Lunedì nero: i dazi di Trump affondano le borse mondiali
Lunedì nero: i dazi di Trump affondano le borse mondiali
Mira realmente ad un
ardua reindustrializzazione o i dazi sono solo un arma contrattuale?
L'annuncio della nuova ondata di
dazi da parte dell'amministrazione Trump di mercoledì 2 aprile, dopo quelli
precedentemente imposti a Canada e Messico del 25 %, alla Cina del 20%[1]
e su acciaio e alluminio del 25%, ha innescato, anche a seguito dell'immediata
risposta cinese con analoga tariffa del 34%[2],
un terremoto su tutte le principali piazze finanziarie mondiali, soprattutto
quelle asiatiche (tab. 1).
Tabella 1: variazione percentuale
degli indici delle principali borse mondiali di lunedì 7 aprile (prima riga) e
nella settimana precedente (seconda riga). Fonte: Il sole 24 ore di martedì 8
aprile.
Borse |
Hong Kong |
Tokio |
Shanghai |
Milano |
Zurigo |
Madrid |
Parigi |
Londra |
Franco forte |
N. Y. S&P500 |
N. Y. Nasdaq |
Var. % 7/4 |
-13,22 |
-7,83 |
-7,34 |
-5,18 |
-5,16 |
-5,12 |
-4,78 |
-4,38 |
-4,26 |
-0,62 |
-0,49 |
Var. % ultima settim. |
-14,2 |
-12,6 |
-7,17 |
-13,7 |
-12,3 |
-10,3 |
-11,1 |
-10,3 |
-10,8 |
-10,1 |
-10,3 |
Il crollo più marcato dei listini si è
verificato lunedì 7 aprile interessando oltre ai mercati azionari, anche le
commodities compreso il bene rifugio per eccellenza, l'oro, sceso a 2.971
$/oncia, e il petrolio col Brent che arretra a 65 $/barile, e il mercato
obbligazionario che, invece, nei giorni precedenti aveva offerto una ciambella
di salvataggio per gli investitori assorbendo parzialmente la riallocazione dei
capitali.
La fase di
spiccata incertezza economica innescata dalla nuova ondata di dazi ha, invece, determinato
una crescita dei rendimenti dei titoli di stato decennali, risaliti al 4,4%
negli Usa, al 2,65% in Germania e al 3,8% in Italia, con lo spread Bund-Btp che si è attestato a 122 punti base, con un incremento di 7
unità.
Per quanto ci riguarda, la massiccia
ondata di vendite per quattro giorni consecutivi sulla piazza di Milano[3],
da parte dei cosiddetti "investitori finanziari istituzionali"[4],
ha portato ad una significativa perdita di capitalizzazione di borsa[5],
ma ha anche consentito il conseguimento di significative plusvalenze vista la
decennale fase rialzista della piazza milanese (grafico 1)[6],
con l'indice Ftse Mib che aveva guadagnato solo nel 2024 e nel 2023 rispettivamente il +12,6% e il
+28%[7].
Certo che la borsa di Milano, con i
suoi 811 miliardi di euro di capitalizzazione a fine 2024, non riveste ruolo di
primo piano a livello internazionale[8],
tuttavia le vendite generalizzate come visto (tab. 1) hanno interessato tutte
le principali borse mondiali, determinando così un accumulo di liquidità che i
grandi fondi di investimento internazionali nell'attuale fase di incertezza
stanno al momento valutando quando e come investire.
Grafico 1: andamento dell'indice
borsistico di Milano Ftse Mib fra 1 gennaio 2012 e 8 aprile 2015
Al di la
fisiologico rimbalzo dei listini di martedì 8 aprile, stiamo probabilmente vivendo
un passaggio storico epocale determinato dalla rottura dell'ordine economico
basato sulla mondializzazione neoliberista, con la deglobalizzazione che avanza
spedita sotto la spinta dei dazi, e finanziario, con la più che probabile fine
del lungo periodo di "toro" dei listini delle piazze statunitensi (grafico
2) e mondiali, che seguono al traino di Wall Street.
I malcontenti, sempre meno
celati, iniziano a palesarsi in vari ambienti, sia in quello delle
multinazionali industriali, alcune delle quali stanno valutando l'opportunità
di rilocalizzare parte delle filiali produttive negli Stati Uniti, che in
quello finanziario, con le Big Three, Black Rock, Vanguard e State Street, che non
in buoni rapporti con Trump avevano già iniziato a trasferire capitali dai mercati
Usa verso quelli europei ed ora alle condizioni attuali non sono probabilmente
disponibili a venirgli incontro.
