I dati reali della disoccupazione sanciscono il fallimento delle Politiche governative e sindacali

La Fondazione Di Vittorio lancia l'allarme sull'aumento dei disocupati. Rinviamo per completezza alla ricerca scaricabile anche da internet

https://www.fondazionedivittorio.it/it/disoccupazione-dopo-grande-crisi

Nel 2016 la disoccupazione potenziale ha raggiunto il 18,5% che in soldoni sono piu' di 5 milioni di disoccupati solo nel nostro paese con cifre elevatissime di senza lavoro tra gli under 30, le donne e nelle regioni Meridionali.

I continui spot pubblicitari ingannatori inducono a facile ottimismo sulla ripresa dell'economia (che non c'è), sull'affermazione di politiche del lavoro drogate dagli sgravi fiscali alle imprese

I dati ufficiali degli occupati e dei disoccupati non sono giudicati veritieri, anzi si stimano due milioni di senza lavoro in aggiunta a quelli statisticamente riconosciuti.


La ricerca della Fondazione ha almeno il merito di riportare alla luce dati occultati che confermano come dalla crisi del 2008 non ci siamo piu' ripresi e nel frattempo il lavoro gratuito e il voucher l'hanno fatta da padroni.

Forse la ricerca non sarà giudicata attendibile da fonti Governative (la Di Vittorio è vicina alla Cgil) ma resta il fatto che questo studio offre importanti spunti anche attraverso analisi comparativi con le rilevazioni fatta dalla BCE. La differenza poi tra la nozione di disoccupato e l'occupato ultraprecario e a tempo determinato è veramente ridicola, del resto alcune statistiche considerano occupati anche chi per pochissimi giorni all'anno presenta qualche forma di contratto.

Quindi non è solo questione di numeri ma dei parametri di riferimento , della metodologia con cui la statistica viene effettuata e al di là delle macroscopiche differenze esistenti tra i vari rilevamenti resta che la disoccupazione italica è tra le piu' alte d'Europa, praticamente doppia in percentuale di quella di altri paesi UE.

Dati incontrovertibili che sanciscono il fallimento delle politiche di decontribuzione a favore delle imprese e l'utilizzo solo per accrescere i profitti di ogni forma di decontrattualizzazione e derogalamentazione, il che non dovrebbe meravigliare visto che Jobs act, deroghe e precarietà non sono certo vantaggiosi per le classi sociali meno abbienti. E perfinire ii nodo irrisolto del lavoro nero da cui emergere è sempre piu' difficile.

Se falliscono le ricette economiche del Pd, fallisce anche l'arrendevole linea dei sindacati collaborativi il cui obiettivo è affermare valori astratti come quelli della Carta dei diritti, figli di un compromesso sociale impossibile in una fase di acumulazione nella quale il padronato è all'attacco su tutto, pronto a cancellare tutele e diritti.

La logica della concertazione non porta che alla sconfitta della classe lavoratrice coltivando la pia illusione che sia possibile costruire percorsi comuni con chi ogni giorno calpesta dignità e diritti

Commenti