Enti locali: dipendenti biblioteche e musei esentati dal servizio? Tornano le attività indifferibili ma gli Enti locali non hanno imparato dal lockdown

I contagi si diffondono, musei e biblioteche sono chiusi al pubblico, gli Enti locali per lo piu' non hanno ripensato la modalità di gestione dei servizi, rari sono gli esempi di audio e videoletture, di servizi a distanza per orientare i lettori, le visite guidate in streeming sembrano una utopia

Nei mesi trascorsi avremmo dovuto ripensare alle modalità di gestione di questi servizi, non averlo fatto sminuisce e depotenzia ruoli e funzioni delle attività culturale e condanna la forza lavoro o agli ammortizzatori sociali oppure a un utilizzo parziale che darà sponda a quanti chiedono di estendere gli ammortizzatori sociali a tutta la Pubblica amministrazione.

Il  Dpcm  dello scorso 3 novembre, dopo mesi di sospoensione, ripristina il concetto dell'indifferibilità delle attività da rendere in presenza nelle zone rosse, è quindi possibile la esenzione del servizio seppure in termini e numeri assai piu' contenuti della primavera scorsa qualora non si riesca a procedere con lo smart. 

A tal ruguardo rinviamo anche a una nota Anci con misure valide fino al 3 Dicembre quando sappiamo , fin da ora che la emergenza continuerà almeno fino a dopo il periodo natalizio.

C'è da dire che l'istituto dell'esenzione dal servizio non era stato cancellato ma solo sospeso e le varie circolari della Funzione pubblica non erano state esempio di chiarezza. Il dirigente dovrà prima valutare le esigenze di servizio ma se questo servizio è stato ridotto ai minimi termini (il prestito) senza pensare a servizi alternativi, come sarà possibile ripensare la programmazione delle attività in epoca pandemica?

I contagi stanno distruggendo la cultura per la palese incapacità dei soggetti pubblici e privati di prevedere modalità diverse di erogare i servizi, affidarsi alla rete o alla tv per le attività che possono essere svolte senza assembramenti e nel rispetto delle normative anticontagio.

I dirigenti degli Enti locali dal canto loro dovrebbero, con il contagocce, individuare i servizi  per i quali non sia possibile lo smart e solo a quel punto esentar dalla prestazione i dipendenti per i quali non si puo' prevedere il lavoro agile.

I mesi trascorsi avrebbero dovuto insegnare che è possibile non solo cambiare momentaneamente i profili per consentire la modalità agile ma anche rivedere le modalità con le quali erogare i servizi anche se, per la ennesima volta, non è stato fatto quel salto di qualità per il quale la Pubblica amministrazione sembra non essere attrezzata per la assenza di idee e programmazione da parte dei vertici dirigenziali e politici .

Siamo in emergenza, molte Regioni in zona rossa ma i contagi sapevamo sarebbero ripresi in autunno con grande forza. Nel frattempo poco è stato fatto, la cultura sta morendo e molti servizi non sono erogabili per la mancata digitalizzazione e per l'assenza di un ripensamento degli stessi. E il risultato? I dipendenti pubblici vengono sottoposti al pubblico ludibrio, musei e biblioteche, ma anche i cinema e i teatri, chiusi, una situazione surreale se pensiamo che fino a pochi giorni fa numerosi enti locali di piccole e medie dimensioni avevano ancora gran parte della forza lavoro in presenza. 



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