"L'uomo è antiquato" di Rodrigo Rivas

"L'uomo è antiquato" di Gunther Anders. 
Riflessioni in chiave attuale del saggio del filosofo tedesco di Rodrigo Rivas 
 
A mo' di scuse anticipate 
1.- Perché siamo spesso ridicoli può accadere  - a me accadde - che ogni tanto ci si dimentichi che non dobbiamo inventarci tutto; che non ci si ricordi che - oltre a farci viaggiare -  leggere ci fa imparare, conoscere e riconoscere; che, solo gli esperti megalomani riescono a comportarsi come se non sapessero di essere stati preceduti da molti sapiens pensanti. 
2.- Nel regno dei "social" quale principale strumento di comunicazione, sono sconsigliati messaggi lunghi e problematici.  
Ci vogliono testi brevi che rassicurino chi legge:  
"Ho ragione".  
"Ho sempre avuto ragione". "Me lo dicevano la mia mamma e la mia nonna: Ho ragione".  
"Leggendo questo testo ho avuto bisogno di ben 30 secondi per riconfermarlo. Non è grave: ero di ottimo umore". 
3.- Ergo, probabilmente questo testo non dovrebbe essere stato scritto.  
Certamente, il comune senso del pudore dovrebbe vietarne la pubblicazione.  
È lungo e non rassicurante e poi consiglia un libro, leggibile ma per nulla simile ad un fumetto, citandone addirittura dei ponderosi passaggi. 
4.- Insomma, sono certo che trattandosi di un testo inadeguato al contenitore avrà pochissimi lettori.  
Ne parlo, pur non essendo dichiaratamente masochista, perché  spero di convincere comunque qualcuno a leggerlo. 
La speranza, si sa, essendo pazza non fa mai domande. 
La pazzia, anche se forse non si sa, essendo paziente tace urlando. 
 
Il libro 
Scriveva Gunther Anders nel "lontanissimo" 1956: 
“Oggi, per soffocare in anticipo ogni rivolta, non c'è bisogno della violenza hitleriana.  
Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non venga nemmeno più alla mente degli uomini. 
L’ideale sarebbe formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.  
In seguito, il condizionamento dovrà ridurre drasticamente l’istruzione, riducendola ad una forma di inserimento professionale.  
Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e, più il suo pensiero si limita a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi. 
Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile ed elitario. Che il divario tra il popolo e la scienza aumenti.  
Che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo. 
Niente filosofia.  
Anche in questo caso basta usare la persuasione. 
Attraverso la  televisione dovranno diffondersi massicciamente divertimenti che privilegino l’emotività o l’istinto.  
Si affronterà gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. Conviene, tra chiacchiere e musica incessanti, impedire alla mente di pensare. 
Si metterà la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è di meglio. 
In genere, sarà bandita la serietà dell’esistenza e ridicolizzato tutto ciò che ha un valore alto, mantenendo una costante apologia della leggerezza. 
Lo scopo è trasformare l’euforia della pubblicità, diventata lo standard della felicità umana, nel modello della libertà. 
Il condizionamento produrrà una tale integrazione che la sola paura - che comunque bisogna mantenere - sarà quella di essere esclusi dal sistema e, quindi, di non poter continuare ad accedere alle condizioni necessarie alla felicità. 
L’uomo di massa così prodotto dovrà essere trattato come quello che è, un vitello, e dovrà essere monitorato come si deve monitorare un gregge.  
Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale.  
Tutto ciò che potrebbe mettere a repentaglio il suo risveglio, deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto. 
Ogni dottrina che metta in discussione il sistema dovrà essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno essere trattati come tali”. 
Fin qui la citazione di Anders. 
 
