Istat fotografa un paese in miseria
Italia tra miseria e povertà
Il rapporto Istat ( http://www.istat.it/it/files/2016/12/Reddito-e-Condizioni-di-vita-Anno-2015.pdf?title=Condizioni+di+vita+e+reddito+-+06%2Fdic%2F2016+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf) ,presentato il sei Dicembre ,parla di quasi il 30% degli italiani a rischio povertà, per la esattezza il 28,7%
Da Confindustria un allarme interessato, tanto è vero che parlano di misura di contrasto alla povertà a rischio con la eventuale crisi e caduta del Governo. Che i padroni non vogliano la caduta di un governo amico (non a caso sono stati fautori del sì al referendum nell'ottica di rafforzare gli esecutivi centralizzando le decisioni che contano in materia di grandi opere ed energia nelle mani di pochi) è risaputo, come sappiamo che intendano scaricare sulla finanza pubblica ogni misura di contrasto alla miseria dilagante.
Dopo la boutade (si fa per dire) dei titoli di borsa in pericolo dopo la vittoria del no (un allarme interessato per salvare gli istituti
bancari a tutti noti), ci si accorge che il paese non solo è in preda a una crisi sociale ed occupazionale ma vive da tempo
un pericoloso impoverimento. Ad essere colpite sono le famiglie che per anni, con il risparmio degli anni passati, hanno
rappresentato una risorsa indispensabile per quanti hanno perso lavoro o per chi non l'ha ancora trovato
L’Italia è il solo Paese europeo, insieme alla Grecia, che non ha adottato strumenti e misure di contrasto alla
povertà assoluta. Parliamo di chi vive nella vera e propria indigenza, senza alcuna fonte di reddito, privo di soldi anche per
pagarsi le bollette, per fare la spesa e per i trasporti pubblici
A livello europeo da anni arriva la richiesta ai singoli paesi di adottare politiche di contrasto alla povertà
In un decennio i poveri sono aumentati, in 7\8 anni praticamente raddoppiati
La perdita di lavoro e della casa condanna anche le giovani generazioni alla non istruzione, in Italia gli abbandoni scolastici sono
ai vertici europei come anche la rinuncia alle cure mediche
Su richiesta (pressante) della Ue sono arrivate le norme previste dalla legge di bilancio, un fondo che dovrebbe ammontare
a circa 1 miliardo di euro nel 2017 e di 1,5 miliardi a partire dal 2018.
Ancora ferma in Parlamento una proposta di legge sul reddito universale
Ma la vera questione sta nell'utilizzo di questi fondi, nella loro destinazione, come sarà possibile adottare politiche di inserimento
sociale e lavorativo, se tra le misure previste ci saranno strumenti di ulteriori impoverimento della forza lavoro come i voucher.
Di sicuro la prospettiva del Governo è quella di demandare ai Comuni e alle altre realtà del welfare locale ( Terzo Settore
Centri per l’impiego) il compito di adottare le politiche di reinserimento, peccato che i presupposti per le misure di contrasto alla
povertà dovrebbero partire dallo Stato, dalla adozione di un piano Marshall contro la miseria, da politiche sociali, lavorative non
all'insegna della precarietà.
Siamo convinti che le misure adottate dal Governo e in attesa di definitiva approvazione, siano inadeguate perché demandano
a soggetti terzi le misure di contrasto alla miseria, soggetti alle prese, a loro volta, con tagli e mezzi sempre piu' carenti
La logica dello scaricabarile non porterà lontano, basti pensare che gli enti locali non riescono neppure a far fronte al piano
di manutenzione degli edifici pubblici, immaginiamoci allora se potranno adottare politiche efficaci contro la miseria
soprattutto in assenza di investimenti occupazionali, di blocco al turn over
La miseria colpisce anziani e giovani, quei giovani che hanno sfiduciato il Governo votando No al referendum del 4 Dicembre,, ma
ad essere penalizzati sono anche i ceti medi, quelli che per anni avevano risparmi con i quali fronteggiare il crollo del potere di
acquisto dei salari e delle pensioni
Nulla di nuovo insomma dalle statistiche ma solo la conferma che le politiche di austerità hanno impoverito il paese e, lungi dal
sancire la ripresa economica, stanno producendo solo falsi lavori con i voucher, una precarietà lavorativa che è diventata devastazione
sociale
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