Memoria condivisa? No grazie

Nel 1993 i ministri degli Esteri di  Slovenia, Croazia e Italia i dettero vita a due Commissioni miste storico-culturali  dedicate ad una memoria condivisa sui fatti storici del secolo scorso. Croazia e Slovenia erano già allora paesi nell'orbita Nato e Ue e soprattutto in Croazia il revisionismo storico rappresentava una formidabile arma politica per legittimare la fine dell'esperienza Jugoslava


La Commissione italo-croata non  si è mai avverata al contrario di quella italo slovena, . 


Nell'anno 2004, Governo Berlusconi, il Parlamento italiano approva la legge sul Giorno del Ricordo e da allora parte la campagna di revisionismo storico e politico che porta alla legittimazione del fascismo e della sua occupazione dei territori Balcani.

Parte cosi' una autentica riscrittura della storia novecentesca dimenticando i contenuti di parte slovena che certo non erano teneri verso il vecchio occupante italiano.  Avviene quando lo storico Giovanni De Luna ha definito “paradigma vittimario” di quanti si considerano discendenti del Fascismo e impegnati nell'opera di denigrazione della Resistenza antifascista fino a trasformare criminali di guerra in inermi vittime della violenza partigiana.

In questi anni storici scomodi iniziano a confutare luoghi comuni e posizioni di riabilitazione del passato fascista che si nascondono dietro al ricordo delle Foibe. Questi storici, di orientamento comunista, sono ormai trattati alla stregua di negazionisti tanto che Fdi ha proposto una legge che equipari il negazionismo dei campi di sterminio a chiunque provi a delegittimare la vulgata, ormai ufficiale, sulle Foibe documentando la irragionevolezza di concetti come quelle di genocidio o  pulizia etnica. 

Per essere ancora piu' chiari prima si è decantata la lode della memoria condivisa  per poi passare a una lettura del novecento nella quale le vittime diventano gli usurpatori e autori delle violenze sulla popolazione civile, il tutto all'interno di una cornice di esaltazione del colonialismo e di rivalutazione sostanziale del fascismo.

Innumerevoli contributi di storici sloveni non trovano traduzione e pubblicazione nel nostro paese a conferma che la memoria non puo' essere mai condivisa e quando lo diventa finisce con il rappresentare solo il punto di vista dei piu' forti.

E' di questi giorni la ennesima campagna denigratoria contro gli storici scomodi, ultimo Eric Gobetti, ai quali viene preclusa la possibilità di accedere nelle scuole ove invece hanno diritto di parola esponenti della destra estrema 

Chi invoca una " legge contro i negazionismi” di fatto nega diritto di parola a storici e intellettuali documentati che rifiutano e confutano la vulgata ufficiale sulla Giornata del Ricordo costruita non sull'analisi storica ma sulla campagna di odio degli eredi , piu' o meno mascherati, dei fascisti


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