Nuovi criteri di valutazione del personale della Pubblica amministrazione?

Disponibile in rete lo schema di decreto legislativo di attuazione della delega contenuta all’articolo 17, comma 1, lettera r) della legge n. 124/2015 (cd. Legge Madia)

Parliamo del riordino delle materie riguardanti la valutazione del personale della Pubblica amministrazione

A parole questa legge delega dovrebbe prevedere alcune novità a partire dalla semplificazione delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici. Soffermiamoci su questo punto partendo da due considerazioni: il solo criterio serio sarebbe quello della presenza legata a una valutazione seria ed oggettiva dei risultati (partendo dal presupposto che si voglia scendere su un piano a noi non congeniale, quello per intenderci della valutazione e della cosiddetta performance.

I meccanismi attuali per valutare la produttività di un dipendente rimandano a sistemi di valutazione adottati in ciascun ente, non esiste un metodo unico né un sistema uguale per tutti.

A tutto cio' è bene aggiungere che i dirigenti e le posizioni organizzative continuano a farla da padrone e una loro cattiva valutazione si traduce in tagli salariali e spesso anche nella perdita di una progressione orizzontale che incide sul pagamento dei contributi previdenziali e sull'importo degli straordinari, dei progetti....

Un altro aspetto è legato al riconoscimento del merito e della premialità partendo dal presupposto che siano i criteri guida con i quali valutare il singolo dipendente decidendone anche il voto e la quota di produttività da percepire.

Qui il salario diventa una sorta di premio e l'economia della promessa (produci di piu', non guardare ai tuoi diritti ma solo ai doveri veri o presenti che siano, portati il lavoro a casa, accetta orari flessibili e carichi di lavoro maggiore, mansioni diverse e superiori) diventa, come nel caso del lavoro gratuito, una sorta di laboratorio ideologico per scegliere i piu' bravi, la tacita accettazione di vivere e lavorare in condizioni peggiori del passato (e al peggio non c'è mai fine) con la vaga promessa di una ricompensa (spesso nemmeno economica) futura che spesso si traduce in gratificazioni formali dei politici di turno.

La razionalizzazione e la integrazione dei sistemi di valutazione è tutt'ora un rebus perchè sistemi di misurazione oggettivi non esistono.

Al di là delle parole, bisogna capire cosa realmente accadrà nei prossimi mesi, per esempio ridurre gli adempimenti in materia di programmazione cosa significherà?

I controlli interni non funzionano e difficilmente saranno gestiti meglio unificando il sistema in un ufficio o attraverso adempimenti standard e formali. Emblematico il caso delle gare di appalto, non urge solo l'onestà e la correttezza\buona fede dei dipendenti specie funzionari e dirigenti, urge soprattutto non aggirare le regole in maniera cosiddetta legale, nulla di illecito ma sicuramente con ben poca chiarezza e trasparenza che dovrebbero essere invece l'abc della pubblica amministrazione.

E per chiudere sulla valutazione , non si capisce perché non adattare alcuni criteri(primo tra tutti la presenza) in auge nel privato scegliendo vie tortuose e contraddittorie che fanno solo la fortuna degli azzeccagarbugli senza beneficio alcuno per i cittadini e i lavoratori

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