Scenari post referendum

Ci siamo svegliati con le dimissioni del premier Renzi dopo la sconfitta referendaria, una sconfitta netta con milioni di voti di differenza tra il sì e il no. Era importante fermare la controriforma costituzionale impedendo non solo lo smantellamento della Costituzione ma soprattutto l'affermarsi di un disegno dettato dai poteri forti della finanza e dell'economia, i veri sponsors della riforma Boschi. Stiamo parlando del rafforzamento degli esecutivi, di annullare ogni ruolo e contrappeso delle autonomie locali, uno stato forte con organi istituzionali controllati e facilmente gestibili, giusto per far passare in Parlamento le leggi che stanno a cuore al Governo con una procedura di urgenza che annulla ogni dibattito parlamentare. Sarebbe il caso di guardare anche ai comuni dove si affermano regolamenti e imposizioni dei sindaci (del sì) miranti ad annullare ogni dibattito anche su materie importanti come le leggi di bilancio di fine anno. Ci sono 3 regioni dove il si' ha prevalso, in Emilia e in Toscana il modello Pd ha retto, anzi in aree dove gli interessi delle banche la fanno da padrone (Laiatico, Arezzo, Firenze per dirne alcune) raggiunge dimensioni rilevanti. Il modello Pd- Lega coop , il modello che ha occupato i propri fedelissimi nei ruoli di comandando delle aziende pubblico e private, il modello che ha costruito il variegato sistema delle cooperative o i distretti industriali con i padronicini medio \piccoli, è tutt'altro che in crisi, basterebbe vedere un'area come Santa Croce dove quel modello di produzione mette d'accordo tutti, dal sindacato alla politica, dagli imprenditori della concia alle banche. Ebbene il si' ha vinto nonostante l'alto numero di operai che avrebbero avuto tutto l'interesse a votare No visto che la riforma era propugnata da chi ha materialmente distrutto l'art 18 e promosso voucher e jobs act, insomma provvedimenti non certo favorevoli ai lavoratori e alle lavoratrici Ma quali sono gli scenari che si aprono nell'immediato futuro? Intanto Renzi potrebbe restare fino all’approvazione definitiva della legge di bilancio, una richiesta che accomuna la volontà istituzionale di Mattarella e le richieste di Confindustria e poteri forti Per altro, il sì della Camera è già arrivato, al ministro dell'economia Padoan guardano in molti come possibile traghettatore a capo di un governo tecnico. Dal Referendum esce ridimensionato il Governo Renzi ma il suo sistema di potere di certo no, piuttosto dovrà far quadrare i conti con la Manovra visto il rischio che gli enti locali debbano pagare l'ennesimo scotto tra tagli e riduzione di fondi . C'è poi l'incognita della legge elettorale , un rebus tra il sistema ora in vigore per la Camera (il maggioritario Italicum) con quello in vigore al Senato (il proporzionale Consultellum). Un' enorme confusione che fa dimenticare la importanza di riprendere una battaglia democratica a favore del proporzionale secco senza farsi illusioni sul fatto che l'attuale Parlamento non è espressione del No e poco o nulla farà per ripristinare regole democratiche pensando piuttosto a un sistema che permetta la rielezione dei soliti noti e la tutela degli attuali assetti di potere. Grande è la confusione sotto il cielo, si aprono scenari contraddittori che meritano di essere compresi fino in fondo, una riflessione seguita da azioni consegueni per costruire quello che manca: una risposta di opposizione sociale al si', una opposizione che non sia parlamentarista e politicista ma guardi ai problemi reali del paese e dei territori, che sappia contrastare accordi sindacali come gli ultimi contratti sottoscritti da cgil cisl uil, contratti con i quali i sindacati hanno fatto un incredibile assist al Governo. Probabilmente i lavoratori si sono dimostrati piu' intelligenti dei loro sindacati, almeno questo rivendichiamolo

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