Ma la Toscana è ancora un terra felice?

 Sono in molti ad illudersi sulla tenuta economica e sociale della Toscana, a scommettere che il fortino del centro sinistra sia inespugnabile anche se alcuni segnali di allarme arrivano da province e comuni nei quali il centro destra ha conquistato, talvolta con ampi margini di vantaggio, consensi maggioritari.



Da anni siamo abituate\i ad alcune zone alle prese con una preoccupante crisi economica e sociale derivante dal tracollo  dei distretti industriali o dalla chiusura di aziende che fungevano da traino su quei territori.

Poi abbiamo scoperto le infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata  (l'università di Pisa se ne occupa da tempo), i fenomeni corruttivi e le inchieste della Magistratura.

La Toscana ha appreso di avere al suo interno importanti sacche di lavoro nero, di lavoro sottopagato, di padroncini che retribuiscono la forza lavoro 4 euro all'ora per orari giornalieri superiori a 10\12 ore, padroncini all'occorrenza disposti a reprimere con la forza fisica le proteste operaie.

Poi ci sono aspetti positivi sui quali una volta tanto non ci soffermeremo perchè diventa fin troppo facile sottovalutare episodi e sfaccettature della realtà assai negative trincerandosi dietro alle eccellenze, al turismo, alla qualità della vita che in tempi di covid ha subito una vera e propria regressione.

Sempre in Toscana, nelle città universitarie, diffuso è l'affitto in nero e la speculazione immobiliare, insomma la nostra Regione presenta  più o meno i problemi di tante altre come dimostra la chiusura di tanti presidi ospedalieri che hanno indebolito la sanità Regionale alle prese con la cronica carenza di personale.

E sempre la Toscana sta diventano terreno di conquista delle servitù militari, un'area nevralgica per interessi di guerra

Un articolo di un quotidiano ha focalizzato invece l'attenzione sulla crescita della inflazione ma assai meno sulla conseguente perdita del potere di acquisto  dei salari e delle pensioni, riportiamo un passo dello stesso riferito alla provincia di Pistoia

L’inflazione tendenziale segna +6,6%, che si traduce in una maggior spesa aggiuntiva annua pari a 1488 euro per una famiglia media. Niente a che vedere con Genova, che guida la classifica con un +8,2% per un aumento medio della spesa di 1787 euro, Varese e Milano, rispettivamente seconda e terza con 1714 e 1710 euro in più a famiglia. Ma comunque il nostro capoluogo è decisamente nella parte alta della graduatoria nazionale. Con la "buona" compagnia di Massa Carrara (ex aequo) di altre toscane che fanno addirittura peggio: al quarto posto c’è infatti Grosseto, che con la terza inflazione annua più elevata d’Italia, +7,5%, ha una stangata pari a 1691 euro. Al settimo posto Siena con 1578 euro (al quinto posto per inflazione con +7%), al nono Lucca (+6,8%, +1533 euro), al tredicesimo Firenze (+6,5%, +1516 euro).

L’inflazione corre veloce Per le famiglie pistoiesi un salasso da 1.488 euro Dall’Inps arriva un bonus (lanazione.it)

Il caro prezzi e l'aumento del costo della vita riguardano in particolare alcune province un tempo industriali  o agricole ma anche città che da sempre vantano un notevole afflusso di turisti.

Nelle zone costiere non fanno notizia ormai gli scontrini esibiti sui social di esorbitanti conti al ristorante e al bar, non fanno notizia invece le interminabili file agli sportelli della Caritas dove si trovano anche lavoratori con il posto fisso che non riescono a mettere a tavola il pranzo e la cena.



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