assemblea del personale camera di commercio: in lotta e in mobilitazione....

L’assemblea dei lavoratori del sistema camerale della circoscrizione amministrativa di Firenze (dipendenti di Camera di Commercio di Pisa, azienda speciale ASSEFI) premesso che
 nei giorni scorsi è stata diffusa una bozza di decreto legislativo di riforma del sistema camerale, che dovrebbe essere approvata in un prossimo Consiglio dei Ministri;
 tale bozza, allegata a un documento protocollato dalla Presidenza del Consiglio, ricalca sostanzialmente quella a suo tempo diffusa nel mese di gennaio, già oggetto di mobilitazione e assemblee da parte del personale camerale e poi disconosciuta da coloro che l’avevano diffusa (MISE ed Unioncamere Nazionale);
 per alcuni aspetti, la versione attuale della bozza risulta addirittura peggiore rispetto alla precedente (abolizione della possibilità di maggiorare del 20% il diritto annuale, introduzione di funzioni da svolgere in regime di libero mercato, divieto di svolgere attività promozionali all’estero, minori garanzie per il mantenimento dei livelli occupazionali, con peggioramento delle previsioni relative alle Unioni Regionali);
ritiene che
 si confermi l’impianto della legge delega, che prevede dal 2017 un taglio del 50% del diritto annuale e la riduzione del numero delle Camere ad un massimo di 60;
 si delinei un sistema di funzioni duale, nel quale quelle istituzionali vengano sensibilmente ridotte a favore dello svolgimento di non meglio precisate funzioni di assistenza e supporto alle imprese, tutte da inventare e a pagamento;
 si proceda, con la chiusura delle sedi secondarie delle camere accorpate, nella direzione di un complessivo allontanamento dello Stato dal territorio, con l’abbandono dei presidi locali e dei servizi ivi svolti, eliminando anche il livello regionale, e con la messa in pericolo di centinaia di posti di lavoro, a partire dai lavoratori in appalto per i servizi di pulizia e di sorveglianza;
 si pongano in essere tagli lineari del personale (le riduzioni del 15% per tutte le camere più quelle del 25% nelle funzioni di supporto delle camere accorpate) che, anche se fossero rimossi da revisioni in extremis della bozza, sarebbero comunque difficilmente evitabili, e forse resi ancora meglio attuabili, a seguito dei processi di riorganizzazione, razionalizzazione e rideterminazione delle piante organiche previsti dal testo;
 non si preveda alcuna clausola di salvaguardia per il personale camerale sul modello di quella prevista per le Province, con la sola applicazione degli artt. 30 e ss. del d.lgs. 165/2001 (mobilità per 2 anni all’80% dello stipendio tabellare e poi licenziamento in caso di mancata ricollocazione), senza possibilità di usufruire di prepensionamenti; in una successiva bozza circolata ieri, comunque, la parte relativa al personale è stata fortemente emendata, prevedendo la possibilità di processi di mobilità fra Camere di Commercio e di ricollocamento del personale in eventuale soprannumero in altre amministrazioni;
 si renda di fatto inattuabile la sopravvivenza di organismi del sistema camerale come le aziende speciali e le unioni regionali, al cui personale in eccedenza sarebbero poi applicati esclusivamente gli ammortizzatori sociali del sistema del lavoro privato e le sole tutele relative al personale delle società partecipate, senza contare, invece, che ai sensi del d.lgs. 165/2001 (e del recente parere del Consiglio di Stato) il personale delle unioni regionali sarebbe da considerare in regime pubblico; sempre nella stessa bozza circolata ieri il riferimento alle tutele previste per le società partecipate è stato rimosso;
chiede quindi
 un congruo rinvio dell’approvazione del provvedimento, in modo da consentire un confronto con le parti sociali che porti ad una profonda revisione della sua impostazione, nel senso di una salvaguardia complessiva del sistema camerale, delle sue attuali funzioni e di tutto il suo personale attualmente occupato a vario titolo. Nel caso in cui il Governo dovesse procedere all’approvazione del decreto secondo i principi sopra delineati, l’assemblea si riserva di adottare qualsiasi forma di mobilitazione e di lotta possa indurre la controparte a tornare sui propri passi e a dar luogo a tavoli di contrattazione e di confronto che portino ad una soluzione positiva della vertenza, anche attraverso forme di petizione rivolte alle imprese”.
Lavoratori Cciaa Pisa

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