Le due piazze a Pisa, anzi no una piazza solo contro economia di guerra e a fianco delle Resistenze

     Spiace dirlo, e fuori da ogni polemica, ma in questi giorni abbiamo letto di tutto e di più senza una logica, un costrutto e una prospettiva.



Per restare a Pisa lo sdegno della Filarmonica alla quale il Sindaco ha imposto di non suonare in Logge di Banchi (ma qualche considerazione in più rispetto a un lutto per la morte del Papa mai cosi' lungo e alla mera lamentela no?), l'invito di alcuni antifascisti a trovarsi nello stesso luogo per intonare i canti della Resistenza, la sobrietà dell'Anpi ancora una volta presente alle sole iniziative ufficiali e indipendentemente dal colore della Giunta di turno. 

Parliamo una volta tanto dell'Anpi ossia di una organizzazione ormai formata da giovani e meno giovani che per questioni anagrafiche non hanno vissuto gli anni della Resistenza e neanche l'immediato dopo guerra quando gli antifascisti vennero cacciati da molti luoghi di lavoro con una offensiva padronale a sostegno della Democrazia Cristiana, ebbene l'antifascismo non si può celebrare con quella memoria parziale incapace di entrare nel merito della lotta di classe combattuta da una parte dei partigiani contro agrari e industriali che avevano favorito e sostenuto il Fascismo prima e la guerra poi.

I primi becchini di una memoria conflittuale sono proprio loro, l'Anpi, stampella del centro sinistra (molti degli ex politici del Pd sono oggi dirigenti Anpi) che una volta tanto avrebbe potuto evitare i palchi ufficiali come forma di protesta contro il decreto sicurezza che si prefigge una società assai lontana da quella pensata dai nostri Costituenti.

La Cub è intervenuta alla manifestazione di Pisa conclusasi in piazza San Silvestro, ribattezzata Piazza Franco Serantini in ricordo del compagno anarchico ucciso nel 1972 dalla Polizia "mentre si opponeva a un comizio fascista" ribadendo con forza la opposizione al decreto Sicurezza, al riarmo, ad un modello sociale costruito dall'economia di guerra che taglierà risorse ai salari e al welfare. 

E con decisione abbiamo ribadito come la memoria abbia un senso quando non si trasforma in retorica ma  sa attualizzare il concetto di antifascismo a partire dalla lotta al genocidio del Popolo palestinese e alla sua Resistenza senza la pretesa occidentale di mettere sempre bocca sulle questioni che non ci riguardano, vecchio vizio di chi pensa ancora di essere ai tempi dell'Illuminismo.


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