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Appello: "Rifiutiamo nuove forme di schiavitù" all'amministrazione Pisana

Pisa: Rifiutiamo nuove forme di schiavitù


“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata
alla quantità e qualità del suo lavoro”
Articolo 36- Costituzione Italiana


Il fenomeno delle migrazioni viene ormai solo interpretato attraverso il concetto di emergenza e soprattutto sicurezza.
E' proprio in questo senso che si muove il recente pacchetto Minniti, che oltre che prevedere misure di rimpatrio sempre più efficaci attraverso l'istituzione dei CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio) a sostituire i CIE (Centri per Identificazione e espulsione), prevede inoltre lo svolgimento di lavori socialmente utili in favore dei Comuni che li ospitano.
Non possiamo però trascurare che proprio la Toscana da questo punto di vista è stata, dopo la delibera del 25 Maggio 2015, un laboratorio di sperimentazione per queste nuove forme di sfruttamento mascherate da “percorsi di inserimento sociale” e di “integrazione” per i richiedenti asilo in accoglienza sul territorio. Questo nuovo strumento ha permesso infatti la sigla di accordi e convenzioni tra enti pubblici e del terzo settore che si occupano dell'organizzazione e gestione dell'accoglienza al fine di impiegare i richiedenti asilo come manodopera gratuita nell'erogazione di servizi. Senza alcuna soluzione di continuità anche la giunta pisana, il 22 Febbraio 2017 delibera l'immediata fattibilità di una convenzione con la Croce Rossa di Pisa, praticamente unico ente detentore dell'accoglienza straordinaria di richiedenti asilo, al fine di facilitare l'attuazione dell'ennesimo meccanismo ricattatorio nei confronti dei migranti :“lavoro gratuito o accoglienza”.
In tempi di crisi in tanti siamo sottoposti a subdoli ricatti e illusioni per quanto riguarda il mercato del lavoro, che costringono a accettare lavori non retribuiti, o malpagati e non tutelati, sperando che siano solo uno step per approdare a tipologie contrattuali più stabili, ma in gioco in questo caso non viene messo solo il futuro lavorativo della persona, ma la sua permanenza sul territorio e la modalità con cui si svolgerà il periodo in accoglienza.
Inoltre, molti sono i pericoli che si annidano in questa sostanziale legalizzazione del lavoro gratuito e dello sfruttamento lavorativo. Infatti, con queste misure, non si fa altro che alimentare atteggiamenti xenofobi, purtroppo sempre più diffusi nella popolazione, da un lato insistendo sul concetto che i migranti debbano ripagare, lavorando gratuitamente, la propria accoglienza e dall'altro mettendo in atto uno dei peggiori leitmotiv , ripetuto come un mantra dalle destre razziste, ma non solo, che vede i <<migranti rubare il lavoro agli italiani>>.

Ribadendo la nostra contrarietà al pacchetto Minniti e considerando quanto detto chiediamo che l'amministrazione comunale pisana revochi la convenzione e anzi rifiuti il meccanismo che favorisce lo sfruttamento lavorativo, che evoca anche il ritorno di nuove forme di schiavitù, mascherandolo da volontariato, e che anche a livello regionale venga rivalutato l'impatto che questo tipo di interventi possono avere sulla popolazione.



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