Intervista a Egidia Beretta madre di Vittorio Arrigoni
Intervista a Egidia Beretta madre di Vittorio Arrigoni - Vik Utopia
Egidia Beretta Arrigoni: in Viaggio con Vittorio
di LAURA TUSSI
“Questo figlio perduto, ma vivo come forse non lo è
stato mai, che, come il seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti
rigogliosi"
“Questo figlio perduto, ma vivo come forse non lo è stato mai, che, come il
seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti rigogliosi. Eravamo
lontani con Vittorio, ma più che mai vicini. Come ora, con la sua presenza viva
che ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, dal suo amato
Mediterraneo, soffiando impetuoso ci consegni le sue speranze e il suo amore
per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passandoci il
testimone.”
Bellissime riflessioni: quando le hai scritte?
Scrissi di getto queste parole all’indomani del funerale di Vittorio e
oggi, molti anni dopo, so che questo seme è fiorito e ha fruttificato.
Quel testimone continua ad andare, passando di mano in mano, di cuore in
cuore, come un fiume inarrestabile.
Vittorio è la sorgente; io, solo la portatrice d’acqua che la
alimenta.
La perdita e la memoria del figlio amato hanno inciso
profondamente nella tua esistenza.
Questo è diventata la mia vita.
Per questo viaggio, instancabilmente, da nove anni e racconto a chi ha
orecchie per ascoltare e cuore per accogliere, la sua, di vita, i sogni e le
utopie.
Tutto questo deve essere un percorso doloroso, ma che
comporta gesti d'amore.
Non è mai facile. Prima di ogni incontro, ho bisogno di silenzio e di
meditazione. E, alla fine, mi sento svuotata, aliena alla realtà che mi
circonda.
Il gesto d’amore che mi ha spinto a scrivere “Il Viaggio di Vittorio”, si
ripete quando, partendo da quelle pagine, vado a dispiegare il filo della sua
esistenza, dall’infanzia, alla giovinezza, all’età adulta, variegato e
multiforme, ma sempre teso alla ricerca del senso del proprio vivere, fino alla
raggiunta consapevolezza che solo la ricerca e la lotta per la giustizia, per
la pace, sempre dalla parte degli oppressi, dei dimenticati, potevano dare
significato al suo essere al mondo.
Quali argomenti tratti nel tuo libro "Il Viaggio
di Vittorio"?
Narro del bambino che scrive di San Francesco e Martin Luther King, del
ragazzo che stima Falcone e Borsellino, della grande passione per la musica, la
lettura e la scrittura, dei primi Viaggi di volontariato a soccorrere e
conoscere genti e luoghi al di fuori, finalmente, dai confini “recinti
spinati”, consapevole che, attraversandoli, mettendosi alla prova, scorgerà la
meta.
Mostro i suoi video e li riguardo anche io con la trepidazione della prima
volta e colgo, attraverso gli occhi di chi guarda e ascolta, la mia stessa
empatia ed emozione.
Vittorio ha sempre denunciato in forma nonviolenta
tutte le ingiustizie e atrocità che accadono a Gaza.
Oltre le mie parole, voglio si veda e si ascolti Vittorio, l’esuberanza, la
passione che lo muove, gli affanni, la gioia, la sofferenza, le denunce, la
testimonianza diretta di quel che ha vissuto in Palestina, in Gaza.
E’ qui che il mio racconto si conclude, dove si è concluso il suo Viaggio.
Nella terra che lo ha accolto come figlio e fratello, là dove la tormentata
ricerca del perché esistere ha infine trovato ragione.
Leggo i suoi scritti, che ci immergono in realtà altrimenti sconosciute.
E adempio così un preciso dovere che, sento, Vittorio mi ha affidato.
Non dimenticare mai la Palestina, raccontare, attraverso i suoi anni in
Cisgiordania e in Gaza. Questo popolo, oppresso, ma coraggioso, resistente,
generoso.
Un Viaggio quasi "iniziatico"...
In questo mio andare, ho percorso innumerevoli strade, città e piccoli
paesi, lungo tutta la penisola, in luoghi i più diversi, biblioteche,
parrocchie, centri sociali, culturali, feste Anpi, scuole.
E ogni volta, sento Vittorio presente a sostenermi nel trovare le parole
giuste per chi mi ascolta, adulti, giovani, studenti, anche bambini.
Gli sono riconoscente perché, attraverso questi incontri, ho contemplato
meraviglie di arte e natura mai visti, sono nate amicizie, soprattutto ho
conosciuto un’umanità solidale che non immaginavo, persone generose e
accoglienti, felici di incontrare “la mamma di Vik” e onorarlo onorando
me.
Con questo Vostro Viaggio, riuscite, tu e Vik a
cambiare le coscienze...
E quando, a posteriori, ricevo testimonianze di come la sua vita abbia
cambiato la vita di tanti, specie di giovani, che, sulla sua traccia, stanno
compiendo scelte ugualmente importanti, il mio cuore è felice e l’anima piena
di gioia.
A chi vuole conoscere meglio e di più Vittorio, suggerisco di visitare il
sito www.fondazionevikutopia.org, di leggere
soprattutto le pagine del suo ”Gaza Restiamo Umani”, scritte a Gaza durante il
massacro di Piombo Fuso, la graphic novel "Guerrilla Radio - la possibile
Utopia” di Stefano Piccoli e infine, a chi volesse immergersi nei sogni del
piccolo Vik, il racconto “Il bambino che non voleva essere un lupo”, scritto e
illustrato da Sabina Antonelli, pubblicato a cura della Fondazione Vittorio
Arrigoni “Vik Utopia” Onlus.
E' nata questa importante Fondazione Vik Utopia in
memoria di Vittorio
Parlo della Fondazione, nata per onorare la sua memoria e continuare la sua
azione di impegno civile a servizio del bene comune, dei diritti umani e della
giustizia.
I progetti che abbiamo sostenuto, vanno in questa direzione. Collaborando
con diverse Associazioni, che operano in paesi nel mondo dove situazioni
difficili di povertà o di discriminazione, colpiscono i più deboli, donne e
bambini, seguiamo la strada che Vittorio ha tracciato.
E’ verso i bambini, soprattutto, che va il nostro impegno, consapevoli di
quanto essi fossero nel suo cuore.
Continuerò ad andare, quindi, fino a quando avrò voce e forze per
testimoniare, e, con Vittorio, annuncerò: “Faremo delle nostre vite poesie,
fino a quando libertà non sarà declamata sopra le catene spezzate di tutti i
popoli oppressi”.
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