaria del 77%.
L’ingresso dei produttori cinesi nel mercato europeo,
in particolare, sta creando una concorrenza sempre più serrata per i produttori
tradizionali. Marchi come BYD stanno guadagnando terreno grazie a una
combinazione di prezzi accessibili e tecnologie avanzate, approfittando della
crescente domanda di veicoli sostenibili.
La
crisi per i produttori occidentali
Mentre la Cina avanza, molte case automobilistiche
occidentali stanno registrando un calo significativo delle vendite. General
Motors, ad esempio, ha visto le sue vendite in Cina passare da oltre 4 milioni
di unità nel 2017 a meno di 2 milioni nel 2024. Un destino simile è toccato a
Volkswagen, che ha perso una fetta significativa del suo mercato nel paese ed è
stata costretta a chiudervi tre impianti produttivi.
Questa difficoltà è dovuta a una combinazione di
fattori: l’aumento della competitività dei marchi cinesi, i costi più elevati
di produzione in Europa e negli Stati Uniti e una transizione più lenta verso i
veicoli elettrici, a causa di scarsi investimenti nella ricerca.
Le
sfide per il futuro
La rapida ascesa della Cina nel mercato
automobilistico globale rappresenta una sfida strategica per i produttori
occidentali. I governi europei e statunitense al momento si sono limitati a proteggere
le proprie industrie con l’introduzione di tariffe doganali sulle importazioni ma
tali misure protezionistiche potrebbero non essere sufficienti a contrastare la
perdita di competitività.
Per risalire la china i marchi automobilistici europei, invece di destinare i profitti interamente ai dividendi come i 4,2 miliardi liquidati da Stellantis nel 2022, dovranno accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo, ridurre i costi di produzione a partire da quelli energetici e migliorare le infrastrutture per i veicoli elettrici.
Mentre dal
lato pubblico, sarà decisiva la capacità dei governi di tornare a programmare
serie politiche industriali e di creare le condizioni per lo sviluppo
della ricerca, in un contesto globale complesso
e in rapida evoluzione come quello attuale, dove l’innovazione e la
sostenibilità rappresentano le nuove priorità.
Alessandro Piazza
Fonti:
- Il Sole 24 Ore
- ICE - Italian Trade Agency
- Corriere della Sera
- Start Magazine
- Agenda Digitale
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