Contratti a perdere in arrivo: prosegue in silenzio la trattativa dei sindacati cosiddetti rappresentativi con Governo e Confindustria

Contratti a perdere in arrivo

Come accade da sempre, l'estate è la stagione propizia per approvare manovre economiche draconiane e per gettare le basi, in silenzio e senza essere disturbati, per accordi e contratti a perdere. Anche nel 2017 la stessa storia, del resto avevamo già parlato di alcune trattative condotte da Governo, cgil cisl e uil e Confindustria, delle quali ben poco, a parte scarni e generici comunicati, hanno detto i diretti interessati di parte sindacale.
Il confronto va quindi avanti dando per scontato che in autunno arriveranno le nuove normative atte a limitare ulteriormente il diritto di sciopero definendo le regole sulla rappresentanza in linea con l'accordo del Gennaio 2014.

Dal quotidiano di Confindustria sappiamo che le trattative vanno avanti su materie non certo irrilevanti quali rappresentanza, contrattazione collettiva, welfare e bilateralità.

Già due incontri nel solo mese di Luglio, incontri ufficiali accompagnati presumibilmente da tavoli tecnici preparatori e intanto arriva un comunicato congiunto a dimostrare che le basi dell'intesa sono già state definite, ora si tratta di ritrovarsi a Settembre e definire l'accordo.

Da settimane leggiamo che i contratti a tempo indeterminato sono in caduta libera cosi' come il potere di acquisto e di contrattazione, eppure l'ordine del giorno di questi incontri verte solo sulle priorità della agenda confederale che poi sono sempre le stesse: limitare il diritto di sciopero, barattare aumenti contrattuali con il welfare aziendale, affermare una nuova legge sulla rappresentanza che escluda a priori i sindacati di base relegando le rsu ad un ruolo marginale e insignificante.,

Esistono già documenti scritti, mai discussi tuttavia con gli iscritti ai sindacati" rappresentativi", su come limitare la contrattazione di primo livello, su come costruire quella di secondo livello per accrescere la produttività che poi si tramuta in aumento dei carichi di lavoro, dell'orario settimanale con il ricorso allo straordinario di fatto reso obbligatorio inserendolo direttamente nei contratti nazionali o con orari multiperiodali.

Non sbagliavamo quindi a puntare il dito contro i sindacati complici asserendo che anche per loro l'uscita dalla crisi significava accordarsi con Governo e Confindustria per limitare ulteriormente lo stato sociale e il welfare sostituendolo con misure di welfare aziendale.

Una doppia rimessa insomma perchè si sta perdendo servizi un tempo gratuiti dalla scuola alla sanità e gli aumenti contrattuali si trasformeranno in pseudo servizi aziendali che certo non compenseranno lo smantellamento del welfare

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