Informativa sindacale al comune Pisa


In attesa della prossima delegazione trattante, prevista per il giorno 30 Novembre p.v., la RSU del Comune di Pisa ha spiegato all'Amministrazione comunale quanto sia inaccettabile l'aumento del fondo delle posizioni organizzative a fronte della assunzione di nuovi dirigenti e di una macrostruttura sulla quale non si è voluto costruire alcun confronto con la parte sindacale limitandosi al solo invio dei documenti, invio, va ricordato, in ottemperanza agli obblighi di informazioni da rendere alla parte sindacale.

Nonostante la diminuzione del personale il fondo per le PO è rimasto invariato nel corso degli anni, ragione per cui non è comprensibile l’incrementarlo anche in considerazione che tale incremento porterebbe ad un aumento del limite del tetto del fondo togliendo quindi risorse a disposizione di tutti. Anche in merito alla pesatura delle posizioni organizzative crediamo che la esperienza dovrebbe indurre a dei cambiamenti radicali visto che la pesatura delle stesse è motivo di crescenti malumori tra i titolari delle stesse PO.

Quanto poi alle specifiche responsabilità, nulla osta a un piccolo incremento del fondo fermo restando che da settimane la RSU ha chiesto una discussione sui criteri di erogazione delle stesse sapendo che tra i beneficiari troviamo (sovente) quasi sempre gli stessi colleghi, pur in presenza di cambiamenti organizzativi della macro e microstruttura. Senza nulla togliere ai meriti di colleghi\e, da sempre crediamo che le conoscenze nell'Ente debbano essere trasmesse all'interno del personale e non rappresentare una sorta di rendita di posizione. Il tutto si spiega con la assenza di percorsi trasparenti e complessivi di formazione per consentire al personale di acquisire conoscenze sempre nuove.

Le specifiche andrebbero infine individuate ad inizio anno e non alla fine, sottoposte a verifica dei risultati raggiunti e solo alla fine dell'anno deciderne la erogazione.

Nel corso degli incontri succedutisi abbiamo condiviso la necessità di incrementare la indennità spettante al personale della PM, parliamo del servizio esterno regolamentato dall'articolo 56-quinquies del contratto 21 maggio 2018, la nostra proposta sarà presentata nel corso della prossima delegazione trattante: un aumento simbolico non solo per differenziare tale indennità da quella di condizione lavoro ma per il dovuto riconoscimento a chi in prevalenza opera sul territorio.

Come ricorderete poi, l'impegno assunto dalla RSU era di ripartire con le progressioni orizzontali (PEO) a partire dal personale ex apicale al 31.12.2015 escluso dalle ultime PEO perché le nuove figure apicali sono state introdotte solo dal 21.05.2018 con la firma del nuovo CCNL e quindi, anche nell’ultimo anno di PEO, appunto il 2018, non era stato possibile fare la progressione in quanto al 01.01.2018 tali nuovi livelli non esistevano.

Ora questo impegno potrebbe essere disatteso non per volontà delle RSU ma per alcuni recenti pareri dell'ARAN, dal fatto che l'Amministrazione non pare voglia prendere in esame questa opportunità. Senza creare false aspettative, cercheremo ad esempio - ma è solo una proposta\via di uscita da verificare - di prendere in considerazione, in sede di contrattazione decentrata, la decorrenza dell'ultima progressione insieme all'anno in servizio nell'ente individuando, con la parte pubblica, alcuni criteri che dovranno tuttavia essere inattaccabili rispetto ad eventuali controlli del MEF o della magistratura contabile.

Questi pareri prevedono scarsi margini di manovra laddove l'ARAN ricorda "che le norme contrattuali che consentono le progressioni orizzontali solo per una quota limitata del personale, devono uniformarsi alle indicazioni della Funzione pubblica e della Ragioneria Generale dello Stato che stabiliscono il tetto nel 50% dei dipendenti che hanno titolo a parteciparvi" e "che il periodo minimo di almeno di 24 mesi di permanenza nella posizione economica in godimento costituisce un requisito di partecipazione alla procedura per l’attribuzione della progressione economica orizzontale che non può in nessun caso essere modificato, in aumento o in diminuzione, in sede di contrattazione integrativa".

Di conseguenza la proposta di fare le progressioni orizzontali nell'arco di un biennio, tra il 2021 e il 2022 non è piaciuta alla parte Pubblica che ha affermato di essere contraria alle PEO rivolte alla totalità, o quasi, del personale come avveniva negli anni passati e che comunque non ci sarebbero le risorse necessarie per procedere in tal senso.

