I contratti pubblici e la riduzione della spesa

Facciamo chiarezza e sfatiamo i luoghi comuni della disinformazione imperante

I contratti pubblici e la riduzione di spesa



La perdita di potere di acquisto dei salari pubblici è a tutti nota, basta guardare la spesa di personale tra il 2009 e il 2016. Un contratto il cui rinnovo è stato bloccato con un decreto legge non ha precedenti ma nonostante la gravità del fatto la Pubblica amministrazione, nel suo complesso, ha fatto ben poco per contrastare l’attacco al potere di acquisto

Intanto è bene precisare che i tempi del rinnovo del nuovo contratto non saranno brevi, anzi per la copertura economica ci sarà da attendere la manovra economica governativa di fine anno.


Si va intanto scatenando un aspro dibattito e qualcuno ritiene perfino sbagliato rinnovare il contratto dei 3 milioni e passa dipendenti pubblici, ricordiamo del resto che senza la Consulta, la quale ritenne due anni fa illegittimo il blocco dei rinnovi, oggi non se ne parlerebbe neppure .

Gli stessi dati istat confermano la perdita di potere di acquisto, il costo della vita è cresciuto ma nel 2011 si spendevano 5 miliardi e mezzo in piu’ per la spesa di personale della PA.

In questi due anni il sindacato ha lasciato che il Governo decidesse praticamente tutto, dai decreti Madia alla riduzione dei comparti, da 11 a 4, un attendismo vergognoso con il silenzio assenso verso provvedimenti inaccettabili come la liquidazione delle dotazioni organiche , gli accorpamenti delle partecipate in base ai fatturati (non esaminando la effettiva utilità di queste aziende) e la beffa della stabilizzazione dei precari che escluderà gran parte degli stessi , del resto non si conosce a quante unità ammonti il precariato e la sua collocazione nelle varie amministrazioni pubbliche.

Lo scorso 30 novembre Governo e Cgil Cisl Uil hanno sottoscritto una intesa (da non confondere con il contratto poichè le trattative sono state aperte solo dopo l'atto di indirizzo della Madia di pochi giorni fa) che prevede aumenti medi da 85 euro al mese, che con i contributi producono un costo intorno ai 110 euro, cioè 1.430 euro per 13 mensilità.

Calcolati i 3,36 milioni di dipendenti pubblici, le regole nuove del turn over (al 75% dei pensionamenti avvenuti) servono circa 5 miliardi che il Governo ad oggi non ha nelle casse statali visto che ci sono solo 1,2 miliardi per gli statali e altrettanti per regioni, sanità ed enti locali anche se sappiamo che questi soldi saranno oggetto di un feroce contenzioso (lo stato per dare soldi alle autonomie locali imporrà tagli)


A questo punto non solo la prossima Legge di Bilancio sarà determinante per la copertura economica ma un’altra insidia non va sottovalutata, quella che vede regioni , enti locali e sanità prevedere nella loro capacità di spesa le risorse necessarie per i rinnovi. Come la mettiamo con il pareggio di Bilancio? Come sarà aggirabile la selva dei limiti alla spesa di personale? E poi siamo certi che arriveranno i finanziamenti statali?

Questioni di non poco conto che dovrebbero indurre a qualche preoccupazione.

Altra questione irrisolta è quella del bonus Renzi che stando agli impegni del Governo dovrebbe essere salvato per chi lo prende già oggi (redditi tra 24 e 26 mila euro), senza considerare i futuri aumenti contrattuali. Ma anche su questo punto non esiste certezza.

Facciamo un piccolo esempio: Chi guadagna 25mila euro lordi, infatti, riceve oggi un bonus da 480 euro all’anno: con 1.105 euro annui di aumento (85 euro per 13 mensilità) il bonus si azzererebbe, portando l’aumento effettivo a quota 625 euro. Sono soldi ulteriori da prendere in considerazione nella Legge di Bilancio di fine anno.

Chiudiamo con una questione riguardante i 4 comparti, diventati tale da 11 che erano con un accordo sindacale, sottoscritto anche da Usb. E’ in gioco la armonizzazione della parte normativa e dei trattamenti economici (che potrebbero slittare) , se prendiamo per esempio l’accorpamento di agenzie fiscali, enti pubblici non economici e ministeriali non mancheranno problemi.

Allora, dopo 8 anni, quasi 9, di blocco contrattuale, chi pensa allora di potere recuperare potere di acquisto, diritti e organici, sarà bene che riponga il suo facile ottimismo. Del resto i diritti, il potere di acquisto e di contrattazione non piovono dal cielo, ma come spiegarlo ai dipendenti pubblici che non hanno fatto un'ora di sciopero?

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