SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 09/08/16



Invio a seguire e/o in allegato le “Lettere dal fronte”, cioè una raccolta di mail o messaggi in rete che, tra i tanti che ricevo, hanno come tema comune la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini e la tutela del diritto e della dignità del lavoro.
Il mio vuole essere un contributo a diffondere commenti, iniziative, appelli relativamente ai temi del diritto a un lavoro dignitoso, sicuro e salubre.
Invito tutti i compagni e gli amici della mia mailing list che riceveranno queste notizie a diffonderle in tutti i modi.

Marco Spezia
ingegnere e tecnico della salute e della sicurezza sul lavoro
Progetto “Sicurezza sul lavoro: Know Your Rights!”
Medicina Democratica - Movimento di lotta per la salute onlus

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INDICE

COMUNICATO FAO COBAS SULLA STRAGE DI LUGANO

ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO (AIEA) NEWSLETTER LUGLIO 2016

Slai Cobas per il Sindacato di classe slaicobasta@gmail.com
A TARANTO, IL 29 LUGLIO È STATA DAVVERO UNA BELLA GIORNATA!

Muglia La Furia fmuglia@tin.it
CHE FINE AVRA’ FATTO MUGLIA LA FURIA?

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2016

Federico Giusti giustifederico@libero.it
IGIENE AMBIENTALE: NASCONO I COMITATI CONTRO L’INTESA CONTRATTUALE

Federico Giusti giustifederico@libero.it
COMUNE DI PISA: CONDIZIONATORI MA NON PER TUTTI

Osservatorio Nazionale sull’Amianto osservatorioamianto@gmail.com
SULLA QUESTIONE AMIANTO IN THYSSENKRUPP

AIEA Paderno Dugnano aieapadernodugnano@gmail.com
BONIFICA AMIANTO MASSICCIATA STAZIONE NORD PADERNO

Clash City Workers cityworkers@gmail.com
QUATTRO LAVORATORI DELL’ITALTRANS DI BRIGNANO (BG) LICENZIATI: INIZIA LO SCIOPERO DELLA FAME

Clash City Workers cityworkers@gmail.com
FIRENZE: VIDEO INTERVENTO “PUBLIACQUA SIAMO NELLA MERDA!”

VIAREGGIO DAL 9 AL 21 AGOSTO FESTA “PARTIGIANI SEMPRE”

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From: Paolo Dorigo paolo24101959@yahoo.it
To:
Sent: Wednesday, July 27, 2016 5:17 PM
Subject: COMUNICATO FAO COBAS SULLA STRAGE DI LUGANO

FEDERAZIONE AUTISTI OPERAI (FAO COBAS)
COMUNICATO N.1 RELATIVO ALLA STRAGE DI QUINTO (LUGANO, SVIZZERA)
Quanto accaduto coinvolge Koinè SpA, ma ripropone le due antiche questioni generali che la società non vuole affrontare:
-         superlavoro e condizioni di vita degli autisti;
-         manutenzione dei mezzi.
Ricordiamo tra tutti il caso di Cessalto 2008.
Riteniamo responsabili della situazione gravissima attuale italiana del settore, quelle organizzazioni sindacali che firmano ogni cosa, che ritengono che ore e ore ad attendere sotto il sole il via allo scarico, magari in mezzi privi di aria condizionata, non corrisponda ad ore di lavoro!
Quale prima organizzazione sindacale aziendale, del tutto ostica allAzienda Koiné che da quasi 2 anni ha interrotto ogni trattativa con noi, essendo solidali con le vittime e le loro famiglie, siamo vicini al collega, che pur essendo nostro iscritto solo da aprile 2016, ben conosciamo.
La stanchezza e/o le condizioni meccaniche possono far accadere stragi come queste allorquando le condizioni delle consegne calcolate al secondo dalle Aziende e le condizioni del traffico stradale rendono impossibile rispettare le distanze di sicurezza.
Riteniamo che le regole create nel 2006 sulla base della Direttiva Comunitaria 15 del 2002, non siano sufficienti a tutelare la vita degli autisti e degli utenti delle strade, onde non generare quelle condizioni di stanchezza e di disattenzione che possono determinare stragi come questa.
Per esempio il tempo di lavoro nel caso di una coppia di autisti, è fino a 21 ore continue con 9 ore di riposo per 6 cicli continui che portano la coppia di autisti in servizio fino a 8 giorni di seguito. La cosa grave è che si continua a derogare attraverso norme nazionali alle limitazioni alla guida ed al lavoro.
I fatti ormai ci danno ragione. Non passa giornata senza che ci siano ribaltamenti, tamponamenti a catena, anche incendi di camion, una lunga scia di sangue, sulle cui cause i media e le autorità non danno attenzione. La stanchezza di una persona che non può avere una vita normale e un normale ritorno a casa quotidiano, non è ponderabile.
Da anni contestiamo i sindacati confederali che firmano ogni cosa gli sia richiesta da Koiné e che hanno collaborato a chiudere le sedi periferiche il cui lavoro Koiné ha dato a terze ditte, non derivando tali chiusure da perdita di appalti, ma da calcoli finanziari di abbassamento del costo del lavoro, mettendo così i lavoratori di quelle sedi come Petre Gheorghe, trasferito sotto ricatto presso la sede di Madone (BG) da San Giorgio in Bosco (PD), nelle condizioni di dover dire sempre .
Dal punto di vista del codice della strada, è chiaro che un tamponamento presuppone una responsabilità da parte del mezzo che tampona.
Detto questo laccaduto può derivare da diverse cause, prese singolarmente o insieme.
Nella fattispecie, riteniamo che lavoratori come Gheorghe, ordinariamente impiegati in coppia, siano esposti a vari fattori di stanchezza in maniera imponderabile.
Ci auguriamo che siano fatti dalle autorità svizzere ogni genere di verifiche sugli impianti frenanti (trattore e semirimorchio), sulle condizioni di vita di Gheorghe e sul tempo complessivo di impegno in cui il lavoratore sta sul mezzo, dorme sul mezzo, mangia nelle prossimità del mezzo.
Colleghi di tutta Italia, iniziamo a preparare lo sciopero nazionale!
Leggete e diffondete la nostra Piattaforma sindacale!

