Città metropolitane tra flop e spot Governativi


In un paese decoroso ( ma il solo decoro che sta a cuore al Pd è quello urbano declinato secondo i dettami della tolleranza zero verso gli ultimi), dopo la sconfitta referendaria, il Ministro Del Rio avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Del Rio , al pari della Boschi, è tra i principali sostenitori della controriforma costituzionale presa a schiaffi dai cittadini ma nonostante cio',il fautore della legge che ha smantellato le Province puo' dormire sonni tranquilli accreditato come uno dei pilastri del Governo.

In questi 3 anni di riforma (si fa per dire) le Province sono state e sono vittime di una paralisi e alla fase transitoria sembra non esserci mai fine, di certo c'è solo la mancanza di fondi e la spoliazione di competenze mai trasferite realmente a terzi.

La legge 54 , di cui il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, è padre putativo, si sta rivelando un flop, non lasciamoci ingannare dalla eliminazione delle giunte e delle altre cariche politiche con questi enti di secondo livello non piu' eletti ma nominati dai sindaci e dai consiglieri comunali degli enti locali provinciali. Se l'obiettivo era quello di sottrarre ai cittadini la diretta elezioni dei rappresentanti, in questo, e solo, caso potremmo parlare di obiettivi raggiunti.

Le Province incidevano ben poco sulla spesa della Pubblica amministrazione, meno dell'1% secondo dati mai smentiti, eppure i tagli alla politica sono stati venduti come la riduzione degli sprechi ovviamente tacendo su tutte le funzioni che un tempo erano svolte dalle Province e nel frattempo smantellate tra le quali segnaliamo la manutenzione delle strade e delle scuole, le politiche formative e di orientamento lavorativo.

Il ridimensionamento delle competenze ha portato molti dipendenti a transitare verso Regione ed enti locali, il calo degli organici non ha dato vita ad una effettiva riorganizzazione, 16mila dipendenti delle Province sono stati ricollocati (7mila nelle Regioni) o in pensione (più di 2mila), da piu' di 42 mila che erano ora sono sotto 26 mila unità.

Una volta bocciata la controriforma costituzionale, bisognava anche rimettere in discussione la Del Rio cosa che non si è voluta fare trattandosi di uno dei pilastri dei decreti Madia che anche il sindacato rappresentativo ha sostenuto. Nel frattempo, i soldi stanziati sono pochi, mancano gli organici per svolgere anche le poche funzioni rimaste a capo delle attuali Province e le città metropolitane sono alle prese con una vera e propria disorganizzazione di cui non solo i cittadini sono vittime ma anche gli stessi lavoratori.

Ben poche le città metropolitane capaci di darsi un piano strategico triennale, si naviga a vista, non si rinnovano i contratti decentrati(per lo piu'), nel frattempo anche le competenze residue a capo delle Province con i pochi fondi a disposizione non possono essere garantite

Le città metropolitane dovrebbero essere il punto di riferimento del nuovo ente locale, in realtà sono un fallimento costruito ad arte dalla politica per favorire processi di esternalizzazione dei servizi.

Dopo la bocciatura refendaria, anche la Legge Del Rio avrebbe dovuto essere abolita ma invece rimane al suo posto continuando a produrre danni incalcolabili ai cittadini e alla forza lavoro.

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