I popoli europei sono chiamati a interrogarsi sul rilancio dell’attività antimilitarista e disarmista
I popoli europei sono chiamati a interrogarsi sul rilancio dell’attività
antimilitarista e disarmista
di Laura Tussi
Di fronte a un innalzamento criminale delle spese militari, noi tutti e
cittadini e attivisti per la pace dobbiamo ribellarci, ossia "tornare al
bello" dei beni comuni per tutta l'umanità. E per i servizi pubblici
forniti dallo Stato Sociale purtroppo annientati e eliminati dal neoliberismo
più sfrenato: il nuovo fascismo che ancora impone guerre e miete vittime in
tutto il mondo. Da oltre settanta anni con gli Stati Uniti e il loro braccio
armato: la Nato.
L’Unione Europea deve
“urgentemente” riarmare e aiutare l’Ucraina a trasformarsi in un “porcospino
d’acciaio” che risulti “indigesto per futuri invasori”. Questa la direzione
suicida e criminale annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula
von der Leyen, che ha proposto un piano per il riarmo con innalzamento al 2 per
cento delle spese militari nei bilanci di ogni singolo paese.
Si tratta di una
politica del tutto negativa e in contraddizione con gli ideali di pace e
convivenza dei fondatori dell’Unione Europea. Un tradimento in nome del
principio latino “se vuoi la pace prepara la guerra” che rappresenta una
assoluta perversione della realtà.
Infatti risulta
inaccettabile spendere e sprecare oltre 64 milioni di euro al giorno per le
spese militari: acquisire strumenti di guerra, armi sempre più sofisticate e
letali per commettere atti di morte e distruzione significa abituare tutti gli
essere umani alla logica del terrore e alla dinamica della sopraffazione.
Perché non rientra nella norma di una vita felice vivere in territori dove sono
installati ordigni bellici, basi militari, testate nucleari e poi faticare per
uno stipendio dignitoso, accettare che si taglino posti di lavoro e si
scarichino queste tensioni sugli ultimi della terra, dai migranti ai
diversamente abili ai senzatetto.
Dobbiamo provare a
diffondere la consapevolezza di quanto sia folle una tale politica e promuovere
iniziative concrete di lotta, per non arrendersi al negativo e al brutto
imposto dal potere. Ma al contrario per far diventare la realtà quotidiana il
vero mondo che vogliamo, “un altro mondo possibile”, bello e positivo.
I popoli europei sono
chiamati a interrogarsi sul rilancio dell’attività antimilitarista, davanti a
un innalzamento folle e criminale della spesa militare correlata all’industria
bellica con le infrastrutture militari, le forze armate in un sistema che ingenera
guerre, profughi, immigrazione.
Alternativa Libertaria analizza le problematiche connesse alla Nato e alla
politica di potenza. La Lega per il disarmo unilaterale denuncia il rischio di
una guerra nucleare, attualmente in aumento e annuncia un alto monito di
speranza come il trattato Onu del luglio 2017, trattato di proibizione delle
armi nucleari varato a New York a palazzo di vetro con 122 nazioni e la società
civile organizzata in Ican – Campagna per l’abolizione degli ordigni di
distruzione di massa nucleari, che è valsa, a tutta questa vasta rete di
attivisti per il disarmo nucleare universale, il premio Nobel per la Pace nel
2017.
E ancora le stragi
dell’uranio impoverito, che vede l’Adriatico una discarica di bombe inesplose
sganciate dagli aerei e gli effetti devastanti e l’uso bellico di questo agente
altamente radioattivo.
Inoltre si fa presente
che alcuni aerei cacciabombardieri f35 sono di stanza nella base militare di
Amendola e sono forniti della stessa dotazione degli Eurofighter.
E ancora ricordiamo la
piaga mortifera dei poligoni di tiro, come in Sardegna. E la Sicilia che
diviene una piattaforma militare nel centro del Mediterraneo con il tragico
excursus di basi militari USA e NATO: la Sicilia che ieri era ponte verso
l’Africa e oggi è frontiera della fortezza Europa con vari aspetti nevralgici
del militarismo dilagante e della questione migranti.
La Sicilia che ha visto
ingenti lotte popolari contro la militarizzazione: Augusta, Comiso, Niscemi.
Ricordiamo la caratteristica della lotta No Muos, tra solidarietà,
incomprensioni, indifferenza.
Dunque occorre
incrementare le azioni di contrasto e opposizione alle politiche di guerra e di
investimenti e spese militari, tutte risorse sottratte alle nostre principali
necessità di case, ospedali, asili, scuole, servizi sociali e risulta
soprattutto necessario disincentivare la spregiudicata propaganda militarista
nelle scuole e nelle università per formare invece le nuove e future
generazioni alla salvaguardia e alla tutela dell’ideale umanitario e umanistico
più bello e importante: la pace.
Laura Tussi
Sitografia per
approfondire:
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Bibliografia essenziale:
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Resistenza e nonviolenza creativa, Mimesis
Edizioni.
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Memoria e futuro, Mimesis Edizioni. Con
scritti e partecipazione di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli,
Giorgio Cremaschi, Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero e altri
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