Rapporto OCSE sulle prospettive occupazionali
Rapporto OCSE sulle prospettive
occupazionali
L’ultimo documento ufficiale sulle
prospettive occupazionali nei 38 Paesi
facenti parte dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico) merita attenzione e letture ponderate da parte chi voglia almeno comprendere la realtà
Negli ultimi anni, ossia da dopo la pandemia, il divario tra uomini e donne sembra ridursi, ma questo dato «potrebbe in parte riflettere il fatto che alcune donne sono tornate sul mercato del lavoro durante la crisi del costo della vita per compensare la perdita di potere d'acquisto legata ai guadagni del marito».
L’aumento dell’occupazione femminile non sarebbe quindi una dinamica
strutturale e infatti nel documento viene scritto: «Il divario di genere
nei tassi di occupazione delle persone in età lavorativa è diminuito di 7,6
punti percentuali tra il 2000 e il 2021, ma il suo calo si è dimezzato nel
secondo decennio del XXI secolo».
A fronte di ciò l’OCSE propone delle misure palliative fingendo di non
comprendere che le ragioni del divario occupazionale siano da rintracciare
nell’organizzazione del lavoro dipendente e nella funzione della famiglia che
mantiene quel ruolo di “ammortizzatore sociale” atto a smussare e rendere
private alcune delle problematiche quotidianamente esperite proprio dai
lavoratori e dalle loro famiglie.
Una delle ragioni della sottoccupazione femminile è da ricercare nelle modalità d’impiego delle donne: il part-time, ad esempio, consente loro di occuparsi anche del lavoro di cura domestico, ma al patto di rinunciare a una parte della retribuzione e delle opportunità di carriera, oltre che di avere un lavoro precario.
Un altro motivo del divario occupazionale di genere risiede nell’assunzione di responsabilità, da parte delle donne, della gran parte del lavoro di cura e familiare: Tutto ciò si riflette nelle differenze di genere nei tempi di spostamento e nella preferenza per accordi di lavoro flessibili[
Il divario occupazionale si è intanto considerevolmente ridotto a partire dagli anni 2000.. Sul piano della retribuzione la problematica principale evidenziata dall’OCSE concerne le «maggiori probabilità di interrompere il percorso di carriera a causa dell'assistenza prestata in età precoce, a causa del parto e anche più tardi nella vita a causa dell'assistenza degli adulti. E anche su questo elemento qualche riflessione in più non guasterebbe
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