Quattro veloci osservazioni/aggiornamenti 
1. Anzitutto consiglio un altro contributo prezioso di poco precedente (1948), perché rende esplicita una parte delle osservazioni di Anders: "1984" di George Orwell: 
"Psicoreato, lo chiamano. Non comporta la morte: è la morte ...  
È il delitto di pensiero". 
Lo psicoreato di Orwell è un delitto spaventoso contro la purezza e l'integrità dei popoli. Per fortuna non può durare a lungo: "Diventerà del tutto impossibile quando non ci saranno più parole per esprimerlo". 
Oppure - mi permetto una tautologia - diventerà impossibile quando ci saranno soltanto parole per esprimere pensieri virtuosi, idee approvate dal partito, dalla "rete", dal segretario generale, dal comico, dal magistrato, dal senso comune, dall'accademia, dal Gabibbo e dalla "Domenica sportiva" ... 
Hanna Arendt, che sposò Anders negli Anni '50, scrisse in "La banalità  del male" (1963):  
I pochi uomini responsabili della strategia che crea una massa non pensante (spirito del gregge) negano sempre ogni responsabilità sulle proprie azioni.  
Il rifiuto avviene ad ogni livello, non solo a quello dei capi.  
Le sue riflessioni derivano dal processo per genocidio contro il criminale Adolf Eichman (Gerusalemme 1960-1961). 
Eichman, tra i principali responsabili delle camere a gas di Auschwitz, ha sostenuto che, ad Auchwitz, lui si era limitato a firmare delle carte e ad aggiornare la contabilità ("dei morti", "degli acquisti di gas", "delle riparazioni delle docce di gas" e di altre quisquilie). 
Penso, meglio, temo, che l'anonimo burocrate nostrano direbbe, con altrettanta serena convinzione, di essersi limitato a mettere in atto l'iter, d'altri codificato, per bloccare uno sbarco.  
Parla di Cutro.  
Intendo dire che non c'è  bisogno di scomodare i militari (alla fine dei conti, anche loro dei burocrati), che in Argentina si appellarono addirittura "alla dovuta ubbidienza": In tutti i casi, le conseguenze non sono materia inerente ai compiti e attribuzioni proprie delle rispettive funzioni.  
Non solo: Auchwitz, Cutro ed i ragazzi buttati giù dagli aerei (drogati per risparmiarsi delle lagne), non sono nemmeno materia che coinvolga la popolazione.  
Questa ne conosce le conseguenze - che magari lamenta nel confessionale - ma non arriva neppure ad assumersi la responsabilità di dire "no" davanti ad un'urna solitaria. 
Eppure, in molti ci hanno creduto, nell'aprile '48,  alla garanzia della DC: "Dio ti vede, Stalin no".  
Probabilmente il punto centrale non è il voto ma il confessore.  
Galeotto fu il don? 
2. Già nel '700 Baruch Spinosa aveva anticipato l'idea dell'umanità come gregge, un'idea che Friedrich Nietzsche precisò in "Così parlò Zarathustra" (1883-1885):   
"Quando l'umanità diventa gregge, ha bisogno di un animale capo".  
Tuttavia, quando Anders scrive 1956, concetti come la "Intelligenza Artificiale" o gli "OGM" non erano neppure abbozzati e la stessa idea apocalittica del "equilibrio del terrore" - che comunque aveva già prodotto la divisione della Corea - per il grande pubblico era solo agli albori. 
Quindi, il diagnostico di Anders propone un'immagine del mondo che diventerà nitida e precisa solo qualche decennio dopo. 
3. Nel 1956 si era all'apogeo dei "trenta gloriosi " del secondo dopoguerra (1945-1973), allo zenit dell'ottimismo sulle "magnifiche sorti progressive dell'umanità" che regnava sovrano in tutti i campi, anche con opposte motivazioni (dal "secolo americano" alle lotte per l'indipendenza e/o la ricostruzione e all'inarrestabile progredire della "rivoluzione proletaria"). 
Eppure, eravamo già "nell'età della vergogna prometeica", della subalternità dell'uomo - novello Prometeo - al mondo delle macchine da lui stesso create. 
4. Oggi possiamo constatare che, se la prima rivoluzione industriale ha introdotto il macchinismo e la seconda si è incentrata sulla produzione dei bisogni, la terza si caratterizza per avere alterato in modo irreversibile l'ambiente, mettendo in discussione la stessa sopravvivenza dell'umanità.  
Sappiamo bene - come dimostra il ministro italiano della cultura - che nessuno può costringere i governanti a leggere e che i "maîtres à penser" (proprietari, non maestri del pensiero), annidati nel nostro e in molti altri governi contemporanei, sono esplicitamente in disaccordo con questa osservazione/conclusione.  
Ad esempio, secondo l'illustre senatore e poeta Maurizio Gasparri, "d'estate fa sempre caldo" e secondo la donna madre e patriota "gli apprendisti stregoni usano l'ecologia per criticare il nostro modello produttivo". 
Aspetti sui quali - presumo con opposte e arcane motivazioni - concorda in pieno Marco Rizzo,  segretario di un fu partito comunista che, citando fuori contesto quanto scriveva nel 1564 il magnifico François Rabelais ("Gargantua e Pantagruele"), fa il verso al pensatore e alla patriota per scagliarsi a spron battuto contro i "catastrofisti". 
L'arroganza è quell'unanime attributo usato dal potere per gestire il gregge. Coniugata alla propria ignoranza (che, apparentemente, l'arroganza permette d'ignorare), permette  un "circuito vizioso ed squilibrato":   
"A più ignoranza, maggiore arroganza ed eliminazione del senso del ridicolo". 
Circuito che, purtroppo, non si limita al "felpa" e la sua truppa. Ad esempio, restando su questi paraggi, il vicepremier Antonio Tajani ha sostenuto che "il salario minimo è roba  bolscevica!" (sospetto lo sia pure il cancro, ma non l'arrossimento!). 
Mi permetto di riprodurre l'equazione "di einsteniana ispirazione": 
"Ignoranza² + Arroganza³ + Inesistente senso del ridicolo =  Governabilità" (o ciò che chiamano tale). 
 
A mo' di chiusura 
Torno ad Anders:  
In un mondo dove la macchina è diventata soggetto della storia, l'uomo è superato, l'uomo è - appunto - antiquato.  
Anders lo dimostra nei 25 piccoli saggi del libro, filosofando alla luce del sole, senza sistema precostituito, cogliendo i segni della trasformazione che impropriamente abbiamo in seguito chiamato "postmoderna": la riduzione del mondo e dell’umanità a "materia prima" manipolabile e manipolata senza limiti né preconcetti da una tecnica apparentemente sfuggita ad ogni controllo. 
Sessanta anni dopo questo testo facilmente leggibile (il che non guasta), è ancora  sovversivamente rinfrescante. Apre uno scorcio sull'universo che dovrebbe esserci proprio ma ci è sostanzialmente ignoto, adoperando forme esotiche e rinfrescanti quanto un buon frullato di papaia. 
 
Preferite il "The Brrr", The Best?  
Peggio per voi! 
 

Commenti