Terapie intensive e ospedali al collasso

 Non avevamo bisogno della sfera di cristallo per immaginare che in autunno il virus avrebbe ripreso a mietere vittime con ospedali e terapie intenstive al collasso.

Mentre imperversevano, in estate, discussioni salottiere sulla minor carica virale del covid con giornalisti e politici divenuti all'improvvisi insigni virologi, perdevamo tempo sulle questioni dirimenti, dalle assunzioni di personale nella sanità alla requisizione, mai avvenuta, di strutture private per curare gli ammalati. E si è perso tempo sui tamponi, per settimana avremmo dovuto eseguire test di massa a partire da insegnanti e alunni, sarebbe stato ragionevole non riaprire le discoteche e rivedere l'assurdità dei numeri chiusi per le professioni sanitarie. E ancora i provvedimenti,  tardivamente adottati, per contenere l'afflusso sui mezzi pubblici, le sanificazioni indispensabili  ma scarsamente realizzati nei luoghi di lavoro, sono questi i fatti taciuti che hanno portato a sottovalutare gli effetti del ritorno di un virus che ad oggi provoca ogni giorni oltre 350 decessi.

Molte cure sanitarie e ospedaliere sono sospese, reparti e terapie intensive ai limiti di guardia, se i contagi dovessero aumentare (come pare che sia) presto saremmo in situazioni di emergenza forse piu drammatiche di Marzo e APrile.

Quasi 600 mila positivi sono un dato preoccupante e inferiore al numero effettivo, nel frattempo si continuano a emanare ordinanze che a distanza di pochi giorni risultano del tutto inadeguate.

Continua cosi' la strage da covid con la classe politica che palesa la sua inadeguatezza a fronteggiare i contagi assumendosi l'onere di decisioni dirompenti che non potranno piu' essere compatibili con i dettami di Bruxelles e il contenimento della spesa pubblica. La salute e la sicurezza sono una priorità assoluta, quando ne prenderemo atto forse sarà troppo tardi

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