Respingiamo al mittente la proposta del Governo

 Carceri galleggianti, carceri nelle caserme dismesse, carceri negli ospedali o nei manicomi abbandonati e ormai vuoti, non difetta la fantasia dei governanti ogni qual volta si tratta di rafforzare le istituzioni totali.



Gli istituti di pena sono in buona parte fatiscenti, quelli costruiti negli anni della "emergenza terrorismo" sono di massima sicurezza, talvolta i colloqui con i familiari avvengono attraverso vetri anti proiettile, l'ora di aria in solitudine. Chi ha letto le Mie Prigioni di Pellico forse si attende carceri infestati da topi ricavati in segrete di castelli, ebbene in numerosi istituti di Pena ospiti non graditi delle celle sono insetti, blatte, pidocchi, malattie come la scabbia sono diffuse.

Migliaia di detenuti sono in cure psichiatriche con ben poca assistenza, mancano operatori  socio sanitari, educatori...

Il sovraffollamento carcerario è una piaga annosa derivante da fatti incontrovertibili ma oscurati dai media. 

Molti detenuti sono in carcere quando dovrebbero beneficiare di misure alternative al carcere per la esiguità dei reati.

Con le leggi contro la detenzione e lo spaccio gli istituti di pena si sono riempite di uomini e donne, nei carceri mancano centri medici e operatori, non esiste se non in pochi istituti di pena la possibilità di accedere a percorsi di formazione professionale o studiare per acquisire un titolo. Mancano insegnanti e formatori, medici e infermieri ma il Governo pensa solo alla assunzione di 5000 guardie carcerarie (3200 i prossimi pensionamenti).

La proposta del Governo di trasformare in carceri le caserme dismesse è l'ennesima scelta securitaria che cancella ogni ipotesi alternativa al carcere, una proposta da respingere al mittente mobilitandoci invece per realizzare percorsi di inserimento lavorativo, di uscita dalla necessità degli istituti di pena e di una carcerazione preventiva che rappresenta un problema rilevante rispetto alla quale non esiste volontà di uscita.


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