Federazione Autisti Operai (FAO Cobas)
sede legale nazionale: via Argine destro Canale Taglio, 166-167 30034 Mira (VE)
sede coordinamento regionale Veneto: San Martino Buonalbergo (VR)
sede coordinamento regionale Lombardia: via Hermada, 8 Milano
sede coordinamento regionale Emilia Romagna: Bologna
sede coordinamento regionale Toscana: via Bezzuoli, 12 Firenze
sede federata c/o SLAI COBAS via Modena, 21 Mori (TN)
sede c/o SLAI COBAS via Masseria Crispo, 4 Pomigliano (NA)

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To:
Sent: Thursday, July 28, 2016 9:19 PM
Subject: ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO (AIEA) NEWSLETTER LUGLIO 2016

Il 23 settembre a Roma una giornata di lavoro presso il Senato della Repubblica con lo scopo di promuovere un primo confronto sugli argomenti che ci sembrano quelli principali sui quali non c’è accordo fra esperti in materia giurisprudenziale e processi penali sul tema amianto.
Continua a leggere
L’esperienza di Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto, quali parti civili nella gran parte dei procedimenti giudiziari che riguardano l’amianto, dice che la via della giudiziaria è lunga, difficile e complessa, ma che si deve comunque percorrere per la memoria delle vittime e soprattutto per rendere loro giustizia.
Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto, pur nelle loro diversità di organizzazione e di direzione, chiedono che dai processi si traggano le dovute conseguenze in termini di impegno ad eliminare l’amianto e le altre sostanze e agenti nocivi tossici cancerogeni dai luoghi di vita e di lavoro.
Rinvio a giudizio per 27 dei 29 imputati del caso del disastro ambientale e dell’amianto dell’ex Isochimica di Avellino: dovranno dunque affrontare il processo (gran parte) dei presunti responsabili, accusati (a vario titolo) dei reati che vanno dall’omicidio colposo plurimo, alle lesioni dolose, al disastro ambientale continuato, all’omissione di atti d’ufficio.
La Corte Costituzionale ha stabilito che non si applica il “ne bis in idem” sicuramente per i nuovi casi di morte. In questo secondo processo viene contestato l’omicidio volontario di 258 vittime dell’amianto.
Un importante studio di collaborazione tra i gruppi di ricerca dei Professori Francesco Di Virgilio, Mauro Tognon e Giorgio Cavallesco dell’Università di Ferrara sul mesotelioma maligno della pleura, è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica “Oncotarget”.
Processo Olivetti, condanna per l’imprenditore Carlo De Benedetti e l’ex ministro Corrado Passera. Il giudice del tribunale di Ivrea Elena Stoppini, al termine del processo di primo grado per le morti da amianto alla Olivetti, ha condannato, fra gli altri, a cinque anni e due mesi di reclusione Carlo e Franco De Benedetti, a un anno e 11 mesi Corrado Passera e ha assolto Roberto Colaninno.
Otto ex dipendenti del Teatro alla Scala sono morti di cancro per essere stati a lungo esposti all’amianto. Adesso i loro familiari hanno chiesto di costituirsi come parti civili nel corso dell’udienza preliminare a carico degli ex sindaci di Milano, Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco Formentini, e di altre cinque persone, tra cui l’ex sovrintendente del teatro lirico Carlo Fontana.

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From: Slai Cobas per il Sindacato di classe slaicobasta@gmail.com
To:
Sent: Sunday, July 31, 2016 10:52 AM
Subject: A TARANTO, IL 29 LUGLIO È STATA DAVVERO UNA BELLA GIORNATA!

Le immagini, i video della grande contestazione alla visita di Renzi a Taranto di venerdì 29 luglio, testimoniano come operai, lavoratori, tante donne, madri, lavoratrici, ragazze, come abitanti dei quartieri, giovani, studenti, appartenenti a tante associazioni in prevalenza ambientaliste, siano stati numerosi in piazza Garibaldi, per cui lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto aveva dai giorni precedenti lanciato l’appello a portare, in forma autonoma, libera, individuale e collettiva, le ragioni generali dell’opposizione alla visita e all’azione del governo Renzi, non solo sui temi centrali della salute, del lavoro all’ILVA, ma su tutti i temi che ci toccano in questa città.
70mila disoccupati, decine di migliaia di precari, quartieri abbandonati degradati, mancanza di case, di servizi sociali, masse proletarie impoverite che non si possono neanche curare, una scuola divenuta allucinante per i costi, per la selezione di classe, per la miseria dei contenuti formativi, per il taglio degli asili, il taglio degli insegnanti, ecc.; e, per tornare all’ILVA, decine di migliaia di operai alla mercè dei decreti del governo, che continuano a infortunarsi in fabbrica e a morire, a subire quotidianamente sfruttamento e mancanza di sicurezza, in uno stabilimento sempre più a rischio; e che dire degli operai delle Ditte già massicciamente licenziati, a salario precario; che dire di ogni comparto industriale della città che affronta problemi di riduzione del lavoro, di cassintegrazione, di mobilità; che dire del cimitero, dove “i morti seppelliscono i vivi” e si attende da oltre quattro anni l’inizio di una qualsivoglia bonifica; che dire dei migranti rinchiusi in un hotspot dove si muore di caldo e dove si subiscono anche le conseguenze dell’inquinamento...
E potremmo continuare a lungo questa lista.
Diteci, miserabili porci del governo, delle Istituzioni, miserabili parlamentari, Pelillo in testa, miserabili gestori del Comune e della Provincia, miserabili della stampa, chi rappresentava il 29 la città? La platea di cortigiani belanti in giacca e cravatta, difesi da una quantità sterminata di poliziotti in assetto antisommossa, o le diverse centinaia di persone che sotto il sole cocente dalle 8 del mattino fino alle 16 del pomeriggio, con dignità, civiltà e rabbia hanno espresso le ragioni e i bisogni veri di vita dei proletari e delle masse popolari di questa città?
E voi signori della stampa che parlate dei “200” (in tutta la giornata eravamo almeno il doppio) che state a vedere se durante le 8 ore, per rinfrescarsi sotto gli alberi, o per spostarsi da un posto all’altro a braccare il signorotto fiorentino, in certi momenti erano 50, in altri 300 e più.
Ci contate? Ma quanto cazzo eravate voi e loro, tutti insieme e messi insieme? Eravate pur sempre infinitamente meno di noi. Ed è solo la polizia, probabilmente questa sì più di noi..., che vi ha permesso la passerella e il diritto di rappresentare, di raccontare la vostra favola della città che cresce, si sviluppa, diventa centro della cultura, ecc., ecc.
Renzi parla di insulti. Ma chi insulta chi? Come si permette lui e la sua stampa di insultare chi partecipava alla manifestazione mettendoci la faccia, non avendo paura di dire ciò che tutta Taranto voleva dire ieri: “Renzi assassino”. Girate signori la città, andate nei quartieri, parlate con le masse vere di questa città, e diteci se troverete uno solo che non si trova d’accordo con coloro che contestavano.
La visita di Renzi è stata una patetica fortezza assediata di persone che non possono neanche permettersi di girare liberamente per strada; e se in maniera tronfia, arrogante, con facce abbronzatissime e vestiti firmati, ci provano, anche per soli 50 metri (come il Pelillo di turno) vengono subissati di fischi, insulti giusti e sacrosanti, vengono assediati e chiamati con il loro nome, da una città che gli dice chiaro che lui non può in nessuna maniera parlare a nostro nome.
Pelillo, uno che vuole campare di “poltrone” a vita, si dichiara preoccupato per le elezioni (unico suo problema), e ne ha ben ragione... Pelillo: niente di “personale”. Si fossero azzardati i Vico di turno, così come tutti coloro che stavano alla corte di Renzi, avrebbero avuto il medesimo trattamento. Perchè con il decimo decreto si è chiarito chi come Istituzioni, partito, persone, è dalla parte di Renzi e dei padroni e della continuità della morte di uomini, donne e bambini in questa città, e chi vuole che l’ILVA continui a produrre inquinamento e morte in mano a padroni peggiori anche di Riva, tagliando lavoro e incrementando i profitti.
Noi pensiamo che a Taranto il 29 sia stata una giornata bella. Bella per la rivolta, bella per la ribellione, bella per la chiarezza, bella per la determinazione, bella perchè ha messo in rilievo che a Taranto ormai le città sono due: quella dei padroni e dei loro cortigiani e quella dei proletari, dei giovani, donne, masse popolari che vogliono vedere qualcuno che cominci a protestare per davvero per partecipare via via in maniera progressiva ad una rivolta popolare.
Hai voglia che i giornali riempiono il giorno dopo le pagine delle dichiarazioni, promesse (i fantasmatici milioni in arrivo); hai voglia che si i giornalisti trasformino in portavoce, propagandisti di quello che dice Renzi e il potere. Anche loro sanno benissimo che la contestazione del 29 non è che l’inizio, e che i prossimi mesi lo scontro si farà duro e speriamo non travisato dalla emergente campagna elettorale, da cui nessuno può aspettarsi niente di buono comunque.
Certo ieri i manifestanti potevano essere molto di più e sarebbe stato davvero molto meglio.
Ma i sindacati confederali e l’USB dell’ILVA hanno dato il peggio di sé, dicendo agli operai di rimanere a lavorare, di non disturbare il manovratore, mentre loro andavano a stringere le mani al signore, o facendo scioperi inutili quando Renzi non c’era per tenere in fabbrica gli operai quando Renzi veniva. Al Porto un gruppo di lavoratori ha fatto anche peggio: la foto come pagliacci ridenti intorno a Renzi, persone che sono in cassintegrazione da una vita e vogliono forse continuare a vivere di cassintegrazione, mentre il porto muore e ingoia soldi che non ne assicurerà alcun sviluppo. Ecco, certi operai si dovrebbero vergognare, anche di fronte ai loro figli, alle loro famiglie!
Certo anche più dovrebbero vergognarsi i sindacati confederali. Avevano chiesto a Renzi di andare in fabbrica a incontrarli per illustrargli la loro “fantastica piattaforma”, e anche per evitare che gli operai andassero a protestare e per tenere separati gli operai dai cittadini (il gioco di sempre dei dirigenti sindacali corrotti e venduti dell’ILVA, ai tempi di Riva, durante questi anni dei commissari e già pronti a mettersi al servizio dei nuovi padroni) ma nonostante il loro atteggiamento servile e indegno di chiamarsi ‘sindacato’, sono stati ricevuti solo dalla “sindacalista in carriera” Bellanova e sono andati a fare la claque a Renzi a porte chiuse con il diritto solo di stringergli la mano.
Ma dove devono scappare? I nodi verranno al pettine. I giornali, i decreti, i programmi dei governi dei padroni li sappiamo leggere tutti e prima o poi gli operai, grande forza materiale, tireranno le somme e questi signori stiano sicuri che pagheranno caro e pagheranno tutto.
Il 29 luglio, nonostante il caldo afoso e il periodo estivo a Renzi e ai suoi servi non è andata bene e noi come Slai Cobas per il sindacato di classe siamo davvero orgogliosi di aver acceso la scintilla che può e dovrà incendiare la prateria.