Infine una questione dirimente di cui siamo venuti a conoscenza solo nella delegazione trattante del 02 novembre u.s. relativamente ai rilievi del MEF mossi a seguito dell'ultima ispezione del maggio 2019.

Vi ricorderete che nell'anno 2014 l'assemblea del personale diede mandato alla RSU di allora di non firmare il decentrato per cui l'Amministrazione ritenne opportuno procedere con un atto unilaterale. Solo successivamente, a distanza di pochi mesi, primavera 2015, parte pubblica e parte sindacale avvennero ad un nuovo accordo che portò alla firma nel successivo luglio del contratto integrativo 2014.

Abbiamo appreso che l'inserimento di risorse aggiuntive sul fondo 2014 per il trattamento economico accessorio del personale, non era stato supportato dal parere dell'allora OIV e, per questo motivo, il MEF ha rilevato al Comune di Pisa una contestazione di circa 224 mila euro. Non si tratta, come erroneamente detto da qualcuno, di una errata composizione del Fondo con tanto di indennità e produttività erogate nel disprezzo delle normative ma piuttosto della mancata certificazione dell'incremento del Fondo nonostante la erogazione della produttività approvando l'allora ciclo della performance.

Ricordiamo poi l’indicazione contenuta nel Parere Aran che vieta la stipula di un’ipotesi di contratto collettivo decentrato integrativo in presenza di rilievi da parte del Collegio dei revisori. Nel 2015 il Collegio dei Revisori non condivise l'incremento del Fondo nell'atto unilaterale sottoscritto dall'Amministrazionelo stesso incremento venne dal medesimo Collegio approvato pochi mesi dopo all'interno di un accordo con la parte sindacale. Per essere ancora più chiari: per l'anno 2014, l'Ente non ha prodotto il parere dell'OIVma due pareri del Collegio dei revisori dei conti di senso contrapposto. Un primo parere, preso atto della volontà dell'Amministrazione di inserire risorse aggiuntive sul fondo pari ad euro 224.840,00, con il quale il Collegio riconosce la compatibilità dell'atto unilaterale con i vincoli di bilancio ma non ritiene di poter attestare "pari compatibilità con le disposizione di legge inderogabili che incidono sulla misura e sulla corresponsione dei trattamenti accessori" ed un secondo parere con il quale attesta nuovamente la compatibilità dell'accordo ai vincoli di bilancio che con le disposizioni di legge relative alla corresponsione dei trattamenti accessori tuttavia invitando le parti "ad uniformare maggiormente la loro attività ad una più puntuale azione di analisi e di aderenza alle disposizioni inderogabili di legge, ponendo particolare attenzione alle misure a alle norme che regolano la corresponsione dei trattamenti accessori".

In riferimento a quanto sopra, il MEF evidenzia che l'attestazione resa dal Collegio dei revisori dei conti non può mai ritenersi equivalente a quella prescritta dall'Organismo di valutazione, in quanto solo quest'ultimo può verificare e certificare l'effettivo concreto aumento delle prestazioni rese dal personale e il raggiungimento degli specifici obiettivi di produttività e di qualità dei dipendenti, che costituisce condizione legittimante l'incremento delle risorse in esame. Ma il rilievo del MEF si avvale di una deliberazione della Corte di conti, Sezione regionale di controllo per la Liguria, successiva (deliberazione n. 39/2016).

Noi non siamo concordi nel decurtare dal contratto integrativo 2020 euro 224.840,00, pari alla cifra incrementata allora, anche se in virtù dei risparmi derivanti dai pensionamenti, avvenuti nel corrente anno, tale decurtazione non avrebbe effetto alcuno sulla produttività, anzi, nonostante tutto, il fondo della performance subirà un incremento rispetto all'anno passatoVogliamo un parere scritto dell'organismo indipendente di valutazione e dell'OIV di quel tempo per cercare di sanare la contestazione mossaFatto grave e per noi incomprensibile, che questo parere non sia stato chiesto da subito per scritto ma solo informalmente dalla parte pubblica.

La trattativa proseguirà nei prossimi giorni ma crediamo doveroso informare il personale annunciando una assemblea con modalità on line per discutere tutti insieme, non senza difficoltà. Nel frattempo abbiamo chiesto e ottenuto di coinvolgere l'allora Segretaria generale che inspiegabilmente non era stata sentita prima della proposta di togliere i 224 mila euro dal fondo


Il giorno ven 27 nov 2020 alle ore 17:31 Fabio Bardini <fabiobardini66@gmail.com> ha scritto:
Non ho capito cosa devo correggere?​
Si manda anche alla parte pubblica o solo ai dipendenti?

