Ripartenza dell'economia? Italia fanalino di coda dei paesi Ue? Le riforme "strutturali" richieste dai padroni

 Qualche volta i dati economici vengono letti in misura parziale per occultare la posta in gioco e gli obiettivi strategici.

Ad esempio perchè Confindustria e Istat fotografano un paese, l'Italia, in affanno, con una crescita dell'economia (poi il parametro di riferimento dovrebbe essere non solo il Pil come si evince dalla crescita delle disuguaglianze economiche e sociali) contenuta? Cosa vogliono ottenere dal Governo Draghi e dalla Ue? Dopo il ripristino dei licenziamenti collettivi e degli sfratti ( le ricadute  del 110% sui processi immobiliari e abitativi con la urgenza di valorizzare il patrimonio immobiliare) quali sono le richieste delle classi dominanti? Vediamo qualche dato, nel 2021 l'Italia cresce in misura maggiore alla media dei paesi Ue ma in riferimento all'ultimo triennio la situazione cambia radicalmente e ancora di più se prendiamo in esame i dati economici degli ultimi 20 o 30 anni.

Leggiamo testualmente su Il Sole 24 Ore edizione domenicale:

l’Italia è l’unica a restare a fine 2022 sotto il dato di 15 anni prima, con un -2,8% che si confronta con il +12,9% dell’area euro, il +14,5% della Francia e il +17,5% della Germania.

L'indice di gradimento del Governo Draghi resta elevato in Confindustria perchè dopo anni di economia stagnante serviva un Esecutivo accreditato in Ue e al cospetto Usa, capace di assumere iniziative forti, disposto anche a pericolose, per le classi sociali meno abbienti, contropartite da scambiare con i fondi del PNRR. Da qui i dati che fotografano una crescita dell'economia italiana tra le più alte nei paesi Ue ma dopo anni di crisi, segni negativi del Pil e una caduta vertiginosa dei salari reali, preoccupazione rivolta alla domanda e non alle condizioni di vita e lavorative delle classi lavoratrici.

Ma sempre guardando ai dati Istat si capisce che la crisi del 2007\8 non è ancora superata e l'Italia risulta ancora in grande affanno se prendiamo in esame gli ultimi 20 anni e da qui scaturiscono ulteriori richieste dei padroni al Governo dei Migliori che poi si tradurranno in lacrime e sangue per le classi subalterne.

Ed ecco arrivare, dalle pagine de Il Sole 24 Ore, le conclusioni di Confindustria: 

La crescita è la via d’uscita dal debito, ma ancora prima è la precondizione per creare lavoro e finanziare riforme fiscali, nuova sanità e misure di welfare. Per dare gambe, appunto, alla politica.

Riforma del  fisco, del lavoro e del welfare , queste sono le esplicite richieste padronali con una critica diretta agli equilibrismi del Milleproroghe e un deciso richiamo alla classe politica di lasciare campo libero al Premier Draghi e al suo decisionismo in salsa atlantica. I padroni esigono riforme strutturali e non sono disposti a compromessi. Un esempio tra tutti:libertà assoluta per le trivelle per aumentare la produzione nazionale di gas ponendo fine a ogni divieto e limite. Chi pensava alla svolta Green come trionfo delle rinnovabili dovrà presto ricredersi. 

E la fine dello stato di Emergenza? Da intendere non come potenziamento della sanità pubblica e preventiva ma solo come apertura a favore delle imprese.

E le misure di sostegno ai salari? Detassazione dei premi di produttività da estendere alla Pubblica amministrazione potenziando il welfare aziendale al fine di indebolire quello universale, ergo previdenza e sanità integrative all'orizzonte


 

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