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From: Muglia La Furia fmuglia@tin.it
To:
Sent: Sunday, July 31, 2016 5:21 PM
Subject: CHE FINE AVRA’ FATTO MUGLIA LA FURIA?

Qualcuno se lo sarà chiesto mentre altri si saranno stupiti di non vedere un mio commento agli Accordi Stato Regioni del 7 luglio 2016.
Beh sull’Accordo in realtà non sono stato zitto.
Ho anticipato tutti pubblicando una scheda di riepilogo, condivisa da molti, che ha dato il via ad un vivace dibattito, peraltro non ancora concluso, avvalendomi della consulenza di chi l’accordo non solo lo ha letto ma lo ha anche scritto.
Si tratta dello stesso “Anonimo” che mi ha fornito la tabella di riepilogo pubblicata:
Tra l’altro l’idea di non intervenire era annunciata nel passaggio finale del mio post, laddove scrivevo che mi sarei riservato di intervenire più a fondo. Ma che intanto si poteva scatenare la “bagarre”.
Ebbene sì, lo confesso, nulla di quanto scritto è farina del mio sacco per un semplice motivo: “io l’accordo non l’ho ancora letto”.
E non avendolo letto mi pare giusto evitare commenti su cose che non si conoscono a fondo. Logico, penserete. Ebbene provate allora a entrare nei gruppi di specialisti della prevenzione presenti su Facebook e vi accorgerete di quanto il mio comportamento non sia affatto scontato. 
Giovani tecnici che non solo chiedono cose (e ciò è lecito... anche se una semplice sbirciatina al testo sarebbe giusto servita ad eliminare i dubbi) ma, soprattutto, pur con la premessa che loro l’accordo non l’hanno letto per nulla (o a fondo), non si sottraggono alla impellente necessità di esprimere la loro “alta e qualificata” (pur se inutile o peggio errata e comunque non richiesta) opinione sul tema in questione. “Fuffa”! 
Ebbene, intanto aspettiamo che venga pubblicato (signori si intende pubblicato in Gazzetta Ufficiale e non sul sito della Conferenza Stato Regioni) così almeno avremo una informazione certa: la data di entrata in vigore dell’Accordo. Poi nel merito avremo tempo di capire, di chiarire, di criticare o di apprezzare.
Le porte del mio Blog sono aperte a tutto ciò, con una sola raccomandazione: “NO PERDITEMPO”.
Ed ancora... l’onorevole Sacconi.
Alcuni di voi avranno letto la sconvolgente notizia della presentazione da parte dell’ex ministro del lavoro Sacconi di un Disegno di Legge teso a modificare, semplificandolo (il nuovo mantra che tutto giustifica), il D.Lgs. 81/08, cosiddetto Testo Unico Sicurezza Lavoro (TUSL).
La notizia è stata da più parti commentata in maniera preoccupata. Ci si sofferma in particolare nella critica alla drastica riduzione del numero di articoli e di allegati (rispettivamente 306 e 51) e che, secondo il presentatore Sacconi, “si caratterizza per un’eccessiva complessità legislativa e attuativa”.
Beh se il problema fosse effettivamente questo, direi che il Disegno di Legge dovrebbe essere approvato ad occhi chiusi. Basta pensare alle modifiche intervenute, ai decreti e accordi di attuazione, ai continui rinvii, alle centinaia di sentenze interpretative, alle decine e decine di interpelli (da parte della cosiddetta “Cassazione bis”), alle norme regionali che, con l’intento di semplificarne l’attuazione, su alcuni temi l’hanno resa materia ormai applicabile a livello della singola regione perché al di là dei confini territoriali, cambia tutto.
Però non è solo questo e, secondo alcuni, se passasse una tale riforma, le ricadute per la tutela dei lavoratori sarebbero gravissime, ma non certo per il minor numero di articoli e allegati, bensì per il venir meno di sostanziali diritti per la tutela dei lavoratori.
Peraltro l’ex Ministro Sacconi, quando era al vertice del Ministero del lavoro nel governo Berlusconi, ci aveva già provato a modificare la ex 626/94 presentando una proposta di “Testo Unico” che tra le altre cose si preoccupava di modificare il procedimento ispettivo e sanzionatorio nel modo seguente: “Se ti becco, ti diffido, ma attento che se poi NON ti metti in regola, ti sanziono”
Molti di voi sapranno che la “diffida” quale strumento a disposizione degli organismi di vigilanza è stata giudicata incostituzionale dall’Alta Corte, e quindi eliminata dalla normativa di riferimento. Tanto è che la proposta di Testo unico di sacconiana memoria venne bocciata dalle Regioni e se ne tornò da dov’era venuta (nel dimenticatoio).
Ora credo che voi tutti sappiate che un Disegno di Legge parlamentare difficilmente arriva all’esame del Parlamento, spesso non arriva nemmeno a quello della competente Commissione (nel nostro caso del Senato) e che quindi del disegno di revisione del testo unico dell’onorevole Sacconi difficilmente sentiremo parlare ancora. Un disegno di legge poi che prescinde dalle regole fissate dalle direttive comunitarie... Beh, credo che per ora ci abbiamo perso anche troppo tempo.
E inoltre... il Governo.
Una buona notizia. E’ roba che riguarda l’attività dell’Amministrazione provinciale di Bolzano che recentemente ha varato con legge provinciale una norma che, con la scusa di porsi il “nobile” obiettivo di “razionalizzare e semplificare i controlli sulle imprese”, in realtà si pone l’obiettivo del depotenziamento dei servizi di vigilanza (una delle promesse elettorali dell’attuale Assessora al lavoro Stocker).
Nel testo di legge approvato dal Consiglio provinciale si rinvia ad un successivo Regolamento per definire quelli che risulteranno essere, a discrezione della Polizia Giudiziaria, “gli illeciti amministrativi da sanzionare (quelli che danno possono a danni irreversibile (?)”.
Per comprendere meglio la vicenda potete rileggere quanto ho avuto modo di scrivere nelle scorse settimane/mesi:
Ma la bella notizia sta nel fatto che il Governo nella riunione del Consiglio dei Ministri n. 124 del 28 luglio 2016 ha deciso di impugnare proprio la legge della Provincia autonoma di Bolzano del 24 maggio 2016, n. 10 che presenta alcuni profili di illegittimità costituzionale e che dovrà passare al vaglio dell’Alta Corte ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione.
