Guerra: chi divide chi? Due piazze a Pisa e due prospettive antitetiche

Da una parte la Piazza No Draghi, a poche centinaia di metri un presidio nel quale sventolavano bandiere ucraine e della pace. Nella prima militanti del Pc e di altre realtà, nella seconda un coacervo di forze che va da Rc a settori dell'Arci, dall'associazionismo a partiti di centro sinistra e un gruppo di ucraini\e a sventolare le bandiere inneggiando all'intervento della Nato in difesa della sovranità della loro nazione.

Da notare che nella prima piazza non c'era alcuna bandiera nazionale, non della Russia o del Donbass, dove sta allora la differenza?

Senza polemizzare serve tuttavia fare chiarezza riassumendo alcune questioni

  • Nella piazza contro Draghi si è parlato di salari e pensioni, di licenziamenti e di sfratti, di revisionismo storico e politico, di precari\e e disoccupati che non arrivano a fine mese. Nella stessa piazza è stato detto che il No alla guerra passa anche dalla opposizione alla Nato e dalla militarizzazione dei territori, non ultimo quello pisano e livornese attraversato da una base militare Usa e Nato che ha accatastato enormi quantitativi di armi per trasportare le quali il Governo italiano ha acconsentito di collegare la base  direttamente al porto di Livorno e alla ferrovia. Se si vuole organizzare una manifestazione per la pace e contro la guerra è impossibile non fare riferimento al sistema economico che alimenta le guerre, le produzioni di armi e scatena conflitti per il controllo delle vie energetiche e men che mai non menzionare il ruolo della Nato e il suo espansionismo
  • Nella seconda piazza i pacifisti accanto agli ucraini che sposano le tesi di Letta per il quale si dovrebbe aiutare militarmente l'Ucraina
Non aggiungiamo altro, ai posteri l'ardua sentenza


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