La Corte dei conti all'assalto del salario accessorio

Da alcuni anni la mannaia della Corte dei Conti si abbatte sulla contrattazione decentrata. Nella stragrande dei casi a fare le spese della errata composizione del fondo non sono i dirigenti del personale ma i lavoratori e le lavoratrici.

LA magistratura contabile è un'arma da scatenare contro i lavoratori degli enti locali per richiamare i contratti decentrati al rispetto maniacale dei tagli della spesa e del salario accessorio

Al di là delle chiacchere sul prossimo contratto del Pubblico impiego, ad oggi tutti i vincoli imposti al fondo della contrattazione, inclusa la riduzione dello stesso in rapporto alla diminuzione del personale in servizio sono in vigore e ci resteranno fino a quando il Legislatore non vaerà una legge nuova. Ma la legge o l'accordo sindacale se verranno saranno sempre e comunque compatibili con la riduzione della spesa, quindi il monte salariale non potrà ch essere ridotto.

Strano a dirsi ma se la costituzione del fondo del salario accessorio, su cui gravano innumerevoli spese decise dall'amministrazione, resta di competenza dell’ente, perchè a pagare eventuali errori sono chiamati tutti i lavoratori?

Le disposizioni della legge di stabilità 2016 restano quindi vigenti e a sancirlo alcune recenti deliberazioni della Corte dei Conti di varie regioni.

Chi pensava che i sindacati con i loro accordi al ribasso e la supina accettazione della Madia, avrebbero ottenuto una merce di scambio favorevole alla contrattazione, dovrà quindi ricredersi.

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