Uno dei passaggi contestati è proprio quello legato alla “razionalizzazione e semplificazione dei controlli sulle imprese” che eccede dalle competenze attribuite alla Provincia di Bolzano.
Ora vedremo il parere della Corte Costituzionale. Una sola osservazione tocca fare. Eravamo stati in molti a manifestare contrarietà alla normativa in oggetto per palese violazione di regole statutarie e della Costituzione nell’evidente incompetenza della Provincia autonoma nel definire un procedimento che deroga a principi contenuti nella normativa statale.
Incompetenza. Quella stessa incompetenza dimostrata dai vertici dell’Assessorato al lavoro impegnati da anni nel tentativo (peraltro riuscito) di ridurre al minimo il numero, e quindi l’attività, degli Ispettori del lavoro, con il risultato di collocare la ricca e felice isola altoatesina- sudtirolese in vetta per quanto riguarda il fenomeno infortunistico. Primi anche per le “morti bianche”.
E infine… le ferie.
Non aspettatevi in questo mese di agosto un “Muglia La Furia” iperattivo. Ho anch’io le mie cose da fare. Ma ci sentiremo ancora, non preoccupatevi… oppure l’esatto contrario, dipende dai punti di vista.
Buone ferie a chi le deve ancora fare e buon mese di agosto per tutti.

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Monday, August 01, 2016 9:20 AM
Subject: REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2016

REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2016
Sono 375 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno al 31 luglio. Oltre 800 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere.
Al 31 luglio 2015 erano sui luoghi di lavoro 385 (-2,6%). Al 31 luglio 2008, anno d’apertura dell’Osservatorio erano 358 (+4,55%).
Da quell’anno non esiste nessun calo se si prendono in considerazioni tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Moltissimi morti sul lavoro non erano assicurati all’INAIL o lavoravano in nero.
Il 35% dei morti sui luoghi di lavoro sono in agricoltura, tra questi ben il 60% sono morti schiacciati dal trattore che guidavano.
E’ l’edilizia col 18% delle morti al secondo posto di questa triste classifica. Una percentuale di queste morti sono dovuta a cadute dall’alto.
L’autotrasporto continua a pagare un forte tributo di sangue con l’8,2%.
Segue l’industria con l’8%.
Come tutti gli anni i lavoratori morti nell’industria sono dall’8 al 10%.
Incredibile la percentuale di lavoratori ultrasessantenni che sono morti sui luoghi di lavoro in questi primi sette mesi del 2016; sono il 28,2%. A causa della legge Fornero i morti in tarda per infortuni sul lavoro sono aumentati notevolmente. Cosa aspetta il Governo a porvi rimedio?
E’ disumano far continuare a lavorare in tarda età chi svolge lavori pericolosi per se e per gli altri.
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 10,9% sul totale.
MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2016 PER REGIONE E PROVINCIA IN ORDINE DECRESCENTE.
I morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiati nelle province.
Se guardate qui sotto l’andamento delle regioni e delle province pensate che ci sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere.
CAMPANIA 40: Napoli 14, Salerno 10, Caserta 7, Avellino 5, Benevento 4.
EMILIA-ROMAGNA 37: Reggio Emilia 8, Bologna 7, Forlì Cesena 6, Modena 5, Ferrara 3, Ravenna 3, Parma 2, Piacenza 2, Rimini 1.
VENETO 34: Vicenza 13, Padova 6, Belluno 4, Verona 4, Treviso 3, Venezia 2, Rovigo 2.
TOSCANA 30: Massa Carrara 6, Livorno 6, Arezzo 4, Lucca 4, Prato 3, Pisa 2, Pistoia 2, Siena 2, Firenze 1, Grosseto 1.
LOMBARDIA 27: Brescia 12, Bergamo 3, Como 2, Cremona 2, Milano 2, Monza Brianza 2, Pavia 2, Lecco 1, Sondrio 1.
LAZIO 25: Roma 8, Latina 7, Viterbo 5, Frosinone 3, Rieti 2.
SICILIA 23: Palermo 21, Catania 6, Agrigento 3, Caltanissetta 3, Messina 3, Ragusa 2, Enna 1, Trapani 1.
PIEMONTE 22: Cuneo 10, Asti 5, Torino 5, Alessandria 1, Vercelli 1.
PUGLIA 17: Taranto 7, Barletta Andria Trani 5, Foggia 2, Lecce 2, Brindisi 1.
MARCHE 11: Macerata 5, Ancona 2, Pesaro-Urbino 2, Ascoli Piceno 2.
ABRUZZO 11: Chieti 5, Teramo 3, Pescara 2, L’Aquila 1.
TRENTINO ALTO ADIGE 11: Trento 7, Bolzano 4.
SARDEGNA 10: Cagliari 4, Sassari 3, Oristano 2, Nuoro 1.
CALABRIA 10: Catanzaro 4, Cosenza 3, Crotone 1, Reggio Calabria 1 , Vibo Valentia 1.
MOLISE 6: Campobasso 6.
UMBRIA 5: Terni 4, Perugia 1.
FRIULI VENEZIA GIULIA 5: Udine 3, Gorizia 1, Pordenone 1.
LIGURIA 4: Genova 2, Imperia 1, Savona 1.
BASILICATA 1: Potenza 1.
I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province.
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto.
I lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro.
E su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa categoria che è numerosissima e ha una forte mobilità per recarsi o tornare dai luoghi di lavoro.
Anche quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono già 80 dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui luoghi di lavoro il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014.
Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura sempre la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, i metalmeccanici e l’autotrasporto.
L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade, ma le denunce per infortuni mortali sono state 1.107.
Crediamo che anche per il 2015 ci siano più o meno le stesse percentuali.
Nel 2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata un’inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non comportano necessariamente un riconoscimento dell’infortunio mortale.
Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.
Per approfondimenti chiedere mandare mail a Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com.

