Industria 4.0 ossia massimi profitti e ora anche il Bonus lavoro


In questi giorni, le quotazioni in Borsa di alcune aziende stanno salendo come anche i loro utili ma al contrario la forza lavoro viene ridotta, i contratti a tempo determinato diminuiscono e le delocalizzazioni aumentano.

Chi pensa che da Industria 4.0 parta il rilancio della produzione e della ricerca in ambito industriale, con positive ricadute occupazionali, farà presto a ricredersi.

Prosegue invece la politica degli incentivi alle imprese, soldi a costo zero senza avere nulla in cambio a confermare l'assenza di una politica industriale italiana.

Il piano Industria 4.0, dopo l’estate, si trasformerà in Lavoro 4.0.

Si prosegue con i soldi alle imprese, quei soldi che hanno dato l'illusione della ripresa occupazionale sovvenzionata tuttavia da sgravi fiscali finiti i quali sono tornati i contratti a tempo e precari.

La recente esperienza dovrebbe insegnare che non è solo con gli sgravi fiscali che puoi creare occupazione, soprattutto se hai normative che al termine dei tre anni, guarda caso alla scadenza dei finanziamenti, permettono alle imprese di licenziare cavandosela con qualche mensilità di buonauscita

Credito di imposta per la formazione, un corposo pacchetto di incentivi alle imprese dovrebbe essere inserito nella prossima legge di bilancio.

L'Italia è il paese dove la formazione è piu' carente, lo smantellamento delle Province ha cancellato anche le poche , e insufficienti, politiche di orientamento e formazione, le aziende pubbliche e private investono poco e prevalentemente per le figure apicali.

Se l'Italia è il paese con il piu' alto numero di neet, di giovani che non studiano e non lavorano, vorrà dire qualcosa o no?

Le imprese italiane, come scritto anni fa da Luciano Gallino, avevano basato la loro politica sulle delocalizzazioni a discapito di ricerca , innovazione e formazione, libere di farlo per la accondiscendenza dei Governi e il sostegno delle associazioni datoriali e anche di buona parte dei sindacati

Ora si parla di bonus sulla formazione con la forma del credito di imposta per spese legate alla digitalizzazione dei processi produttivi,milioni di euro , finanziamenti a pioggia per le imprese.

E' giunto il momento di fare i conti con la profonda trasformazione di posti di lavoro indotti dall’automazione digitale, perchè questa fantomatica rivoluzione sarà in stretto rapporto con accordi sindacali aziendali, pretenderanno la piena e attiva collaborazione del sindacato ai processi di ristrutturazione, di intensificazione dei ritmi e dei tempi di lavoro.


Non crediamo alla storiella della formazione continua da incentivare nella contrattazione di secondo livello, siamo invece preoccupati dal fatto che si possano utilizzare ammortizzatori sociali (per altro in profonda revisione) per finanziare percorsi pseudo formativi o a coprire i cali produttivi, per giustificare tagli occupazionali

Non siamo luddisti di due secoli fa ma da decenni abbiamo imparato sulla nostra pelle che le innovazioni produttive e tecnologiche accrescono solo i profitti aziendali, non diminuiscono l'orario e i carichi di lavoro, non creano occupazione, il modello Toyota di 25 anni fa dovrebbero ricordarselo tutti, non a caso si riparte dai metalmeccanici, quella categoria che ha già sperimentato la politica industriale della Fca e il contratto nazionale barattato con i bonus.


La prossima legge Finanziaria, o di Bilancio come la si voglia chiamare, darà quindi soldi, pardon incentivi , alle imprese che hanno aderito ai nuovi processi tecnologici di Industria 4.0,alle piccole e medie imprese che hanno iniziato i percorsi di digitalizzazione o si accingono a farlo.

Ammortamento delle spese, agevolazione, finanziame3nti a costo zero, la nuova pseudo innovazione digitale apre le porte ad una stagione di regali europei al capitale mentre i salari nostri perdono ogni giorno potere di acquisto.

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