Da pubblico impiego: una piattaforma rivendicativa per il pubblico impiego

Piattaforma rivendicativa

Pubblico impiego in movimento è un gruppo di delegati\e, di lavoratori\trici che opera dentro la pubblica amministrazione. Ci tiene insieme la condivisione che senza un percorso comunale di analisi e di lotta conflittuale non sarà possibile difendere i servizi pubblici dallo smantellamento, il diritto alla salute dai processi di privatizzazione, i posti di lavoro dallo smantellamento delle partecipazione e dai decreti Madia.

Dopo un anno e mezzo di iniziative è giunto il momento di lanciare una campagna con alcuni obiettivi ben precisi che scaturiscono dall'analisi della direttiva Madia sul rinnovo dei contratti, una direttiva tenuta nascosta ai lavoratori e alle lavoratrici perché sancisce non solo la sconfitta dell'attendismo di cgil cisl uil ma getta le basi di una pubblica amministrazione destinata a soccombere sotto i colpi delle privatizzazioni (chiamate razionalizzazioni), spending review, riduzioni di spesa, appalti al ribasso per barattare aumenti contrattuali con sanità e previdenza integrativa, con quel welfare aziendale che si è già dimostrato perdente per il potere di acquisto di noi tutti\e.

• il pubblico impiego, in questi anni, è stato gestito solo al fine di contenere la spesa pubblica, i salari dei\lle dipendenti della Pa hanno perso migliaia di euro e con questi soldi hanno pagato gli interessi sul debito pubblico alle banche e alla Bce. Chi continua ad asserire che l'Europa è un vantaggio per i lavoratori dovrebbe ricredersi. Siamo noi e i cittadini a pagare i costi delle speculazioni finanziarie.
• a due anni dalla sentenza della Consulta, che obbligava il Governo a sottoscrivere il rinnovo dei contratti dopo anni di ingiustificato blocco, i sindacati hanno taciuto e acconsentito alla approvazione dei decreti Madia che continuano nell'opera di devastazione della pubblica amministrazione, solo per fare un esempio cancellano le dotazioni organiche per consentire ai sindaci, nei comuni, di assumere chi vogliono, insomma piani di fabbisogno ad uso e consumo degli amministratori. E inoltre si preannunciano tagli salariali e i soldi destinati a tutti saranno erogati a pochi e in maniera discrezionale ed iniqua. La difesa del potere di acquisto dei salari è un elemento dirimente e una rivendicazione imprescindibile.
• ad oggi non ci sono i soldi per erogare aumenti medi di 80 euro, sarà necessaria la prossima manovra finanziaria sempre che l'Europa non imponga ulteriori sacrifici. Mancano i fondi destinati al 2017 e al 2018 che pare siano senza copertura finanziaria. La nostra rivendicazione è una quattordicesima per tutti i lavoratori e le lavoratrici, basta con gli aumenti promessi a tutti ma erogati solo a pochi nei rinnovi contrattuali e con il meccanismo della performance che ricordiamo eroga con criteri padronali soldi che dovrebbero essere nelle nostre tasche.
• gli aumenti per sanità ed enti locali saranno a carico degli stessi, insomma ulteriori tagli che si ripercuoteranno negativamente sui comuni, sulla salute e sui servizi al cittadino, per esempio la salvaguardia del territorio, la manutenzione delle scuole e delle strade. La legge Del Rio che ha smantellato le province dimostra di essere stata un fallimento ma nessuno in Italia ne chiede l'abrogazione. Meno risorse alle province determinano scuole e strade ridotte a colabrodi, basti ricordare che il 90% delle scuole italiane non è a norma. Allora su questi punti vogliamo rilanciare una mobilitazione finalizzata a smascherare i reali intenti della Legge Del Rio che si prefiggeva solo lo smantellamento della pubblica amministrazione in vista dell'attacco finale alla Costituzione poi vanificato dalla vittoria del No al referendum di dicembre 2016.
• recuperare potere di acquisto e potere di contrattazione: contrariamente a quanto detto non aumentano le materie oggetto di contrattazione, anzi sembrerebbero diminuire, Viene ribadita la non contrattazione su tutte le materie inerenti la gestione del personale e l'organizzazione del lavoro. Vi sembra allora una conquista? A noi No visto che si spendono tante parole ma in sostanza alle rsu resta solo il diritto alla sola informazione (a fatti avvenuti). La democrazia sindacale, la possibilità di indire assemblee anche da parte del singolo delegato rsu, l'apertura delle trattative di secondo livello a tutte le organizzazioni sindacali presenti nell'Ente è la migliore risposta a chi invece vorrebbe restringere gli spazi di democrazia ipotizzando l'applicazione nel pubblico del testo sulla rappresentanza vigente nel privato.
• il salario verrà, come già accade nel privato, barattato con welfare aziendale per fare la fortuna della sanità e della previdenza integrativa cogestita con i sindacati maggiormente rappresentativi che ormai alla tutela della forza lavoro preferiscono il business. La previdenza e la sanità integrativa non sono conquiste perché barattate con aumenti salariali e con quei servizi pubblici in via di smantellamento.
• Nel pubblico saranno intensificati le innumerevoli forme della precarietà, dal lavoro agile al lavoro gratuito alle innumerevoli flessibilità indebolendo così il potere di acquisto e di contrattazione. Occorre invece rilanciare una proposta alternativa che sappia conciliare i tempi di vita e di lavoro non piegandosi alle logiche della performance e alla imposizione dello straordinario ai part time.
• Per noi un punto saliente è la stabilizzazione dei precari sulla quale il Governo ha solo speso vaghe promesse, infatti manca una anagrafe del precariato e soprattutto permangono i vincoli in materia di spesa di personale e i soldi stanziati sono del tutto insufficienti. Diciamolo una volta per tutti: l'applicazione del fiscal compact e il pareggio di Bilancio in costituzione hanno indebolito la pubblica amministrazione impedendo la costruzione/erogazione di servizi migliori e riducendo la capacità di spesa.
• le assenze per visite e controlli medici non sono assimilati alle assenze per malattia, insomma prevenire e curarsi diventa un lusso perché la sanità è sempre più privatizzata e a carico dei cittadino e i permessi saranno ridotti ai minimi termini e sottoposte alle decurtazioni analoghe a quelle che incombono sui primi 10 giorni di malattia (su questo arriveranno circolari dell'Aran).

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