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From: Federico Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent: Tuesday, August 02, 2016 12:03 PM
Subject: IGIENE AMBIENTALE: NASCONO I COMITATI CONTRO L’INTESA CONTRATTUALE

COMUNICATO STAMPA
La ipotesi di accordo del 10 luglio 2016 relativa alle aziende pubbliche dell’igiene ambientale ha provocato proteste anche tra gli iscritti ai sindacati firmatari (CGIL, CISL, UIL e autonomi).
In Toscana delegati sindacali Cobas, indipendenti, USB stanno raccogliendo firme contro questa intesa e tengono a precisare che gli effetti non si limiteranno solo al settore, per estendersi a tutta l’igiene ambientale e al pubblico impiego.
Il timore è che oltre ad aumenti irrisori e senza recupero del potere di acquisto perduto, il sindacato possa accettare anche l’aumento dell’orario settimanale tacendo sulle malattie professionali non riconosciute che riguardano centinaia di operatori del settore; insomma meno soldi, più lavoro, meno diritti e ben poche tutele per la salute e sicurezza.
Dopo 2 giornate di sciopero e altre 2 previste per il 13 e 14 luglio (poi revocate), CGIL, CISL, UIL, FIADEL accettano “fondamentalmente” le condizioni dettate dalla controparte datoriale UTILITALIA.
Davide Banti (indotto e cooperative), Federico Giusti (Comune di Pisa) e Tommaso Di Lalla (Geofor) sintetizzano in conferenza stampa le loro ragioni:
-         l’aumento da 36 ore a 38 settimanali dell’orario settimanale di lavoro, in cambio di qualche ora di permesso, ma a parità di salario dal 1 gennaio 2017: se calcoliamo il costo di 8 ore di straordinario, l’aumento dei 70 euro del contratto è inferiore di 30 euro, UTILITALIA guadagna non solo l’aumento dell’orario settimanale di due ore, ma risparmia su tutto;
-         emblematica anche l’introduzione del nuovo livello chiamato “S”: nei fatti un salario d’ingresso inferiore al 1° livello da poter sfruttare per potenziali nuovi assunti;
-         il chiaro intento di rivedere in peggio la disciplina delle “malattie brevi” per ridurre i costi aziendali;
-         dopo le pressioni di UTILITALIA, è prevista anche una trattativa per rivedere le normative inerenti il diritto di sciopero con l’intento di limitarne l’uso e gli effetti;
-         l’introduzione del decreto Madia (non ancora divenuto legge) nel contratto dove oltre a prevedere il licenziamento individuale è prevista anche la privatizzazione di aziende di Acqua, Luce, Gas, Trasporti e Igiene Ambientale;
-         70 € lordi di aumenti salariali in 3 anni che rappresentano una vera miseria e i 200 € lordi (non parametrati!) di vacanza contrattuale (per di più erogati in 2 trance) che non sono altro che un’elemosina;
-         si vanificano sentenze della magistratura che imponevano alle aziende il cambio divisa in orario di lavoro.
In agosto parte la mobilitazione dei delegati di base, bisogna spiegare le ragioni per le quali opporsi a questa intesa nelle assemblee che si terranno ai primi di settembre.
Rifiutiamo questa ipotesi di accordo: chiediamo aumenti salariali adeguati che ridiano potere di acquisto perduto in tutti questi anni e non vogliamo che il nostro contratto venga usato come esempio al ribasso per altri contratti. Non vogliamo tornare indietro di anni con questa intesa sottoscritta da CGIL, CISL, UIL, FIADEL!!!
Per questi motivi, Banti, Di Lalla e Giusti lanciano un appello a tutte le organizzazioni sindacali di base, ai loro delegati e alle loro delegate, ai lavoratori e alle lavoratrici “senza tessera” e anche a chi è iscritto ai sindacati firmatari: leggete questo accordo e ragionate con la vostra testa senza giustificazioni alcuna. Se passa questa intesa contrattuale perderemo diritti, salario e agibilità sindacali, le nostre condizioni di vita torneranno indietro di decenni

Davide Banti, Tommaso Di Lalla e Federico Giusti
Contatti: 349 84 94 727

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From: Federico Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent: Friday, August 05, 2016 4:09 PM
Subject: COMUNE DI PISA: CONDIZIONATORI MA NON PER TUTTI

COMUNICATO STAMPA
COMUNE DI PISA: CONDIZIONATORI MA NON PER TUTTI
NEGLI UFFICI STRATEGICI MA NON PER LA CITTADINANZA
La denuncia dei delegati RSU e RLS indipendenti sul microclima al Comune di Pisa.
Da anni denunciamo, come Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza, condizioni critiche riguardanti il microclima in alcuni uffici con temperature elevati e disagi, non solo per il personale, ma per la utenza.
Questo anno speravamo che l’acquisto di 25 condizionatori fosse un deciso cambio di tendenza, avremmo voluto discutere nel merito e nel metodo della distribuzione degli stessi privilegiando uffici e servizi con le maggiori criticità.
Niente di tutto ciò è avvenuto, né sappiamo quale sia stata la richiesta del nuovo datore di lavoro per la messa in sicurezza del Comune, né sappiamo le eventuali risposte e il capitolo di spesa.
Abbiamo letto (http://pisainformaflash.comune.pisa.it/notizie/dettaglio.html?nId=27853) che l’assessore Serfogli parla di grande attenzione dell’Amministrazione Comunale verso la salute e la sicurezza, ma il numero gli incidenti sul lavoro, a Pisa, non diminuisce e ci risulta che la stessa ASL abbia ripetutamente sanzionato Palazzo Gambacorti per l’inosservanza delle normative e siano ancora in sospeso richieste di chiarimenti su numerose questioni, per dirne una sugli orari di lavoro non rispettosi delle leggi vigenti.
Recente è il caso della Sesta Porta con interventi poi realizzati solo dopo ripetute richieste.
La distribuzione dei condizionatori, 25 per un costo ciascuno di 526.41 euro è avvenuta in termini discrezionali, favorendo gli uffici ritenuti strategici dal Sindaco quali la segretaria generale e il supporto Giuridico (4 ciascuno nonostante coinvolgano un numero esiguo di personale), lasciando fuori anche uffici per i quali era stato da tempo richiesto il condizionamento e costringendoci a un ennesimo esposto alla ASL (il caso specifico è quello dei servizi educativi).
La salute e la sicurezza diventano uno spot pubblicitario a uso e consumo della testata giornalistica del Comune, i condizionator si distribuiscono solo a pochi e non in base alle reali necessità.

Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza

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From: Osservatorio Nazionale sull’Amianto osservatorioamianto@gmail.com
To:
Sent: Saturday, August 06, 2016 09:11 AM
Subject: SULLA QUESTIONE AMIANTO IN THYSSENKRUPP

Agli organi di stampa.
L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) vuole vederci chiaro sulla questione amianto in Thyssen-Krupp Terni e quindi torna ancora una volta a sollecitare le pubbliche istituzioni a una più attenta verifica, poiché ben diversamente da quanto sostenuto da alcune parti, anche politiche ed istituzionali, non è affatto vero che l’amianto sia stato tutto rimosso nel sito ternano entro la fine del 1992 e al più entro la fine del 1993.
E’ intervenuto Antonio Dal Cin che, per conto di ONA, ha depositato una istanza indirizzata ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico affinché questa istituzione possa anch’essa intervenire per far luce sull’intricata vicenda.
In buona sostanza, l’ONA chiede una verifica sulla situazione legata al rischio amianto in Umbria e in particolare nello stabilimento ternano della Thyssen-Krupp.
“La richiesta di una più approfondita verifica nasce dall’esigenza di tutela non solo dei lavoratori ma anche dei cittadini. L’ONA torna a chiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta per far emergere eventuali responsabilità politiche e istituzionali, al fine di permettere il prepensionamento dei lavoratori del sito Thyssen e di altri siti umbri, con riconoscimento dei benefici amianto fino al 02/10/03”, dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
L’avvoacto Bonanni ha da tempo rivolto un appello pubblico al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al Ministro del Lavoro Poletti, affinché i lavoratori umbri possano ottenere i benefici previdenziali per esposizione ad amianto fino al 02/10/03, al pari di lavoratori di altre regioni (in particolare, per esempio, i lavoratori Thyssen-Krupp di Torino hanno ottenuto i benefici fino al 02/10/03, mentre i lavoratori ternani dello stesso sito fino al 31/12/92, nonostante a Terni ci sia stato più amianto rispetto al sito di Torino).
Le posizioni del Governo non si sono fatte attendere. C’è una totale chiusura da parte del Governo Renzi in danno dei lavoratori umbri, che l’ONA contesta.
L’ONA, inoltre, apprende dalla stampa la posizione del Governo attraverso le dichiarazioni del Vice Ministro del Lavoro, Teresa Bellanova, e cioè che vada confermato “quanto già sostenuto nella vertenza in sede negoziare e parlamentare rispetto alla non possibilità del Governo di riaprire i termini relativi ai benefici dell’amianto”, riferito ai siti Thyssen-Krupp di Terni e in generale ai siti umbri con presenza di amianto.
“Contestiamo le dichiarazioni dell’onorevole Teresa Bellanova, in quanto il Governo Renzi, diversamente da quanto sostenuto dal Vice Ministro, per altri siti ha disposto la riapertura dei termini come per esempio per il sito Isochimica di Avellino, e ciò dopo alcune riunioni, una delle quali anche presso la segreteria nazionale del Partito Democratico, come appreso da notizie di stampa” - dichiara l’avvocato Bonanni - “e allora, perché invece per lo stabilimento ternano della Thyssen-Krupp e per altri siti non è possibile ristabilire l’equità di un riconoscimento fino al 02/10/03, quando l’amianto è stato presente fino ai tempi più recenti?”.
“I benefici amianto non sono un regalo, bensì un risarcimento e non è ammissibile che la loro concessione sia lasciata alla discrezionalità politica, e quindi per Avellino i termini possono riaprirsi, giustamente, mentre invece per Terni e per gli altri siti umbri si perpetui questa discriminazione e il Governo Renzi assuma questa posizione di assoluto e frontale scontro con l’ONA, le cui rivendicazioni sono state peraltro sostenute anche dal Movimento 5 Stelle in particolare dal capogruppo in regione, dottor Andrea Liberati, e da esponenti nazionali, tra i quali l’onorevole Tiziana Ciprini della Commissione Lavoro e dal Vice Presidente della Camera, onorevole Luigi Di Maio, ai quali rivolgiamo un appello affinché nella loro qualità istituzionale vogliano chiedere un immediato incontro con il Ministro del Lavoro alla presenza di rappresentanze di popolazioni e lavoratori vittime inermi della presenza di amianto in Umbria” - dichiara Antonio Dal Cin, che in data 06/08/16 ha inoltrato un voluminoso dossier amianto in Umbria ai Carabinieri del NOE perché possano dipanare l’intricata matassa.

06/08/16
Ufficio Stampa Osservatorio Nazionale sull’amianto
via Crescenzio, n. 2
00193 Roma
cellulare: 331 98 06 771

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From: AIEA Paderno Dugnano aieapadernodugnano@gmail.com
To:
Sent: Saturday, August 06, 2016 11:31 AM
Subject: BONIFICA AMIANTO MASSICCIATA STAZIONE NORD PADERNO

Buongiorno
in allegato vi invio comunicato stampa della nostra Associazione in merito alla questione della bonifica di amianto della stazione ferrovie nord di Paderno Dugnano.
Cordiali saluti.
Lorena Tacco

