Flussi e riflessioni post elettorali

FLUSSI ELETTORALI E NON SOLO

Da una indagine dell'istituto Cattaneo http://altratoscana.info/wp-content/uploads/2016/08/Valbruzzi-Vignati-Cambiamento-o-assestamento..pdf  scaturiscono dati alquanto interessanti e meritevoli di una riflessione collettiva

Partiamo dal Nord e dalla affluenza al voto, dal 2013 ad oggi il calo si attesta quasi al 19% degli aventi diritto al voto, alle urne si reca ormai meno del 60% degli aventi diritto e Lombardia e Piemonte sono le regioni piu' interessate al fenomeno, basti pensare che se confrontiamo le ultime due elezioni amministrative si perdono circa il 10% degli elettori (10,8% Lombardia, 9,1% Piemonte)

Le regioni industriali per eccellenza sono attraversate da una crescente disaffezione verso le urne, una crisi di rappresentanza coincidente con la crisi economica ed occupazionale

Senza entrare nel dettaglio delle cifre questi dati meriterebbero una paricolare attenzione come anche la crescente massa dei non partecipanti al secondo turno del ballottaggio a dimostrare che con l'attuale sistema elettorale un sindaco viene scelto , se va bene, da un quarto degli aventi diritto, insomma con il 20 o il 25% dei consensi si governano città e territori metropolitane. Se questo è sinonimo di democrazia, sarà il caso di capire cosa si intenda per democrazia

Le ultime elezioni confermano il Pd come primo partito ma allo stesso tempo al ballottaggio lo stesso partito della nazione abbia sempre maggiori difficoltà ad affermarsi, di certo si fanno strada le liste civiche e la Lega nord ha recuperato buona parte dei voti perduti con gli scandali che hanno investito i suoi leaders storici negli anni passati
Nelle regioni del Nord dal 2011 ad oggi il pd ha perso innumerevoli consensi, quello conseguito nel 2016 è il peggior risultato negli ultimi anni ma la vera emorragia di consensi è registrata dal centro destra che perde oltre il 10% e con la Lega che nonostante un trand positivo cresce di poco
il 5 stelle non sfonda, eccezion fatta per alcune città soprattutto Torino

Nelle città con popolazione superiore ai 15 mila abitanti  il 5 stelle frena, cresce la Lega, crolla il centro destra, crescono le liste civiche e il pd perde voti

Se guardiamo poi alla esperienza di quella che impropriamente veniva definita sinistra radicale, il crollo è particolarmente vistoso, a Torino l'operazione Airaudo, sostenuta dalla Sel, si è fermata al 3%, il voto delle  liste comuniste è a livelli di prefissi telefonici

Un ragionamento a parte meriterebbe l'analisi del voto nelle popolate periferie un tempo industriali, la crisi economica e sociale si tramuta o nel non voto o nell'aperto dissenso verse le dissennate politiche neoliberiste del pd. Ovviamente il voto non si traduce nel conflitto sociale aperto e diffuso ma le condizioni oggettive ci sarebbero tutte non solo per una opposizione radicata ma anche un terreno fertile per politiche di destra sull'onda della xenofobia

Interessante vedere come siano state disattese le previsioni del voto fatte da società specializzate per le quali il successo di Fassino a Torino era dato per scontato.

Sull'uso dei sondaggi poi dovremmo aprire un ragionamento a parte visto che rappresentano uno strumento sovente utilizzato in termini antidemocratici

Partecipare ad una tornata elettorale comporta ormai avere a disposizione di un singolo candidato risorse economiche e supporti logistici assai costosi, in tempi di crisi della militanza vedere dati di lista negativi e un numero sropositato di preferenze individuali è sempre piu' diffuso con la eccezione del mov 5 stelle

La politica, con la fine dei grandi partiti di massa, è fatta per chi rappresenta interessi forti, lobby e non per rispondere al popolo, suonerà come un luogo comune populista ma questa e solo questa è la verità

Vediamo infine i dati della Toscana che ci riguardano da vicino. Cresce l'astensione , come anche nella vicina Emilia. Il crollo dei votanti riguarda province e città nelle quali il partito comunista superava sovente il 30% dell'elettorato e con un sistema forte e radicato del pd, inutile dire che la lontananza dalle urne è un segnale di sfiducia se non di tacita avversione verso il leader Renzi e il suo sistema di potere.Da qui nasce la sconfitta del pd in alcune zone dove la destra  non aveva mai riportato consensi significativi, un voto di sfiducia verso il Governo e il suo potere locale.Una città come Grosseto già nel 1999 aveva visto la vittoria della destra ma il caso di Cascina (dove rifondazione e comunisti italiani raccoglievano un tempo oltre il 15% dell'elettorato) è particolarmente significativo.
Anche in questo caso una riflessione sul sistema elettorale andrebbe fatta perchè un partito come il 5 stelle con il 16 % dei voti si porta a casa solo due consiglieri , il doppio di qualche lista in coalizione vincente con un quinto dei voti riportati dai grillini

Chiudiamo citando lo studio dell'Istituto cattaneo la cui lettura è vivamente consigliata a tutti\e ove si parla di una cultura del pd avulsa da democrazia reale e capacità di mediazione, incapacità di ricambio e di risposte collegiali, una fiducia spropositata nelle primarie , assenza di una cultura identitaria,  lobby dominanti e divise tra loro nonostante la comune appartenenza allo stesso partito.La decomposizione di quel mondo costruito dal pci e dal pds ha ormai raggiunto il suo pieno sviluppo, quel mondo che oggi si è piegato alle logiche dell'austerità e del liberismo e contro il quale è ormai prioritario costruire una opposizione duratura e radicata nel mondo del lavoro e nelle realtà sociale

I risultati elettorali sono uno spaccato della società ma non rappresentano che una parziale lettura di cosa sta accadendo









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