Il giorno ven 27 nov 2020 alle 17:26 <giustifederico@libero.it> ha scritto:

Oiv scusa

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Inviato da Libero Mail per Android

venerdì, 27 novembre 2020, 05:23PM +01:00 da Fabio Bardini fabiobardini66@gmail.com:

In attesa della prossima delegazione trattante, prevista per il giorno 30 Novembre p.v., la RSU del Comune di Pisa ha spiegato all'Amministrazione comunale quanto sia inaccettabile l'aumento del fondo delle posizioni organizzative a fronte della assunzione di nuovi dirigenti e di una macrostruttura sulla quale non si è voluto costruire alcun confronto con la parte sindacale limitandosi al solo invio dei documenti, invio, va ricordato, in ottemperanza agli obblighi di informazioni da rendere alla parte sindacale.

Nonostante la diminuzione del personale il fondo per le PO è rimasto invariato nel corso degli anni, ragione per cui non è comprensibile l’incrementarlo anche in considerazione che tale incremento porterebbe ad un aumento del limite del tetto del fondo togliendo quindi risorse a disposizione di tutti. Anche in merito alla pesatura delle posizioni organizzative crediamo che la esperienza dovrebbe indurre a dei cambiamenti radicali visto che la pesatura delle stesse è motivo di crescenti malumori tra i titolari delle stesse PO.

Quanto poi alle specifiche responsabilità, nulla osta a un piccolo incremento del fondo fermo restando che da settimane la RSU ha chiesto una discussione sui criteri di erogazione delle stesse sapendo che tra i beneficiari troviamo (sovente) quasi sempre gli stessi colleghi, pur in presenza di cambiamenti organizzativi della macro e microstruttura. Senza nulla togliere ai meriti di colleghi\e, da sempre crediamo che le conoscenze nell'Ente debbano essere trasmesse all'interno del personale e non rappresentare una sorta di rendita di posizione. Il tutto si spiega con la assenza di percorsi trasparenti e complessivi di formazione per consentire al personale di acquisire conoscenze sempre nuove.

Le specifiche andrebbero infine individuate ad inizio anno e non alla fine, sottoposte a verifica dei risultati raggiunti e solo alla fine dell'anno deciderne la erogazione.

Nel corso degli incontri succedutisi abbiamo condiviso la necessità di incrementare la indennità spettante al personale della PM, parliamo del servizio esterno regolamentato dall'articolo 56-quinquies del contratto 21 maggio 2018, la nostra proposta sarà presentata nel corso della prossima delegazione trattante: un aumento simbolico non solo per differenziare tale indennità da quella di condizione lavoro ma per il dovuto riconoscimento a chi in prevalenza opera sul territorio.

Come ricorderete poi, l'impegno assunto dalla RSU era di ripartire con le progressioni orizzontali (PEO) a partire dal personale ex apicale al 31.12.2015 escluso dalle ultime PEO perché le nuove figure apicali sono state introdotte solo dal 21.05.2018 con la firma del nuovo CCNL e quindi, anche nell’ultimo anno di PEO, appunto il 2018, non era stato possibile fare la progressione in quanto al 01.01.2018 tali nuovi livelli non esistevano.

Ora questo impegno potrebbe essere disatteso non per volontà delle RSU ma per alcuni recenti pareri dell'ARAN, dal fatto che l'Amministrazione non pare voglia prendere in esame questa opportunità. Senza creare false aspettative, cercheremo ad esempio - ma è solo una proposta\via di uscita da verificare - di prendere in considerazione, in sede di contrattazione decentrata, la decorrenza dell'ultima progressione insieme all'anno in servizio nell'ente individuando, con la parte pubblica, alcuni criteri che dovranno tuttavia essere inattaccabili rispetto ad eventuali controlli del MEF o della magistratura contabile.

Questi pareri prevedono scarsi margini di manovra laddove l'ARAN ricorda "che le norme contrattuali che consentono le progressioni orizzontali solo per una quota limitata del personale, devono uniformarsi alle indicazioni della Funzione pubblica e della Ragioneria Generale dello Stato che stabiliscono il tetto nel 50% dei dipendenti che hanno titolo a parteciparvi" e "che il periodo minimo di almeno di 24 mesi di permanenza nella posizione economica in godimento costituisce un requisito di partecipazione alla procedura per l’attribuzione della progressione economica orizzontale che non può in nessun caso essere modificato, in aumento o in diminuzione, in sede di contrattazione integrativa".