COMUNICATO STAMPA
Come Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA), sul problema dei sacchi pieni di pietrisco all’amianto, visibili presso la stazione Ferrovie Nord Milano di Paderno Dugnano nei giorni scorsi, abbiamo interpellato i funzionari dello Spresal di Garbagnate Milanese responsabili per i lavori della nostra zona.
A loro volta per reperire ulteriori informazioni, hanno sentito il responsabile tecnico di Ferrovie Nord Milano ingegner Riva. I lavori sulla massicciata ferroviaria sono stati eseguiti di notte, in assenza della circolazione dei treni. Quindi nessun controllo è stato fatto da parte dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) relativamente alla sicurezza. E’ stata eseguita una campionatura con metodo MOCF da cui è emerso una percentuale di amianto compresa tra 1,3% e 1,7%.
Sulla tipologia del lavoro effettuato ci è stato riferito che il pezzo di massicciata da bonificare. veniva prima spruzzato per evitare che si alzasse polvere, e poi rimosso, con appositi macchinari, meccanicamente.
Il pietrisco veniva introdotto negli appositi sacchi “autorizzati” con la “A” di amianto. I sacchi riempiti di notte venivano rimossi giornalmente. A causa di problemi con l’autotrasportatore però ci sono stati ritardi nella rimozione. Per questo motivo sono stati giacenti nel cantiere della stazione per più giorni.
Rileviamo che i responsabili della sicurezza del lavoro di ATS sono sotto organico e non riescono a seguire come dovrebbero i molti lavori in corso. Anche per questo ben difficilmente escono a controllare in caso di segnalazioni, come abbiamo avuto modo di vedere in altre situazioni.
Dovrebbero, essere messi in grado di eseguire questi controlli anche i membri della polizia locale che successivamente potrebbero segnalare eventuali situazioni anomale direttamente ai tecnici.
Rimane ignoto al momento dove questo amianto rimosso verrà poi smaltito. Come sempre il problema della scarsa informazione ai cittadini emerge sempre.
Ricordiamo ad esempio che per effettuare correttamente la mappatura dei siti contenenti amianto del nostro comune, avevamo più volte richiesto che il modulo di autodenuncia da compilare da parte dei cittadini venisse inviato a tutte le famiglie, ad esempio con la TARI. Ma a Paderno Dugnano a differenza di altri comuni della zona, questa scelta non è ancora stata fatta, disattendendo le indicazioni contenute nel PRAL (Piano Regionale Amianto della Lombardia).
Sempre in tema di rimozione amianto i lavori di bonifica nelle scuole di Padeno Dugnano, Gramsci e Don Minzoni sono stati eseguiti. E’ un dato positivo perché la pavimentazione in vinilamianto è un manufatto pericoloso soprattutto in caso di rotture. L’amianto contenuto nei pavimenti è un amianto “spruzzato” e la sua rimozione richiede particolare attenzione, come abbiamo potuto tristemente appurare, però, nella maggior parte dei casi questi lavori di bonifica si svolgono senza nessun tipo di controllo.
Ecco perché da tempo chiediamo (invano) alla nostra amministrazione anche la costituzione di uno sportello sicurezza e qualità della vita e di una taskforce (polizia locale, tecnici) preparata sui temi della sicurezza, in grado di affrontare le situazioni di emergenza, di segnalazione da parte dei cittadini, in sinergia con Spresal, ARPA e tutti gli enti preposti a questo servizio.
Invece assistiamo al solito rimpallo di responsabilità, per cui alla fine, i cittadini non hanno mai la garanzia che venga tutelata la loro sicurezza e quella dell’ambiente in cui vivono.

Paderno Dugnano 05/08/16
Associazione Italiana Esposti Amianto Sezione Paderno Dugnano
Associazione Italiana Esposti Amianto & Ban Asbestos Network
via dei Carracci, 2
20149 Milano
telefono: 02 49 84 678
fax: 02 48 01 46 80

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From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Sunday, August 07, 2016 11:17 AM
Subject: QUATTRO LAVORATORI DELL’ITALTRANS DI BRIGNANO (BG) LICENZIATI: INIZIA LO SCIOPERO DELLA FAME

Quattro lavoratori licenziati all’Italtrans in questi giorni. La motivazione? Dopo il recente rinnovo del contratto sembra non abbiano superato il primo periodo di prova.
Ma pare che i lavoratori in questione fossero in realtà assunti già da un paio d’anni prima del rinnovo del contratto, e che lavorassero in media 12 ore al giorno, a volte anche durante il fine settimana. Una condizione non propriamente definibile come “periodo di prova”. Appare più probabile che la ragione dell’improvviso licenziamento sia stata un’altra: di recente i quattro lavoratori si erano iscritti al sindacato di base Slai Cobas, seppur senza che questo avesse comportato particolari azioni o prese di posizione e questo è stato il pretesto per lasciarli senza più un’occupazione.
Proprio per protestare contro i ritmi di lavoro estenuanti e disumani, che a lungo andare possono sicuramente portare a condizioni psicofisiche insostenibili, i lavoratori avevano deciso di iscriversi al sindacato. Il costante controllo da parte dell’azienda sulla produzione mette tutti i lavoratori sotto pressione: il lavoro, sostanzialmente “a cottimo”, prevede l’impacchettamento di un numero piuttosto elevato di colli. Tramite un auricolare, il lavoratore esegue gli ordini che una voce elettronica gli impartisce, correndo da un reparto all’altro per svolgere i propri compiti. Se non si raggiungono i livelli e i parametri prestabiliti dall’azienda, il lavoratore considerato troppo lento viene deliberatamente lasciato a casa per qualche giorno: la pressione del fare tanto e nel minor tempo possibile è quindi alta, palpabile, e i ritmi di vita diventano insostenibili.
A questa situazione si aggiungono gli altri atteggiamenti da parte dell’azienda, come gli improvvisi spostamenti di turni, i cambiamenti di orari, le modifiche di mansioni (repentini cambiamenti che, come nel caso della sede di Basiano, vengono comunicati tramite dei messaggi sul telefono cellulare degli interessati, andando quindi a intromettersi anche nella sfera della vita privata dei singoli). Nel caso il lavoratore non fosse disponibile il rischio è quello di perdere il posto di lavoro. Effettivamente il contratto nazionale per la logistica e i trasporti consente alle varie aziende di stipulare regolamenti e statuti interni particolari, e anche di spostare il personale: ma probabilmente non consente di utilizzare questi metodi per selezionare i lavoratori e di fatto scartare coloro che pare facciano di meno, o coloro che possono venir considerati “scomodi” in quanto iscritti a un sindacato di base.
Per questi motivi, ormai da due giorni i lavoratori licenziati stanno seguendo uno sciopero della fame, affiancati da tanti altri. La lotta dei dipendenti dell’Italtrans si è divisa, nell’ultimo periodo, sostanzialmente in due parti: una precedente al 1° di aprile, durante il quale si son viste susseguirsi manifestazioni, scioperi e blocchi del magazzino per un’intera giornata, con lo scopo di mantenere i propri posti di lavoro e pretendere ritmi più umani; e un’altra parte, successiva al 1° aprile, in cui si è visto un cambio di appalto e il conseguente subentro delle due attuali cooperative.
A causa dei recenti scioperi, il periodo immediatamente successivo al cambio di appalto sembrava potesse condurre a degli effettivi e positivi accordi; ma di fatto i problemi non si risolsero, e le richieste dei lavoratori non hanno accennato a interrompersi, tanto che le forme repressive da parte dell’azienda si sono fatte sempre più evidenti, fino ad arrivare al licenziamento.
Oltre a queste complicanze, durante il corso dell’anno, i lavoratori hanno inoltre cercato di ovviare ai problemi ignienico-sanitari all’interno dell’azienda, e si è presentato un esposto all’ASL: tramite questo si è riusciti a risolvere alcuni dei problemi, nonostante ancora la situazione non sia delle migliori.
Al fine di aprire un tavolo delle trattative è stata inviata una richiesta al Prefetto, poiché ai lavoratori Italtrans pare assurdo che sia di per sé ammissibile una tale violazione dei diritti della persona, come pare assurdo che vengano attuati atteggiamenti antisindacali e di repressione, oltre a un potenziale rischio di chiusura di uno dei magazzini, a discapito dei lavoratori e delle loro famiglie a carico.
Per ora la Prefettura non ha dato alcuna risposta, e per questo, tra la manifestazione di venerdì scorso e le altre mobilitazioni che stanno avvenendo in questi giorni, i lavoratori non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Gli obbiettivi rimangono l’ottenere non solo delle risposte da parte della Prefettura, ma anche e soprattutto delle condizioni di lavoro e contrattuali migliori e l’immediato reintegro dei lavoratori recentemente licenziati.