Le pressioni su Trump stanno
naturalmente crescendo e anche se lui stesso cerca di rassicurare i mercati e
gli industriali statunitensi dichiarando che "Non voglio che nulla vada a
rotoli, ma a volte bisogna prendere una medicina amara per sistemare
qualcosa" aggiungendo che "Dobbiamo risolvere il nostro deficit
commerciale con la Cina". Tuttavia, l'impressione diffusa negli ambienti
economico-finanziari è che Trump non abbia ben valutato la capacità di reazione
né della Cina, che ha immediatamente risposto ai dazi impostigli e non ha
intenzione di chinare la testa replicando colpo su colpo, né dei principali
soggetti finanziari mondiali, che hanno partecipazioni azionarie praticamente
in quasi tutte le multinazionali e che vedranno ridimensionati i loro profitti
a seguito delle nuove tariffe doganali.
Trump non si
trova certo in una buona situazione e sarà fondamentale capire se la mano dura
utilizzata nell'imposizione dei draconiani dazi sia realmente finalizzata alla
reindustrializzazione degli Stati Uniti, come accennato nell'articolo
precedente[9],
oppure verrà utilizzata come arma contrattuale per trattare da posizione di
forza con gli altri paesi, alleati o meno non fa molta differenza, nel cercare
di aumentare le vendite di materie prime energetiche e agricole al fine di riequilibrare
in parte il pesante saldo passivo della bilancia commerciale, e/o per ottenere
garanzie di acquisto dei Treasury bond
per continuare a finanziare l'imponente debito pubblico, arrivato a 36.000
miliardi di $ e sostenere la decadente egemonia del dollaro.
Grafico 2:
variazione percentuale annua dell'indice borsistico Usa S&P500 - istogramma in arancio
media
su base trentennale della variazione dell'indice borsistico S&P500 -
diagramma lineare in blu
Tuttavia l'ipotesi che si tratti
di una strategia fine a stessa, della quale non ne è stata ben valutata né la
portata né le reazioni delle controparti, inizia a serpeggiare e non occorrerà
demandare ai posteri l'ardua sentenza in quanto, al netto delle big High Tech[10]
al momento intenzionate a continuare a sostenerlo, i nodi arriveranno presto al
pettine sotto la pressione del mondo economico-finanziario e Trump sarà costretto
a mostrare le sue carte nel caso ne abbia realmente da giocarne sul difficile
tavolo sul quale ha deciso di forzare la mano.
Andrea Vento
8 aprile 2025
Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati
[1] Vedi
"Trump annuncia la nuova ondata di dazi" di Andrea Vento
[2] Oltre
alla limitazione dell'export di terre rare verso Washington
[3] https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/teleborsa/finanza/giornata-in-scivolata-per-le-borse-del-vecchio-continente-11_2025-04-07_TLB-BIT.html
[4] In
Italia gli investitori istituzionali sono: banche, assicurazioni, fondi
pensione, Organismi di Investimento Collettivo di Risparmio (OICR) divisi in
Fondi comuni di investimento e Società di Investimento a Capitale Variabile
(Sicav), Società di Gestione del Risparmio (SGR), Società di Intermediazione
Mobiliare (Sim) e Enti pubblici (es Cassa depositi e prestiti)
https://www.fondopriamo.it/blog/priamo/investitori-istituzionali
[5] 37,76
miliardi di euro solo lunedì 7 - https://quifinanza.it/dirette/borsa-ultime-notizie-7-aprile-2025/900959/
[6] https://www.borsaitaliana.it/borsa/indici/indici-in-continua/grafico.html?indexCode=FTSEMIB&lang=it
[7] https://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/ftsemib-performance-2023
[8] Il New
York Stock Exchange, la borsa di New York è la principale a livello mondiale
con una capitalizzazione di mercato di 25.560 miliardi di $ a dicembre 2023
mentre la borsa di Tokyo alla stessa data vantava 6.150 miliardi di $
https://www.newassetmanagement.it/principali-piu-importanti-borse-mondo/
[9] Vedi
"Trump annuncia la nuova ondata di dazi" di Andrea Vento
[10]
Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microfot al quale si sono aggiunte Nvidia e
Tesla.
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