Cinque operai degli appalti morti: non parlate di tragica fatalità o errore umano
5 operai degli appalti ferroviari uccisi da un treno a 169
Km di velocità, investiti mentre stavano svolgendo dei rituali lavori di
manutenzione sulla ferrovia, 2 feriti
ricoverati in gravi condizioni all’ospedale, questo è il bilancio dell’incidente
accaduto stanotte in provincia di Torino.
Ci sono stati buchi neri nella comunicazione o siamo in presenza dell’enesimo caso fortuto dettato dalla fatalità? Noi pensiamo
di no.
Dalla stampa leggiamo le eventuali cause di questa ennesima
strage attribuibili alla mancata comunicazione, tramite fonogramma, della presenza di questi
lavoratori in appalto addetti alla manutenzione. Di sicuro, stando alla stampa,
il macchinista non era stato informato della presenza dei manutentori ma
fermarsi alla mancata comunicazione sarebbe fin troppo facile. E la strage di
Viareggio dimostra come in materia di sicurezza molto debba ancora essere fatto
scontrandoci con la mancata volontà politica di abbattere sul nascere ogni
pericolo per la salute e la sicurezza di forza lavoro e cittadinanza.
Abbiamo imparato a nostre spese, con centinaia di morti sul
lavoro, che non ci sono quasi mai disgrazie imprevedibili, se si risparmia sui
costi di manutenzione, se tutte le normative di sicurezza non vengono adottate
a prescindere dai costi o dai tempi
sottratti alla produzione, che comportano, se ci si affida, per risparmiare, ad appalti e
subappalti, alla fine qualche incidente accade.
In attesa di conoscere gli esiti delle inchieste possiamo
dire fin da ora che l’aumento degli infortuni e delle morti sul lavoro non è
frutto di fatalità ma di scelte deliberate, dei tagli alla sicurezza, dei tempi
e delle modalità lavorative imposte per “ottimizzare tempi e risorse”, per
ridurre la spesa di personale e i costi delle procedure di sicurezza limitandosi
al minimo indispensabile. L’aumento di infortuni e morti sul lavoro è anche il
prodotto della politica costruita su appalti e subappalti che impedisce sovente
una gestione unica delle procedure di sicurezza.
I nostri codici non prevedono il reato di omicidio sul
lavoro ma soprattutto non si è mai preso atto che l’aumento degli infortuni e
delle morti è legato allo smantellamento dei servizi pubblici e alle condizioni
di lavoro imposte nel privato, ai tanti, troppi, appalti che impediscono una gestione
diretta delle procedure di sicurezza senza badare ai costi
Da anni, inascoltati, chiediamo la gestione diretta dei servizi senza cedere
alla logica degli appalti e dei subappalti reinternalizzandone i lavoratori,
soluzione senza dubbio economicamente
onerosa ma indispensabile per conquistare una reale tutela della salute e sicurezza in ogni
luogo di lavora
A cura della Cub di Pisa
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