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From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Sunday, August 07, 2016 11:17 AM
Subject: FIRENZE: VIDEO INTERVENTO “PUBLIACQUA SIAMO NELLA MERDA!”

L’estate addosso non è una bella canzoncina o un film in uscita per i lavoratori che spesso vedono peggiorare ancora di più le loro condizioni di sicurezza e salute nei mesi caldi.
E’ quello che sta succedendo in Publiacqua (azienda privatizzata dal Comune di Firenze), nell’impianto di potabilizzazione dell’Arno, dove le RLS denunciano da tempo l’insalubrità dell’aria che si respira!
Spesso ci siamo sentiti definire “il popolo del no”, quelli sempre contrari a priori, ma delle proposte serie in realtà le abbiamo: ispezione immediata dell’ASL e trasferimento dei lavoratori! Altrimenti ci vadano i dirigenti superpagati a lavorare nell’impianto dell’Anconella! Continua così il semestre rosso di lotta annunciato dall’USB Publiacqua di Firenze, qui di seguito video intervento e comunicato dell’USB

PUBLIACQUA: SIAMO NELLA MERDA
Il caso dei Lavoratori Pianificazione - Dispacciamento - Telecontrollo
Spesi quasi due milioni delle bollette dei cittadini per far migrare un centinaio di addetti presso un impianto industriale (Potabilizzatore Anconella Firenze), dove, a nostro avviso, in base al Testo Unico sulla sicurezza DL 81 dovrebbero esserci solo personale di conduzione dell’impianto.
Dopo i problemi di quest’inverno con il biossidio (lavoratori con bruciore agli occhi e problemi alle vie respiratorie) oggi siamo alla presa con odori nauseanti negli ambienti di lavoro (possibile provenienza fogne e fanghi).
Per la direzione aziendale “no problem”: bene come USB proponiamo di spostare i lavoratori in direzione generale e trasferire i dirigenti e membri del consiglio di amministrazione in questi uffici!
Pensiamo che sia giunta l’ora di incrociare le braccia e andare tutti insieme e uniti sotto la Direzione aziendale e rivendicare la collocazione di tutti gli addetti in ambienti di lavoro sicuri e salubri.
Se i lavoratori lo vorranno, USB c’è!
Firenze, 6 agosto 2016 USB Publiacqua

QUESTE LE ULTIME SEGNALAZIONE PERVENUTE AI DELEGATI ALLA SICUREZZA RLS
26 luglio 2016 08:23
Buongiorno, 
è da diversi giorni che all’interno della sala dispacher è presente un odore nauseante.
I colleghi mi dicono che anche l’altra settimana ci sono stati episodi di “puzza”. 
Stamattina l’odore è particolarmente insopportabile. 
Attendiamo con fiducia che vengano presi provvedimenti e con l’occasione vi ricordiamo di risolvere tutte le questioni ancora in sospeso. 
Grazie
26 luglio 2016 18:07 
salve vi volevamo segnalare che nella sala è presente un forte odore di fogna e fanghi, proveniente dalle bocchette di diffusione dell’aria.
Siamo stati costretti ad aumentare la temperatura per far si che si fermassero le ventole e aprire le finestre, riscaldando ulteriormente l’ambiente e il disagio lavorativo.
Saluti
5 agosto 2016 09:08
Buongiorno,
sono appena entrata al lavoro e nella sala c’è un odore nauseante. 
Ieri l’odore era solo dalla parte dei pianificatori oggi si espande anche da noi.
Mi domando se è corretto che io rimanga alla mia postazione di lavoro a respirare questa schifezza o se le organizzazioni sindacali possano chiedere che i lavoratori siano immediatamente spostati. 
Credo che a nessuno faccia piacere, a di là della pericolosità o meno, dover respirare puzzo!!!
Saluti

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From: Maria Nanni mariananni1@gmail.com
To:
Sent: Sunday, August 07, 2016 11:26 AM
Subject: VIAREGGIO DAL 9 AL 21 AGOSTO FESTA “PARTIGIANI SEMPRE”

Vi aspettiamo, diffondete.
Ciao, grazie.
Maria 

FESTA POPOLARE DAL 9 AL 21 AGOSTO
del Circolo “Partigiani Sempre” Tristano Zecanowski “Ciacco” con Lotta Unità e il Coordinamento Comunista Toscano
Viareggio - Darsena Pineta di Levante (tra Stadio dei Pini e Palazzetto dello Sport)
Martedì 9 agosto ore 18.00: in apertura della Festa il ricordo del compagno Fabio Giannecchini “Fabietto”
DIBATTITI:
martedì 16 agosto - ore 21.45
Sulla questione internazionale: imperialismo e resistenze
partecipa Manlio Dinucci, saggista e giornalista
venerdì 19 agosto - ore 21.45
sulla questione sindacale: controriforme padronali e conflitto operaio
PRESENTAZIONE LIBRI
giovedì 11 agosto - ore 17.45
“La Francese” la lunga vita di Giovanna Mayne di Virginio Monti. Partecipa l’autore
venerdì 19 agosto - ore 17.45
“Mai senza rete” 13 autori sulla salute e la sicurezza del lavoro. Partecipa Simona Baldanzi
sabato 20 agosto - ore 17:45
Amianto: morti di “progresso” di Michele Michelino e Daniela Trollio. Partecipano gli autori
SPETTACOLI E CONCERTI GRATUITI (ore 21.45)
martedì 9: Kinnara - Cover De André
mercoledì 10: Leo Boni - Blues
giovedì 11: Elisabetta Salvatori in teatro “Scalpiccii sotto i platani”
venerdì 12: Coro d’Assalto “Garibaldi” - Canti popolari di lotta
sabato 13: Nait Orkestra con Manolo Strimpelli - Musica Folk
domenica 14: M.U.S. - Musica e ritmi del Sud Italia
lunedì 15: Contratto Sociale - Canti popolari di lotta
mercoledì 17: Giorgio Dolce - Musica brasiliana
giovedì 18: Maran Oriental Ensemble - musica etnica
SABATO 20: BANDA BASSOTTI - MUSICA SKA
domenica 21: I Carlito Brigante - Musica latino-americana
E la Festa continua a sostegno di disoccupati e disoccupate
lunedì 22: CarnevalDarsenaSciò - Spettacolo in omaggio di Egisto Malfatti
martedì 23: A. Benedusi e J. Gori - Canti popolari e teatro
Tutte le sere Cucina, Bar, Libreria, Stand

Bar dalle ore 18.00

Cucina dalle ore 19.45


Circolo Partigiani Sempre
Lotta Unità
Coordinamento Comunista Toscano

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