Audizione della CUB nella 2 Commissione Consiliare sulla Società della Salute
Abbiamo richiesto, come sindacato CUB, di essere ascoltati in
questa sede consiliare perché riteniamo di trovarci di fronte a un momento di
svolta potenzialmente gravido di conseguenze nefaste per l’intera cittadinanza,
con particolare riferimento alle fasce sociali più fragili.
Il nodo cruciale che intendiamo sollevare riguarda la
decisione dell’Amministrazione comunale di recedere dalla Società della Salute
(SdS), e il conseguente mandato agli uffici comunali per individuare le
modalità operative di attuazione di tale uscita.
Sono ormai trascorsi molti anni dalla redazione dello studio
commissionato alla Fondazione Zancan, il quale si basa su dati risalenti a
oltre un decennio fa e dunque necessita di un urgente aggiornamento. Tuttavia,
resta il fatto che anche quello studio individuava nella gestione associata,
pur riconoscendone i limiti, la soluzione migliore e più razionale per
garantire un sistema integrato ed efficiente. La stessa Fondazione Zancan
definiva la gestione della SdS come “perfettibile ma inevitabile”.
A questo punto ci domandiamo: quali sono le reali motivazioni
che hanno indotto la Giunta Conti a decidere per il recesso dalla SdS? Ad oggi
non ci è dato saperlo. Eppure, una scelta così rilevante meriterebbe di essere
sostenuta da analisi puntuali, dati concreti, valutazioni approfondite. La sola
volontà politica non è sufficiente, soprattutto alla luce della complessità del
sistema e dell’esigenza di pianificare i servizi con anni di anticipo. È
prevedibile, infatti, che l’uscita del Comune di Pisa dalla SdS avrà effetti
immediati e negativi sulla capacità di programmazione del capoluogo, con il
rischio concreto che parte delle risorse statali e regionali venga
redistribuita altrove.
Del resto, proprio i recenti documenti ufficiali della
Società della Salute e i rilievi espressi dal Collegio dei Revisori hanno
chiaramente segnalato come sia indispensabile incrementare la quota capitaria,
attualmente tra le più basse della Toscana, per garantire la sostenibilità
finanziaria del sistema integrato e scongiurare gravi riduzioni dei servizi
destinati ai cittadini più vulnerabili.
Un aspetto su cui si è sinora riflettuto troppo poco riguarda
la concreta modalità con cui il Comune intende gestire i servizi senza il
supporto della SdS. Prendiamo, a titolo esemplificativo, il progetto per le
persone senza fissa dimora. Il dormitorio, situato in un immobile dell’ASL, è
un servizio attivato proprio grazie alla gestione associata. Come si intende
garantirne la continuità?
Inoltre, è opportuno considerare che molti progetti
attualmente gestiti in forma associata sono stati finanziati a livello zonale,
come nel caso del “fondo povertà” che ha consentito l’assunzione di 13
assistenti sociali per l’intera area. L’eventuale disgregazione dell’unitarietà
gestionale solleva interrogativi cruciali: come verranno ripartite queste
risorse? Come si potrà garantire il coordinamento di progetti zonali, come i
centri affidi e adozioni, o servizi sociosanitari integrati attivati tramite bandi
di gara zonali?
Il recesso, dal nostro punto di vista, appare una scelta
irrazionale. È vero che la normativa toscana lo consente, ma in molte altre
regioni italiane il recesso non è consentito. Durante l’audizione del dirigente
comunale Sardo è stata chiaramente sottolineata la complessità derivante
dall'interdipendenza di molte funzioni e la difficoltà di ricostruire percorsi
gestionali non più direttamente amministrati dal Comune da diversi anni,
evidenziando la delicatezza e i rischi di un eventuale recesso non adeguatamente
pianificato.
In assenza di dati certi, sarà impossibile riorganizzare i
servizi, stimare il fabbisogno di personale e avviare per tempo i necessari
percorsi di reclutamento. Non si tratta solo di una questione organizzativa:
già a partire da quest’anno, il Comune dovrà farsi carico direttamente di
attività complesse come, ad esempio, la gestione dell’emergenza abitativa.
La nostra preoccupazione più concreta è che a venir meno, in
tutto questo, siano proprio quei progetti sociali che finora sono stati
garantiti grazie alla gestione consortile. E le nostre preoccupazioni si
acuiscono ulteriormente se consideriamo che, allo stato attuale, il Comune non
dispone né delle competenze professionali, né degli organici, né degli
strumenti necessari per gestire in modo autonomo l'intero comparto dei servizi
sociali.
A confermare tali timori sono coloro che oggi lavorano nei
servizi sociali del Comune di Pisa, ma operando all’interno della SdS. Fanno
sapere che a fronte di almeno 16 assistenti sociali attualmente attivi sul
territorio pisano – tra aree di prevenzione, tutela e progetti specifici – il
Comune ne prevede la riassunzione di appena sette. Una simile riduzione
renderebbe impossibile garantire i livelli essenziali delle prestazioni e
metterebbe in crisi l’intera tenuta del sistema locale di welfare.
Non solo: evidenziano la mancanza di pianificazione e
preparazione da parte del Comune, l’assenza di indicazioni sul futuro dei
servizi zonali e lo stato di disorganizzazione in cui versano i rapporti tra i
diversi enti coinvolti. In un sistema già oggi gravato da conflitti
istituzionali e lentezze operative, il venir meno della governance integrata
rischia di aggravare il quadro, compromettendo la qualità dei servizi e
aumentando il rischio di disservizi per i cittadini.
Infine, non possiamo tacere sul grave rischio sicurezza che
incomberebbe sul personale comunale in caso di organico sottodimensionato: la
carenza di personale porterebbe inevitabilmente a un peggioramento della
qualità dei servizi, esponendo concretamente gli operatori sociali al rischio
di subire aggressioni o episodi di violenza da parte di cittadini esasperati
dalla disorganizzazione e dalla mancanza di risposte ai loro bisogni.
La conclusione che si impone è chiara: un recesso condotto in
assenza di un piano organico, senza il coinvolgimento del personale e delle
parti sociali, e senza una visione strategica condivisa, non potrà che produrre
danni. E i primi a pagarne le conseguenze saranno proprio i cittadini più
fragili e gli operatori sociali, lasciati senza risorse né tutele adeguate.
per ascoltare la intera commissione
(30) COMUNE PISA - 2A CCP DEL 16 APRILE 2025 (ORE 12.00) CON CARATTERE D'URGENZA - YouTube
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