Ancora sgravi fiscali e contributivi alle imprese......tanto paghiamo noi

Nel Settembre 2016, i sindacati e il Governo firmarono un verbale d’intesa su Ape e 14esime, quell'accordo era una dichiarazione di intenti basata sulla riduzione dei contributi a carico delle imprese in caso di nuove assunzioni e un generico impegno a discutere di una pensione minima di garanzia.

Quell'incontro è stato seguito da vari tavoli tecnici dai quali è uscito un accordo che nelle prossime settimane andranno definire meglio ma di cui immaginiamo già i principi guida ossia la fiscalità generale pagherà gli sgravi contributivi alle imprese per i neo assunti e nel frattempo rafforzerà il jobs act con assunzioni a tutele crescenti.


Il taglio dei contributi sarà a favore delle imprese e dei lavoratori che vedranno qualche risultato in busta paga, per ottenere il quale sarebbe sufficiente rinnovare i contratti nazionali restituendo loro potere di acquisto, invece con la scusa di accordare soldi ai lavoratori si fanno ennesimi e dispendiosi(per i contribuenti) regali ai padroni

E sempre con la fiscalità generale andranno a costruire una sorta di pensione contributiva che scaturisce dal fallimento delle leggi in materia previdenziali che hanno abbattuto il potere di acquisto delle pensioni e la spesa sostenuta dallo Stato ma soprattutto ridurranno alla fame i pensionati di domani

Il Governo Gentiloni va quindi all'assalto della tassazione sul costo del lavoro che è superiore al 41% e con gli oneri sociali arriva al 50%.

Ogni punto di riduzione del costo lavoro ha un costo che il Governo ha quantificato tra i 250 e i 300 milioni.

Fin qui niente di nuovo, il Governo pensa che il rilancio della occupazione dipenda dal far pagare meno tasse alle imprese, se cosi' vero fosse paesi come Spagna, Irlanda, Inghilterra sarebbero ai vertici dell'economia mondiale

A pagare i favori alle imprese, a pagare l'incremento delle pensioni che si stanno dimostrando, calcolate come sono con il metodo contributivo, saremo noi!

Come?

Con la“fase tre” della spending review che scatterà nei prossimi mesi, con la ennesima revisione della spesa pubblica (tagli e solo tagli ) con la manovrina correttiva da 3,4 miliardi richiesta da Bruxelles, insomma i padroni hanno solo da chiedere che il Governo esaudirà le loro richieste. Tanto a pagare sarà solo la fiscalità generale e i cittadini con tagli al welfare, riduzione del salario reale, contratti al ribasso e tutte le diavolerie neo liberiste a cui ci hanno ormai abituato

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