Cub: L’economia di guerra? Aumentare i salari ai militari e tenere al palo tutti gli altri
L’economia di guerra?
Aumentare i salari ai militari e tenere al palo tutti gli altri
Dimenticatevi una discussione in Parlamento sulla Legge
di Bilancio, andremo avanti a voti di maggioranza a ridosso delle festività per
impedire un confronto reale sulla manovra.
Nelle prossime gli emendamenti del Governo anche se il
Ministro dell’Economia ha già precisato che non ci saranno aperture alle
richieste di spesa avanzate da alcuni Ministeri.
La vera manovra è stata scritta con il bilancino,
cercando un sostanziale equilibrio tra le richieste Nato e quelle di Bruxelles,
i giochi sono fatti e l’auspicato confronto sulle aliquote fiscali, sugli aiuti
alle imprese, sulle spese militari non ci sarà.
Del resto, gran parte delle forze politiche, incluse
molte di minoranza, si sono ben guardate dal portare il dibattito nelle piazze
e nei luoghi di lavoro, si limitano a scarni comunicati stampa addomesticati o
pettinati al punto giusto da apparire in fondo condivisibili anche da dista
anni luce da certe posizioni. E alla fine non mancherà l’assenso dell’Anci che
ci ha abituato nel tempo a proteste salvo poi allinearsi sulle posizioni del
Governo di turno.
Veniamo invece alle spese militari che potrebbero
addirittura crescere destinando dei capitoli di bilancio a carico di altri
ministeri, non è una certezza ma un sospetto fondato.
E nella giornata del 9 dicembre, a Palazzo Chigi, si è
tenuto l’incontro tra i sindacati del comparto sicurezza e difesa e il Governo
dedicato alle richieste economiche per il comparto difesa dopo alcune aperture
del Ministro Crosetto che aveva ipotizzato un regime previdenziale agevolato,
misure di welfare costruite ad hoc e in fondo stipendi più alti degli altri
comparti della Pubblica amministrazione.
E dal cappello
fatato del Governo si sono trovati i soldi mancanti ad esempio per la
perequazione dei salari degli enti locali rispetto al comparto ministeri, soldi
invece disponibili da gennaio per gli straordinari arretrati, sotto forma di un
decreto anticipi approvato in commissione Bilancio alla Camera. Parliamo di
decine di milioni di euro a tutto il comparto sicurezza a cui aggiungere
interventi sulle carceri fino al rinnovo contrattuale 2025/27, il rafforzamento
del fondo di previdenza complementare, sarà invece spostato di qualche
settimana.
Per chi veste la divisa potrebbe venir meno l’aumento di
tre mesi dei requisiti previdenziali valido per i civili, si profila
quell’atteggiamento di miglior favore per il comparto militare che poi è uno
degli elementi salienti dell’economia di guerra. Ancora pochi giorni e
scopriremo quali altri privilegi saranno inventati per favorire l’ascesa del
settore militare invogliando ad indossare la divisa numeri crescenti di
giovani, carne da macello per le prossime guerre che si profilano all’orizzonte
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