Di conseguenza la proposta di fare le progressioni orizzontali nell'arco di un biennio, tra il 2021 e il 2022 non è piaciuta alla parte Pubblica che ha affermato di essere contraria alle PEO rivolte alla totalità, o quasi, del personale come avveniva negli anni passati e che comunque non ci sarebbero le risorse necessarie per procedere in tal senso.

Infine una questione dirimente di cui siamo venuti a conoscenza solo nella delegazione trattante del 02 novembre u.s. relativamente ai rilievi del MEF mossi a seguito dell'ultima ispezione del maggio 2019.

Vi ricorderete che nell'anno 2014 l'assemblea del personale diede mandato alla RSU di allora di non firmare il decentrato per cui l'Amministrazione ritenne opportuno procedere con un atto unilaterale. Solo successivamente, a distanza di pochi mesi, primavera 2015, parte pubblica e parte sindacale avvennero ad un nuovo accordo che portò alla firma nel successivo luglio del contratto integrativo 2014.

Abbiamo appreso che l'inserimento di risorse aggiuntive sul fondo 2014 per il trattamento economico accessorio del personale, non era stato supportato dal parere dell'allora OIV e, per questo motivo, il MEF ha rilevato al Comune di Pisa una contestazione di circa 224 mila euro. Non si tratta, come erroneamente detto da qualcuno, di una errata composizione del Fondo con tanto di indennità e produttività erogate nel disprezzo delle normative ma piuttosto della mancata certificazione dell'incremento del Fondo nonostante la erogazione della produttività approvando l'allora ciclo della performance.

Ricordiamo poi l’indicazione contenuta nel Parere Aran che vieta la stipula di un’ipotesi di contratto collettivo decentrato integrativo in presenza di rilievi da parte del Collegio dei revisori. Nel 2014 il Collegio dei Revisori non condivise l'incremento del Fondo nell'atto unilaterale sottoscritto dall'Amministrazione, lo stesso incremento venne dal medesimo Collegio approvato pochi mesi dopo all'interno di un accordo con la parte sindacale. Per essere ancora più chiari: per l'anno 2014, l'Ente non ha prodotto il parere dell'OIV, ma due pareri del Collegio dei revisori dei conti di senso contrapposto. Un primo parere, preso atto della volontà dell'Amministrazione di inserire risorse aggiuntive sul fondo pari ad euro 224.840,00, con il quale il Collegio riconosce la compatibilità dell'atto unilaterale con i vincoli di bilancio ma non ritiene di poter attestare "pari compatibilità con le disposizione di legge inderogabili che incidono sulla misura e sulla corresponsione dei trattamenti accessori" ed un secondo parere con il quale attesta nuovamente la compatibilità dell'accordo ai vincoli di bilancio che con le disposizioni di legge relative alla corresponsione dei trattamenti accessori tuttavia invitando le parti "ad uniformare maggiormente la loro attività ad una più puntuale azione di analisi e di aderenza alle disposizioni inderogabili di legge, ponendo particolare attenzione alle misure a alle norme che regolano la corresponsione dei trattamenti accessori".

In riferimento a quanto sopra, il MEF evidenzia che l'attestazione resa dal Collegio dei revisori dei conti non può mai ritenersi equivalente a quella prescritta dall'Organismo di valutazione, in quanto solo quest'ultimo può verificare e certificare l'effettivo concreto aumento delle prestazioni rese dal personale e il raggiungimento degli specifici obiettivi di produttività e di qualità dei dipendenti, che costituisce condizione legittimante l'incremento delle risorse in esame. Ma il rilievo del MEF si avvale di una deliberazione della Corte di conti, Sezione regionale di controllo per la Liguria, successiva (deliberazione n. 39/2016).

Noi non siamo concordi nel decurtare dal contratto integrativo 2020 euro 224.840,00, pari alla cifra incrementata allora, anche se in virtù dei risparmi derivanti dai pensionamenti, avvenuti nel corrente anno, tale decurtazione non avrebbe effetto alcuno sulla produttività, anzi, nonostante tutto, il fondo della performance subirà un incremento rispetto all'anno passatoVogliamo un parere scritto dell'organismo indipendente di valutazione e dell'OIV di quel tempo per cercare di sanare la contestazione mossaFatto grave e per noi incomprensibile, che questo parere non sia stato chiesto da subito per scritto ma solo informalmente dalla parte pubblica.

La trattativa proseguirà nei prossimi giorni ma crediamo doveroso informare il personale annunciando una assemblea con modalità on line per discutere tutti insieme, non senza difficoltà. Nel frattempo abbiamo chiesto e ottenuto di coinvolgere l'allora Segretaria generale che inspiegabilmente non era stata sentita prima della proposta di togliere i 224 mila euro dal fondo

RSU Comune Pisa

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